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Pequod On Air. La pista ciclabile non è una corsia di sorpasso: la parola ai ciclisti

Oggi a Milano, in pieno centro, si è svolta una pacifica manifestazione dal nome embletico: “La pista ciclabile non è una corsia di sorpasso”. Noi di Pequod abbiamo intervistato uno degli organizzatori, Luca Boniardi, per saperne di più.

 

Chi è Luca Boniardi?

Non sono altro che un ragazzo che va in bici, faccio attivismo e credo che la bici sia un mezzo che fa migliora la qualità della vita. Da quando giro per Milano condivido questa passione con molte persone, specialmente da tre o quattro anni.

Da cosa nasce la manifestazione di oggi?

Nasce sicuramente da un’esigenza: manifestare il proprio sdegno contro dei comportamenti pericolosi, che danneggiano i ciclisti, specialmente da parte di chi guida i ciclomotori nella pista ciclabile interna, che è stata progettata male, infatti corsia per le bici non è protetta ed è soggetta a continui passaggi di motorini, tassisti che si fermano, camion che scaricano. Siamo partiti alle 8.15 dalle Colonne di San Lorenzo, con l’intendo di permettere a chi lavora e studia di percorre la pista in sicurezza. Ci siamo messi in fila due o tre per volta con le nostre bici, cercando di occupare più pista ciclabile possibile per non farla usare dai motorini. È durata poco più mezzora ed eravamo una cinquanta a sfilare con calma, pacificamente, con anche dei palloncini a forma di cuore. Sono molto soddisfatto.

 

Cosa ne pensi delle piste ciclabili, servono oppure no?

Sono uno strumento molto utile, ma sarebbe più importante che l’automobilista abbia più coscienza della presenza dei ciclisti e dei loro diritti. Già all’estero ci sono numerosi esempi di città dove auto, ciclisti e pedoni convivono pacificamente: Amsterdam, Copenaghen, ma anche Parigi e Madrid, che stanno attuando politiche a favore di un’idea di mobilità alternativa.

La pista ciclabile interna credi sia utile o pericolosa?

Sembra sia stata fatta e metà dall’amministrazione dalla Moratti, fatta in fretta e furia prima delle elezioni, come contentino. Il risultato è che è rimasta lì: una pista ciclabile utile, ma pericolosa, in uno degli snodi della città che ha visto crescere il flusso dei motorini, che di fatto invadono spesso lo spazio per i ciclisti. I motorini sono più pericolosi e nocivi delle bici, e da quando c’è l’Area C il loro numero è aumentato, inoltre li si trova sui marciapiedi o sulla corsia della pista ciclabile. Vedo tante persone in bici che sono persone normali, come donne di tutte l’età, anziani e ragazzi, che si trovano il motorino davanti e devono zigzagare tra i ciclomotori e le macchine.

Hai già partecipato ad altre iniziative?

Certo! Spesso alla Critical Mass, alle ciclofficine milanesi e all’iniziativa “In bici a scuola”, che è un’iniziativa molto bella, nata dall’esigenza di genitori e bambini di usare in sicurezza le strade, cosa che la realtà di Milano tutt’ora non permette. Milano è una delle città dove ci sono più incidenti stradali in Italia.

Cosa ne pensi dell’operato dell’amministrazione in merito ai progetti di mobilità alternativa?

Dopo sessant’anni di cultura prevalente dell’automobilista, si è raggiunto un livello di arroganza molto alta da parte di molti, ma l’amministrazione di Giuliano Pisapia ha introdotto elementi positivi: piste ciclabili, bike sharing, verranno introdotte nel 2015 le zone trenta (quartieri nei quali verrà ridotta la carreggiata, saranno inserite le piste ciclabili, avvallamenti per ridurre la velocità, limite sarà di 30 km). Cose interessanti come inizio.

Cosa deve evitare di fare il ciclista?

Cerchiamo di evitare conflitti, dopo quella successo domenica. Il ciclista deve sempre mantenere la calma, perché siamo in una posizione non facile, in quanto facciamo parte di una categoria debole: riceviamo costantemente soprusi.

Per esempio?

Ultimamente sulla pista mi sono trovato spalla a spalla con un motorino che ha rischiato di farmi cadere, invece il mio amico che era davanti a me è stato meno fortunato ed è caduto per terra, dopo essere stato toccato. Chi invece è sulle macchine spesso apre le portiere senza guardare e mi è capitato di finirci contro.

 

C’è il Codice Della Strada, che dovrebbe tutelarvi.

Il codice della strada attuale è fatto su misura per una mobilità che prevede l’uso di macchine, ma non considera molto le esigenze di noi ciclisti. In parlamento in questi giorni si dibatte sul nuovo Codice Della Strada e si discute se permettere alle bici di andare contromano, ma l’orientamento del governo, espresso dal ministro Lupi, è quello di vietare in tutti modi alle bici di andare contromano, quindi di limitare un mezzo che fa della libertà del movimento la sua forza. Bisogna inoltre ricordare che non siamo l’unica categoria poco tutelata: ci sono anche i pedoni che sono ancora più deboli e dobbiamo stare attenti a rispettare anche loro, se no succede che tutti i mezzi di informazione, nel caso di un incidente, ci vengano contro e sensazionalizzino l’accaduto. Purtroppo l’idea dominante è quella di una mobilità con al centro l’esigenze degli automobilisti, idea portata avanti dalla stragrande maggioranza dei giornali.

A proposito di incidenti e di pedoni, qualche giorno fa una donna di 88 anni è morta investita da un ciclista. Il sindaco ha fatto un appello ai ciclisti, invitandoli a rispettare le regole, ed anche l’assessore alla mobilità si è espresso in tal senso.

Le parole di Pisapia e Maran, dopo la recente tragedia, potevano essere pensate meglio, perché ci si dimentica che anche i ciclisti sono tra le prime vittime della strada.

Previsoni sul futuro?

Si sta imponendo un cambiamento nelle infrastrutture e nelle norme della strada: si fanno piste ciclabili, aumenta la sicurezza… Speriamo che prima o poi arrivi anche un cambiamento culturale. Noi attivisti stiamo lavorando per aumentare la consapevolezza e il rispetto per le utenze più deboli, ma per andare avanti, ci sarà bisogno di questa amministrazione per altri 5 anni e sarà determinante il ruolo dei vigili urbani.

Comune di Milano, featured, Giuliano Pisapia, Luca Boniardi, Pista ciclabile


Alessio Scalzo

Sono cresciuto in Sicilia, nella terra di Pirandello e Sciascia, ma dal 2009 mi sono traferito a Milano. Studio Lettere e sono il responsabile redazionale di Dudag srl (www.dudag.com), dove metto in pratica le innovazioni che vorrei portare nel mondo dell’editoria. Da sempre leggo, scrivo e ascolto musica per capire meglio il mondo e me stesso. Per Pequod mi occupo di attualità e cultura.

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