Skip to main content

Non solo tango – Dog sharing

Tiko vive per strada, a Cordoba. Non è di nessuno ma sono in molti ad occuparsene. Non si sa come sia arrivato in quello spicchio di città ma è lì che ha scelto di fissare la sua residenza, grazie alla rete di protezione che è riuscito a stendere, con lo sguardo che incanta e commuove. Tiko è orgoglioso ma non avendo un padrone si è adattato alle circostanze. Un giorno una signora che è solita fargli trovare dei bocconi lo ha incontrato in un’altra zona del quartiere, “Ciao Tiko, cosa fai qui?”, gli ha chiesto. Un uomo che passava l’ha corretta: ”Non si chiama Tiko, il suo nome è Milton. E’ di casa, da queste parti”. Lui li ha guardati con aria noncurante, con la faccia di chi non voleva mostrare i documenti.

Tiko l’aveva quasi trovato, il posto fisso, con libero accesso al giardino di una casa ma un giorno si imbattè in un micio di poche settimane. Forse sentì il richiamo della natura, gli passarono davanti agli occhi le gesta di qualche suo antenato cacciatore e decise di non tradire i costumi di famiglia. Con due morsi ben assestati spezzò il collo al gattino.

Fu emesso nei suoi confronti un decreto di espulsione:”A quel cane assassino non bisogna più dare da mangiare”.

La gente, per fortuna, dimentica e Tiko è riuscito  col tempo a non perdere il vitto di quella casa ma ha dovuto rassegnarsi a stare fuori dal cancello. Una pena, tutto sommato, accettabile per un reo confesso.

 DSCN0095

Sono molti, in Argentina ma anche in altri paesi del Sudamerica, i cani che vivono come Tiko. Li ho visti aggirarsi, come in cerca di qualcuno, davanti a bar, ristoranti, negozi, ovunque ci sia la possibilità di intercettare un boccone o un gesto di affetto , quasi fosse una mancia.

Per le strade vive e si arrangia una torma di cani, ognuno lavora in proprio senza perdere tempo ad accapigliarsi per il controllo del territorio, salvo quando c’è da battersi per conquistare i favori di una femmina.

D’inverno, quando il freddo è pungente, li puoi incrociare per strada: Coca, una meticcia scura dal manto liscio, Naftalina, con i suoi sei cuccioli, Elvis per il ciuffo sugli occhi”. Ernestino Gregorio Evaristo.

 tiko

Tre nomi che non sono il segno di qualche tratto di nobiltà, anche se il suo aspetto lascia intravedere tracce di un beagle, ma dipendono da come ha scelto di chiamarlo chi ha avuto a che fare con lui nel tempo. Li vedi in gruppo, “a tomar mate”, come si dice qui quando ci si trova per stare insieme a chiacchierare, Tiko e gli altri, ciascuno con un grande maglione colorato. Sono gli abitanti del quartiere a farglieli indossare per proteggerli dal gelo. Non durano molto, quelle maglie, ma finché non si strappano è buffo vedere quel branco pieno di colori.

 

Anche se da tempo è in corso una campagna di sterilizzazione da cui ci si attende una riduzione del randagismo la gente non sembra infastidita più di tanto. Quelli che hanno un padrone fisso sono pochi privilegiati. Molti non si possono permettere di avere un cane e così finiscono per condividerne uno o più, con altri abitanti del quartiere, in una versione argentina del “dog sharing”.

 DSCN0076

A Cordoba, nel parco al centro della città ci sono alcune case per cani, una sorta di alloggio provvisorio, magari sotto un albero. Qualche umano mette una cassa di cartone, foderata di plastica, una tazza d’acqua e una per il cibo. Accanto, un cartello: “Qui abita Lola, vi prego portatele da bere e da mangiare. Ha tre cuccioli”. C’è sempre qualcuno che segue la raccomandazione. Lo stesso è avvenuto di recente, con Tiko. Si è ammalato alle zampe, camminava a fatica. Un signore ha comprato un farmaco per lui ma nei giorni successivi ha scoperto che a dare le medicine erano in tre, col rischio di dargliene troppe. Ma poi Tiko è stato meglio, ha ripreso a correre e questo ha chiuso ogni disputa sul sovradosaggio dei farmaci.

 

 

 

argentina, cordoba, dog sharing, featured, non solo tango, viaggio


Giorgio Secchi

Giornalista, ho lavorato in Ansa, Agi, Il Sole 24 ore, L’Espresso e Corriere della Sera. Ho scritto con Marco Cecchini ‘Il grande sboom’ (Etas Libri) sulla prima grande crisi globale dei mercati finanziari. Nel 1990 divento capo ufficio stampa Eni fino al ’94, per il quale ho realizzato e gestito il portale Internet, per poi restare responsabile della Cultura Eni fino al 2008. Responsabile del progetto per la celebrazione del centenario della nascita di Enrico Mattei, in collaborazione con il Piccolo Teatro. Docente di storia dell’impresa per la scuola di formazione Eni, ho tenuto lezioni sull’informazione e la comunicazione d’impresa alla Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano e al master in Management dello Spettacolo dello Sda Bocconi. Dopo questa frenetica attività professionale, ho iniziato a svolgere attività di consulenza in comunicazione strategica per società finanziarie e sono editor di libri, nonché autore del programma tv “Effetti personali” su La7. Nel 2011 ho pubblicato con Gloria Arbib “Italiani insieme agli altri, gli ebrei nella Resistenza in Piemonte” per Archivio Terracini. Attualmente vivo in Maremma, faccio vino, olio e zafferano biologici!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.