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#FestivalCom – I 140 caratteri di Twitter? Fin troppi per Seneca!

Al giorno d’oggi con 140 caratteri si possono esprimere opinioni, distruggere carriere o elogiare l’impossibile. Secondo Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna, nel suo intervento durante il Festival della Comunicazione, questo potere di parola dei media, in tutta la sua brevità, risale a molto tempo fa.

«La retorica è infatti sostanzialmente l’antenata della nostra comunicazione, l’arte del dire» spiega Dionigi «Il modo in cui noi oggi strutturiamo il nostro discorso è ancora quello fissato dall’arte tecnica della retorica».

Dionigi prende come esempio due grandi esponenti dell’arte oratoria del mondo antico, uno di Atene e uno di Roma. Gorgia da Lentini, il principe dei sofisti, con la magica proprietà di persuasione della parola, rendeva migliore il discorso peggiore: esempio celebre l’elogio di Elena, in cui dice che la parola è un “minuto sovrano”.

Per Roma cita Catone il Censore, secondo cui l’oratore era il vir bonus dicendi peritus per eccellenza: oltre all’abilità nell’arte della parola è fondamentale essere anche un vir bonus, una brava persona, che sa come parlare. «Per i grandi oratori romani i contenuti devono venire prima della magia delle parole, bisogna collegare la sapientia con l’eloquentia».

Il latino è comparso nei media, specie grazie all’uso che ne hanno fatto e ne fanno i papi, da Benedetto XVI a papa Francesco. La lingua di Cicerone e Seneca si è dunque fatta catturare dallo stringatissimo Twitter.

Come è possibile che una cosa così antica venga imbrigliata nel social più moderno che esista?

Il latino, lingua di comunicazione per eccellenza, caratterizzato dalla bretivas, si rivela in realtà adatto al moderno linguaggio della comunicazione, ridotta al giorno d’oggi alla battuta e allo slogan. «Il latino è lingua sintetica e non analitica, che grazie al sistema delle declinazioni consente di omettere il verbo, esprimendo il massimo del significato con il minimo del significante».

Basta pensare a poche frasi latine e alla loro rispettiva traduzione per afferrare quanto la brevità del latino sia calzante col moderno cinguettìo: Vindica te tibi, riprendi possesso di te stesso, 13 lettere in latino contro le 26 in italiano; Morituri resurrecturis, coloro che sono destinati a morire hanno dedicato questa lapide a coloro che devono risorgere, 2 parole contro un’intera frase. «I 140 caratteri di Twitter sono esagerati per il latino! Twitter risulta non tanto non inadatto, ma fin troppo capiente, fin troppo prolisso».

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Flavia Irene Gatti

Quando ero piccola sulla mia scrivania avevo un mappamondo e lo facevo ruotare e ruotare, immaginando luoghi e città da visitare. Dalla mia casa fra i laghi bergamaschi, provo a viaggiare, quando e quanto posso, e soprattutto a scrivere, di viaggi, di posti e di persone. Dopo il liceo classico e una collaborazione presso un giornale della provincia di Bergamo, mi sono stabilita a Milano, dove mi sono iscritta a Lettere all’Università Statale, laureandomi alla triennale nel 2012 e proseguendo gli studi di specialistica in Filologia Moderna, quasi ultimati. A Pequod sono caporedattrice e responsabile della sezione Viaggi.

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