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#festivalCom: Il bosone di Higgs in parole povere

Marco Delmastro è un fisico delle particelle facente parte del team del CERN di Ginevra che il 4 luglio del 2012 ha scoperto il bosone di Higgs,  uno degli eventi scientifici più seguiti dai media negli ultimi anni.

Come spiegare ai non addetti ai lavori che cos’è?

Un giornalista pigro ha usato la metafora della “particella di Dio” e c’è chi, come Il NewYork Times, ha fatto uno sforzo maggiore per spiegarlo: con dei disegni ha mostrato che c’è un campo innevato, a rappresentare il campo di Higgs, in cui gli esploratori, ovvero le particelle, vagano a velocità diversa, mentre in cielo volano degli uccelli (altre particelle molto veloci). I fiocchi di neve che cadono, sono i bosoni di Higgs.

Metafore che comunque non spiegano completamente il valore della scoperta.

Una famosa metafora è quella della festa dei fisici: i fisici che riempiono la sala rappresentano il campo di higgs, quando a un certo punto arriva un esattore delle tasse che viene ignorato (una particella con cui non interagiscono le altre), mentre quando arriva Peter Higgs, una particella pesante, fa fatica a muoversi perché tutti vogliono incontrarlo.

Quindi cosa è il bosone? È il pettegolezzo che stia per arrivare Higgs, quella cosa che fa aggregare in capannelli i fisici. Questi esempio migliora un po’ la situazione, ma lascia ancora qualche dubbio.

Come spiega Marco Dalmastro questa fondamentale scoperta?

Lui usa la metafora dei mattoncini di lego: tutto quello che ci circonda è costituito da un certo numero di “mattoncini” elementari di materia chiamati quark, che si compongono e legano tra loro grazie all’aiuto di altri mattoncini chiamati gluoni. Partendo da questi componenti fondamentali, si può costruire tutto.

Ci sono voluti più di 100 anni per scoprire tutte queste particelle elementari.

L’equazione lagrangiana del modello standard descrive come mettere insieme tutti gli elementi fondamentali della materia, ma si è potuta completare dopo la scoperta di tutte le componenti stesse.

Il bosone di Higgs è quella particella prodotta da una teoria del 1964, che ha permesso di spiegare oggi come le particelle elementari interagiscano: questo forse è il modo più interessante di raccontarlo.

Nel 1970 le equazioni ci dicevano come interagivano le particelle, oggi invece grazie ad Higgs sappiamo di più sulle loro masse.

«La conoscenza è incompleta e ci richiama continuamente a rientrare nella danza del metodo», dice alla fine Marco.

Vecchie teorie possono ancora diventare un modo nuovo per raccontare la realtà.

 

Ph. Eetwartti [CC BY-SA 4.0/Wikimedia Commons]

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Alessio Scalzo

Sono cresciuto in Sicilia, nella terra di Pirandello e Sciascia, ma dal 2009 mi sono traferito a Milano. Studio Lettere e sono il responsabile redazionale di Dudag srl (www.dudag.com), dove metto in pratica le innovazioni che vorrei portare nel mondo dell’editoria. Da sempre leggo, scrivo e ascolto musica per capire meglio il mondo e me stesso. Per Pequod mi occupo di attualità e cultura.

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