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Black Mass e i segreti del make-up

L’8 ottobre è uscito nelle sale italiane Black Mass – L’ultimo gangster di Scott Cooper. La pellicola, ispirata a una storia vera, racconta di un’insolita, e interessata alleanza tra James “Whitey” Bulger (Johnny Depp), criminale statunitense, e John Connolly (Joel Edgerton), agente dell’FBI. Questo film ha da subito fatto parlare di sé, ma più che per il suo valore artistico, per Depp che, per esigenze di copione, è stato stravolto dal make-up.

Che Johnny Depp sia tra i più noti trasformisti del cinema contemporaneo non è certo una novità. Da Edward Mani di Forbice, passando per Jack Sparrow e il Cappellaio Matto, ha sempre abituato il pubblico ai look più eccentrici, legati a personaggi altrettanto bizzarri. In Black Mass, invece, il trucco che Depp sfoggia è piuttosto minimale e naturale (ma non per questo meno laborioso), ma dimenticatevi il solito sex symbol: in questo film lo troverete invecchiato, stempiato e con gli occhi azzurri e glaciali. Il make-up artist Joel Harlow, che con l’attore ha lavorato in altri 12 film, ha raccontato che le protesi che rendevano Depp calvo sono state realizzate a mano, inserendo un capello per volta. Ciascuna di essere poteva essere utilizzata solo una volta, ragion per cui ne sono state realizzate circa 50, in un processo che richiedeva 22 ore di lavoro per ogni protesi. L’attore, poi, si sottoponeva ogni giorno a una seduta di trucco di circa due ore per ottenere l’aspetto che ha nel film. Ricorderemo questo make-up, nella sua (apparente) semplicità, tra i più strani mai sfoggiati da Johnny Depp.

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Il cinema, sin dalle sue origini, ci ha spesso regalato dei trucchi memorabili, ancora oggi frutto del lavoro manuale e della passione dei make-up artist, aldilà degli effetti speciali. Lon Chaney Sr., soprannominato “L’Uomo dalle Mille Facce”, fu il primo grande caratterista della storia del cinema: si affidò innumerevoli volte alle mani dei truccatori, subendo di volta in volta delle vere e proprie metamorfosi. Una tra tutte? Quella nel Fantasma dell’Opera.

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Dal 1981 viene assegnato il premio Oscar al miglior trucco (dal 2012 comprende anche l’acconciatura) che riconosce con l’ambita statuetta il duro lavoro dietro le quinte dei make-up artist. Tra i film vincitori troviamo Dick Tracy (1990), in cui anche il make-up racconta efficacemente l’origine fumettistica del film, ma anche Mrs. Doubtfire (1993) in cui il compianto Robin Williams sfoggiava una grande espressività nonostante le numerose protesi sul viso: merito dell’abile mano di Ve Neill. Men in Black vinse il premio nel 1999 e per capire il perché basta pensare a una sola cosa: Vincent D’Onofrio dentro il suo “Edgar-abito”.

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Per chiunque sia interessato a conoscere e approfondire i dettagli di questo mestiere, la piattaforma via cavo statunitense Syfy trasmette Face Off, un talent show dove una serie di professionisti del settore, tra cui i vincitori di Academy Ve Neill e Michael Westmore, settimana dopo settimana giudicano e aiutano truccatori amatoriali nella realizzazione di make-up prostetici. I più appassionati apprezzeranno.

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