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Il debutto di “Rumoroso silenzio”, quando il teatro tocca temi controversi

In occasione della Giornata commemorativa della strage delle foibe (10 febbraio), Pequod segnala il debutto dello spettacolo teatrale Rumoroso silenzio, in scena stasera al Teatro Gavazzeni di Seriate (BG), che vede protagonisti i giovani attori del TNB – Teatro Nuovo di Bergamo, la più giovane compagnia di produzione nazionale, per la regia di Luca Andreini, classe 1997.
Uno spettacolo che ha già fatto parlare di sé, così come la stessa questione dell’esodo degli istriani e dei giuliano-dalmati dalle terre di confine tra Italia ed ex Jugoslavia.

Un'immagine delle prove aperte su TG2 Storie – Racconti della settimana, puntata del 07/02/2016
Un’immagine delle prove aperte su TG2 Storie – Racconti della settimana, puntata del 07/02/2016.

La Storia, quella degli anni conclusivi e appena successivi alla seconda guerra mondiale, vuole che dal 1943 migliaia di fascisti e italiani non comunisti fossero torturati, uccisi e gettati nelle foibe, profonde fenditure carsiche della regione carsica e dell’Istria, ad opera dei partigiani jugoslavi, dando così un forte impulso a un vero e proprio esodo dall’Istria e dalla Dalmazia. Tra gli esuli, ex fascisti e collaborazionisti, ma anche partigiani e sloveni e croati che non volevano, o non potevano, vivere sotto la nascente dittatura comunista di Tito; anche semplici cittadini che, a causa della loro cittadinanza italiana, furono erroneamente etichettati come fascisti e costretti a lasciare la loro terra per sfuggire alla repressione.
La storia, quella messa in scena, ha inizio con una gita scolastica a Trieste, dove un ragazzo si lascia trasportare dalle voci taciute e mai sopite che riaffiorano da quelle terre e narrano dei ricordi atroci dei vinti. Emerge la storia di Ferdinando e Norma, due giovani polesani indecisi sul da farsi, se restare e custodire quel che gli appartiene o fuggire e cercare di salvare il loro amore e le loro vite da un tragico destino che sembra già segnato, mentre tutt’intorno c’è chi lotta, chi si arrende, chi prende posizione.

La Storia ci lascia il conto di migliaia di morti e di profughi, ma anche le posizioni contrastanti di un dibattito non ancora del tutto mediato e risolto, tra chi sostiene e chi contrasta la lettura della vicenda delle foibe in termini di “pulizia etnica” (solo il 30 marzo 2004, a più di sessant’anni dai tragici avvenimenti, è stato istituito un Giorno del ricordo).
Della trama di questo spettacolo, invece, non si sa molto di più, in attesa del debutto, ma tanto è bastato per scatenare forti reazioni, addirittura intimidazioni dirette al regista. Scoppi di petardi fuori dalle sale delle prove, lettere minatorie, scritte sui muri e sulla porta di casa del ragazzo: le date del tour teatrale saranno monitorate dalla presenza della Polizia. E pensare che il testo dello spettacolo è stato letto solo dal cast e dai teatri che hanno ospitato le prove.

Luca Andreini (18), regista di "Rumoroso silenzio"
Luca Andreini (18), regista di “Rumoroso silenzio”.

I giovani attori e il regista, però, non hanno rinunciato al loro progetto, cercando di riportare l’attenzione sulla questione centrale della trama, inquadrata in un contesto storico ben delineato ma non esclusivo: il dramma della perdita della propria identità, intesa come perdita della terra d’origine, degli affetti, della vita; il riscatto nel ricordo e nel racconto, per scongiurare ogni tragica semplificazione del reale e riaffermare l’umanità di quei civili inermi di fronte alla violenza e alla discriminazione.
Il debutto è già sold out, ma rimangono altre due date lombarde (20 febbraio, Teatro don Bosco di Colognola; 26 febbraio, Teatro Villoresi di Monza) per scoprire che cosa ci racconta il “rumoroso silenzio” di una storia rimossa per decenni dalle stesse istituzioni e ripresa da un lavoro, quello di Andreini e del TNB, quantomeno coraggioso.

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Andreini, featured, foibe, TNB


Alice Laspina

Nata nella bergamasca da famiglia siciliana, scopro che il teatro, lo studio e la scrittura non sono che piacevoli “artifici” per scoprire e raccontare qualcosa di più “vero” sulla vita e la società, sugli altri e se stessi. Dopo il liceo artistico mi laureo in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo e sempre girovagando tra nord e sud Italia, tra spettacoli e laboratori teatrali, mi sono laureata in Lettere Moderne con una tesi di analisi linguistica sul reportage di guerra odierno. Mi unisco alla ciurma di Pequod nel 2013 e attualmente sono responsabile della sezione Cultura, non senza qualche incursione tra temi di attualità e politica.

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