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Tropico dei colli: la startup che ti porta ai tropici

Oggi più che mai il mondo delle startup è in forte crescita. Sempre più giovani decidono di mettersi in proprio ed avviare una loro attività che, talvolta, li porta ad un grande successo. Le iniziative non mancano di certo neanche in Italia ed in Lombardia, a Bergamo, è nata nel 2015 Tropico dei Colli. La giovane attività si occupa di produrre e vendere frutti esotici biologici poco conosciuti e non diffusi sul mercato e nasce da un’idea di Giulia Serafini e Mirko Roberti.

Entrambi esperti del settore agricolo, Mirko perché ha studiato architettura ambientale ed ha lavorato per diversi anni nel settore vivaistico, Giulia perché laureata in agraria, dopo gli studi hanno deciso di intraprendere questa bella avventura. «Quando io e Mirko ci siamo conosciuti abbiamo deciso di soddisfare la nostra comune esigenza, ovvero dar vita ad un’azienda agricola che vendesse un qualcosa di nuovo ed innovativo, partendo dalla nostra terra», spiega Giulia. Questo “qualcosa di nuovo” ed innovativo sono, appunto, frutti esotici non molto conosciuti nella Penisola, ma che nel resto del mondo godono di un buon mercato. «Mirko già da tempo stava compiendo delle ricerche su alcune varietà di frutti esotici e, una volta che abbiamo deciso di avviare l’attività, abbiamo riscontrato che alcuni di essi si sarebbero potuti coltivare nelle nostre zone», racconta sempre Giulia.

Con frutti esotici Mirko e Giulia non si riferiscono ai classici mango e papaya, per citarne alcuni, perché il clima lombardo non è assolutamente adatto alla loro coltivazione. Alla ricerca di una coltivazione compatibile con il territorio dell’Italia settentrionale si sono imbattuti in tre prodotti particolari, che sono poi divenuti il marchio di fabbrica dell’azienda: il Kiwi Arguta, un piccolo kiwi rosso e dolcissimo con la buccia liscia, la Feijoa, frutto ad alta concentrazione di iodio dalla polpa dolce e fresca, ed infine l’Asimina, caratterizzato da una consistenza cremosa e da un retrogusto tostato, un vero e proprio super food ricco di sostanze nutritive e consigliato per gli sportivi. Questi tre frutti vengono coltivati nell’impianto sperimentale della startup a Valtesse, sui colli bergamaschi, dove è stato costruito un vero e proprio frutteto. Da notare la caratteristica fondamentale delle coltivazioni del Tropico dei colli«Nessuno dei frutti è nato da sperimentazioni OGM ma hanno tutti origine completamente naturale. In altre aree del pianeta crescono spontaneamente, qui invece li abbiamo portati noi».

Tropico dei colli è una realtà innovativa anche per quanto riguarda la vendita ed il rapporto con il cliente, come ci spiega Giulia: «Abbiamo intenzione di creare alcuni frutteti produttivi in diverse aziende agricole dando vita ad una rete di produttori di frutti esotici, in modo da poter vendere i nostri prodotti su larga scala». Ma non solo: «Attualmente siamo ancora all’inizio, ma siamo comunque riusciti ad organizzare alcune degustazioni per presentare i frutti e a partire da quest’anno inizieremo a vendere i nostri prodotti ad alcune imprese italiane», spiega sempre Giulia. Per il futuro l’intenzione è quella di allargare l’attività coinvolgendo sempre più persone, ma la vera intenzione di Mirko e Giulia è quella di ampliare l’offerta sul mercato aggiungendo al loro catalogo altri frutti tropicali da commerciare, come per esempio mango e banane, da acquistare da altre aziende agricole vista l’inadeguatezza del territorio lombardo alla coltivazione di queste varietà esotiche.

Un inizio promettente quello di Tropico dei colli, che per ora ha già collezionato un secondo posto, nel 2016, a Start Cup Lombardia, una competizione organizzata dalle università lombarde e promossa dalla regione Lombardia che premia le migliori idee in ambito imprenditoriale. Tuttavia gli ostacoli per una nuova attività sono molti, soprattutto dal punto di vista burocratico. Ma Giulia è ottimista: «Devo dire che esistono numerosi bandi e concorsi rivolti alle startup come la nostra e che rappresentano un’opportunità di crescita non indifferente: prepararsi per partecipare ci spinge a migliorare sempre e ad avere idee nuove. Ed i premi in denaro, quando arrivano, ripagano le fatiche e ci aiutano ad andare avanti».

Fotografie di Tropico dei colli

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Matteo Fornasari

Cremonese di nascita, classe 1995, riesco ad oltrepassare l’ostacolo della maturità nel luglio del 2014 e a conseguire un sudatissimo diploma in lingue straniere. A settembre dello stesso anno la passione per la storia mi porta ad iscrivermi all’Università degli Studi di Milano dove quasi casualmente trovo Pequod, ed è qui che ha inizio la mia avventura.

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