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Stravolgere gli schemi per mettersi InAscolto

Chiacchieriamo di musica underground con Andrea Greco, uno dei fondatori del  collettivo bergamasco InAscolto: attivo da circa due anni e mezzo a questa parte,  è composto da Andrea Greco, Luca Brembilla, Andrea Manzoni e Michele Gambarini. «Ai tempi in cui io e Luca eravamo coinquilini, ci si ritrovava spesso a parlare del mondo musicale di Bergamo, delle sue caratteristiche e peculiarità, senza criticarlo o accusandone i diversi aspetti. Ci siamo sorpresi con il desiderio di poter riuscire a trovare delle proposte che, all’interno di contesti preesistenti, purtroppo non esistevano, sia per questioni di mercato che regolano l’ambiente musicale dei concerti dal vivo o dalla presenza di determinate realtà che non se lo possono permettere», spiega Andrea durante la nostra intervista a quatr’occhi. Partendo da questi presupposti, decisero di riunirsi come collettivo e muoversi per realizzare le loro idee, organizzare eventi su scala ridotta con un dialogo aperto non solo alla musica, ma anche alle altre arti come la poesia, il cinema, il teatro.

Delle realtà preesistenti che hanno ispirato il progetto di InAscolto, possiamo sicuramente citare Sofar Sounds e Invisible Show.«Rispetto al contesto bergamasco il nostro riferimento più vicino è Invisible Show, con cui si stanno creando delle buone connessioni a livello di collaborazione artistica e logistica. Per quanto riguarda Sofar Sounds, inteso come Sofar Sounds Italia, ha uno stile e dei presupposti che non condividiamo particolarmente, se non per la modalità dei “concerti casalinghi”».

Inizialmente venivano sfruttate case di privati messe a disposizione per i concerti, successivamente e in maniera abbastanza naturale, il collettivo ha iniziato collaborazioni con altre associazioni trovando intriganti proposte di setting. Abbandonato marginalmente l’house concert, cercano di trovare ogni volta nuovi contesti in cui inserire la proposta musicale. «All’interno degli spazi, ultimamente stiamo iniziando a lavorare anche sulla disposizione dei performers e del pubblico, cercando di rompere gli schemi e le classiche barriere d’ascolto. Un esempio può essere il concerto che organizzammo in una sorta di piccolo hangar: su tutti i lati di questa stanza cubica venivano proiettate delle visual di grande suggestione, che facevano da scenografia al Coro Polifonico Adiemus. Il fatto di avere davanti a sé un coro ma non essere in una chiesa, con un bicchiere di vino in mano o seduto ai loro piedi scombinava tutte le pratiche di fruizione musicale a cui siamo abituati. Quello è stato uno dei momenti in cui mi sono sentito molto vicino all’obbiettivo che ci eravamo originariamente prefissati».

Il collettivo punta molto all’ambito della musica underground e sperimentale, con generi e artisti di nicchia, anche se non è assolutamente un elemento discriminante per il collettivo: gli organizzatori si sono prefissati non solo di proporre esclusivamente delle performance di musica sperimentale, c’è comunque un fare divulgativo che prende in considerazione la realtà contestuale: «Siamo partiti con delle proposte molto orecchiabili e fruibili per arrivare anche alle orecchie del pubblico meno esperto, meno avvezzo all’ascolto musicale sperimentale. Questo per riuscire a creare delle proposte che semplicemente non esistevano nel contesto come bergamasco».

InAscolto dà spazio al pubblico e ai musicisti: spesso accade che un musicista affermato, avvezzo a festival internazionali, abbia poche occasioni in cui riuscire a suonare in contesti ridotti e intimi, costruiti apposta per l’ascolto, con proposte musicalmente originali ma non necessariamente “complicate”. «Succede che a volte gli artisti vengano a suonare ai nostri eventi prendendo solo la metà del loro cachet, solo perché consci del fatto che avrebbero trovato un ambiente e un pubblico capace di ascoltare fino all’estremo delle sperimentazioni. Il pubblico, però, è forse una delle nostre soddisfazioni più grandi, non per i numeri sicuramente, quanto per l’alta sensibilità artistica di chi viene ad ascoltare: più si va avanti con gli eventi, maggiore è la consapevolezza del contesto e del mood generale degli appuntamenti di InAscolto. È per questo che penso che la città di Bergamo abbia reagito in maniera positiva alle nostre proposte».

Un grande passo del collettivo è stato quello di costituirsi in associazione, quindi partecipare a bandi e affrontare un nuovo tipo di percorso «che poi, altro non è che la conseguenza naturale del voler portare gli eventi in spazi più suggestivi, interessanti o altrimenti inaccessibili, nonché riuscire ad avere la presenza di artisti con un più alto chachet o che semplicemente arrivano da più lontano». Il livello comunicativo rimane sempre underground: molto drastici sull’utilizzo dei social network, i ragazzi utilizzano come passaparola eventi privati sulla pagina Facebook, e-mail, SMS, WhatsApp. Questo per preservare l’anima intima e raccolta del progetto: l’intenzione di seguire gli appuntamenti di InAscolto arriva con la partecipazione ai concerti o il passaparola. Rimanete InAscolto!

Se vorrete mettervi InAscolto, ecco dove potrete lasciare il vostro contatto al fine di seguirne gli eventi futuri: < inascolto@inascoltoconcerti.it>

Per curiosare tra quelli che vi siete persi: < http:/inascolto-concert.trumblr.com/ >

featured, House-concert, InAscolto, Invisible Show, musica, Musica sperimentale, underground


Sara Alberti

Nata sulle colline bergamasche nel 1989, percuoto dall’età di otto anni, quando ho iniziato a studiare batteria e percussioni da orchestra nel Corpo Musicale Pietro Pelliccioli di Ranica (W la banda!). Dopo essermi barcamenata tra le varie arti, la Musica ha avuto la meglio e mi è valsa una laurea in Musicologia. Profondamente affascinata dal vecchio e dall’antico, continuo a danzare e suonare nella Compagnia per la ricerca e le tradizioni popolari “Gli Zanni” e per il mio grande amore balcanico Caravan Orkestar. Su questa nave di pirati sono la responsabile della sezione Nuove Premesse, della cambusa e della rubrica musicale.

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