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Sinodo 2015: tra geopolitica ed ermeneutica

Succede che, in una famiglia, le persone crescano e autodeterminandosi, imparino a recitare il proprio ruolo sul palcoscenico della vita. Così, nella grande famiglia della Chiesa Cattolica, talvolta i pastori dislocati negli angoli più remoti del mondo, influenzati dalle diverse culture dei posti stessi che li ospitano, discostino il proprio pensiero dalla linea originaria su cui si erano formati come uomini di chiesa, teologi e Pastori. Succede, quindi, che ora in veste di padre premuroso, ora di monarca assoluto, il Santo Padre convochi il Sinodo, l’adunanza di Vescovi disciplinata dall’art.342 del Codice Canonico, per fare quadrato, per misurare la volontà delle diverse anime che costituiscono la Chiesa circa la disponibilità al cambiamento nei confronti di una Società che, molto più velocemente di loro, cambia, adottando valori universali diversi e per certi aspetti rivoluzionari rispetto l’antico ordine dell’uomo, della famiglia, della vita.

L’adunanza svoltasi dal 4 al 25 Ottobre 2015 ha avuto quale focus  “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”,  Già la famiglia. Ma quale famiglia? La famiglia esclusivamente etero? La famiglia fondata su un’altra famiglia affondata? Si tratta di questioni da affrontare con la lucida consapevolezza che il mondo non è più lo stesso di qualche tempo fa.religioni_nel_mondo_800

L’indissolubilità del matrimonio sempre più flebile, la libertà sessuale, la teoria gender, la procreazione medico assistita sono tutti macrotemi con cui  la Chiesa dovrà fare necessariamente i conti, altrimenti la stessa sarà destinata ad un ruolo marginale, a vantaggio di quelle professioni di fede che avranno saputo meglio interpretare le richieste avanzate dalla temporalità della seconda decade degli anni 2000.

A questo punto si annoda la matassa: la necessità di rincorrere l’ermeneutico, di adattare la dottrina millenaria allo sviluppo del presente, senza snaturarsi o sconfessarsi. Perché, come in un gioco di invisibili equilibri dettati dalla geopolitica, la Chiesa, cedendo al nuovo, all’insieme di valori perpetrati dalle Società occidentali, dovrà stare ben attenta, a non cadere in contraddizione con le radici storiche del pensiero cristiano – cattolico, radici che, ora più che mai, sono ben innestate  in altre zone del pianeta dove il pensiero tradizionale resta più intrinseco nella società. Palesato ciò, lo spauracchio dunque è la parola Scisma.

In questo disgregato scenario, su questo altalenante sipario di rivoluzionari e reazionari saranno, negli auspici del Pontefice, i contributi prodotti nel mese scorso, dai 13 circoli (4 in lingua inglese 3 in italiano e francese, 2 in spagnolo e 1 in tedesco) di alti prelati, ad indicare un’unica strada alla Chiesa Romana. Gli auspici in sede di proclamazione dell’evento, restano ben descritti dall’espressione del Cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, il quale spiegò la necessità dell’adunanza attraverso un laconico “ Dobbiamo guardare più in là”.

Le sfide sono molte. Dalle prime indicazioni, le iniziali divergenze tra i diversi gruppi di lavoro sono state appianate. Il documento finale adottato è costituito da singoli passaggi, che hanno ottenuto la maggioranza dei 2/3 dei voti. Lo stesso documento, avendo carattere esclusivamente consultivo, costituirà un possibile criterio consegnato al Papa per potersi meglio orientare nelle sue scelte future durante il suo pontificato, a cui, comunque, spetterà la parola finale da apporre a qualunque argomento trattato in sede sinodale.images

Durate l’intera seduta qualche segnale di apertura si è potuto riscontrare dal  gruppo tedesco, attraverso un forte atto di auto-responsabilizzazione, un mea culpa nei confronti di ragazze madri, figli illegittimi, conviventi, omosessuali, divorziati risposati. Infatti si legge nel testo: “Nel tentativo mal concepito di sostenere la dottrina” sono stati sostenuti “atteggiamenti duri e spietati che hanno determinato la sofferenza delle persone”. Risulta necessario, sottolineano i prelati tedeschi, “maturare un linguaggio adeguato e rinnovato sulla sessualità”. Ma senza aprire alla teorie gender. “Ogni ideologia che sta provando a rendere il genere un costrutto o una scelta individuale non sarà accettata”, ha sottolineato in conferenza il Cardinale Reinhard Marx.

Nei documenti dei diversi circoli, emerge con toni diversificati anche la questione dell’omosessualità. Il gruppo italiano, il gruppo C,  coordinato dal Cardinale Angelo Bagnasco, invita “ad un approfondimento antropologico sul tema”, il moderatore inglese del gruppo A il Cardinale George Pell (rappresentate della linea conservatrice) invita le famiglie ad accettare le persone che al loro interno manifestino tendenza omosessuali, “raccomandandoli però di insegnarli il valore della castità”.

Concluso l’incontro, il Papa ha ringraziato per il lavoro svolto, ha letto e probabilmente prenderà spunto per eventuali future decisioni. Anche se, da non addetti ai lavori, ma da semplici cittadini credenti o no, non ci sembra di essere in presenza di sconvolgenti novità. Leggendo quanto espresso dai gruppi di lavoro, pare piuttosto tutto fermo e congelato su antiche posizioni ecclesiastiche che probabilmente rimarranno tali anche post-Sinodo. Per due particolari aspetti: il primo di natura squisitamente teologica, in quanto le richieste della moderna società, saranno sempre più discostanti dall’ermeneutica di millenni fa e da chi ne è il custode. Il secondo per scelte di opportunità, dove il “nuovo” grande bacino di utenza, leggasi fedeli, ora è geograficamente dislocato in aree dove la richiesta di tale “modernizzazione dell’Istituzione Chiesa” non è certo una prerogativa, anzi potrebbe risultare solo controproducente ai fini di assoldamento delle anime, che potrebbero “smarrirsi” verso una confessioni in grado di intercettare le necessità più ortodosse di certi territori.

Insomma non è la volontà della parti la sola condizione necessaria a perché due opposte visioni convergano, talvolta le due visioni, entrambe legittime, non potranno mai integrarsi e condividersi perché radicalmente diverse e inconciliabili, o perché non particolarmente interessate a fondersi, perché fuori dall’Europa la parola Scisma echeggia e risuona sinistra fino a Roma.

 

Fotografia in copertina via vaticano.com

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Mirko Pizzocri

Ho 32 anni e arrivo dall’estrema provincia di Milano, insomma dalla campagna alla city, per necessità, lavoro e studio, ma forse un pochino anche per piacere. Sono laureato in Giurisprudenza, e manco a dirlo da grande vorrei fare l’avvocato. Intanto mi diletto e diverto tra sport praticati, lettura e viaggi. Ultimamente, frequentando la ciurma di Pequod, ho anche preso gusto a scrivere...

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