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Noaptea Caselor: la cultura apre le porte a Bucarest

Ancora Romania. Ancora Bucarest. Di nuovo nell’Europa orientale per fare emergere il sostrato culturale che non si è abituati a cercare nella capitale rumena. Eppure, ecco “La notte delle Case”.

Il 27 settembre 2014 la città ha aperto ai suoi visitatori e cittadini le villette e gli appartamenti più creativi, dalle 18 alle 7 del giorno seguente. Dal centro alle zone periferiche, la mappa cittadina si è costella di punti di ritrovo inusuali e in contrasto rispetto ai grigi bloc comunisti: di fronte a file e file di condomini uguali, la vivacità culturale della città è presente in questi appartamenti, mini centri sociali ai nostri occhi occidentali che propongono jazz, mostre fotografiche, graffiti, proiezioni di filmati psichedelici, poesie e arte contemporanea… ma soprattutto, numerosissimi spazi in cui l’opinione pubblica rumena può finalmente sfogarsi.

A 25 anni dalla caduta del comunismo, da Casa Elisabeta, Casa Carol 53, Casa Lupu passando anche per Casa Jurnalistului, le nuove generazioni si riuniscono per formare una nuova comunità.

Se in passato le iniziative socio-culturali si ritiravano in uno spazio personale e di condivisione tra una cerchia ristretta di amici, dopo essersi duramente scontrate con autorità ostili e ambienti sociali apatici, oggi queste case si apprestano a diventare una rete culturale decentrata, in risposta al vuoto lasciato dalle istituzioni.

Una rete composta da cittadini attivi e giovani, che dà voce alla necessità di una libertà d’espressione più audace, personale e il più lontano possibile dalla corruzione morale e culturale del Paese.

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Francesca Gabbiadini

Nata in valle bergamasca nell’inverno del 1989, sin da piccola mi piace frugare nei cassetti. Laureata presso la Facoltà di Lettere della Statale di Milano, capisco dopo numerosi tentavi professionali, tra i quali spicca per importanza l’esperienza all’Ufficio Stampa della Longanesi, come la mia curiosità si traduca in scrittura giornalistica, strada che mi consente di comprendere il mondo, sviscerarlo attraverso indagini e ricomporlo tramite articolo all’insegna di un giornalismo pulito, libero e dedito alla verità come ai suoi lettori. Così nasce l’indipendente Pequod, il 21 maggio del 2013, e da allora non ho altra vita sociale. Nella rivista, oltre ad essere fondatrice e direttrice, mi occupo di inchieste, reportage di viaggio e fotoreportage, contribuendo inoltre alla sezione Internazionale. Dopo una tesi in giornalismo sulla Romania di Ceauşescu, continuo a non poter distogliere lo sguardo da questo Paese e dal suo ignorato popolo latino.

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