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Circo Zoè: naufragare a corpo libero

Il circo è un’arte molto controversa, inutile fare giri di parole. Affascina, sbalordisce, diverte.

In Italia, l’arte circense va a scontrarsi in modo particolare con una tradizione illustre e antica, oltre che con l’attualità. Da una parte, la famiglia reale del circo italiano, gli Orfei, che tuttavia oggi trovano forti ostacoli nell’ambientalismo, così che non passa una tournée in cui non siano boicottati dagli animalisti; dall’altra parte, invece, la bellezza del corpo umano e il fascino di mille storie da raccontare con la musica e le immagini, valori alla base del circo moderno più conosciuto, ovvero il Cirque du Soleil.

Più vicino a quest’ultimo modello è Circo Zoè, vero circo d’autore nato nel 2011 da Chiara Sicoli e Simone Benedetti (circensi) e Diego Zanoli (musicista compositore). Italiano di nascita, Circo Zoè si avvale di 10 artisti fra italiani, francesi e brasiliani, nella convinzione che l’internazionalità della compagnia sia un valore aggiunto al progetto artistico.

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Il debutto al Teatro Astra di Torino con lo spettacolo di presentazione, Zoè, da subito pone le basi su cui lavorare.

Quel che contraddistingue questo progetto e chi lo ha creato è proprio la motivazione e il pensiero artistico: «Il circo è una forma d’arte e di conseguenza è attuale quanto ogni altra forma d’arte, sono le scelte artistiche di ogni spettacolo che lo definiscono» afferma Simone, conscio del passato e del dibattito attuale su tale forma d’arte, ma al contempo deciso nel suo proposito.

«Noi abbiamo scelto di definirci circo d’autore perché  semplicemente quello che è, siamo autori delle nostre opere. Contemporanei e attuali lo siamo per definizione,  le tecniche che utilizziamo sono centenarie, riviste e riadattate. Abbiamo deciso di creare la nostra compagnia di circo perché l’essere artisti porta ad amare la libertà di espressione che solo essendo autori di se stessi può esprimersi al meglio».

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Questo è decisamente un modo nuovo di vedere il circo, ma del tutto convincente. Circo Zoè sfrutta le potenzialità del corpo umano per mostrare quanto l’uomo sia fragile, di per sé, ma affascinante allo stesso tempo: fare arte circense significa rivendicare la verità.

Continua Simone: «Oggi il circo emerge come espressione di una rivendicazione legata al vero. Non quindi alla narrazione (come altre forme d’arte) bensì all’autenticità del gesto e della sua relazione. Il corpo non è imitativo, narrativo o lirico; il gesto parte da una necessità di conoscenza del limite, espresso in un contesto performativo. Secondo noi, il circo rimane legato a una forma che esprime il corpo in condizioni extraquotidiane: non come manifestazione del diverso ma come rivendicazione di un sapere legato al corpo e alle sue possibilità».

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Attualmente, la compagnia è in tournée con lo spettacolo Naufragata, che sta riscuotendo molto successo di pubblico, anche al di là degli ostacoli da superare.

Il circo, infatti, sebbene sia in una situazione positiva e stia pensando a un nuovo progetto (che potrebbe essere pronto per il 2017), comunque deve far fronte alla crisi e alla carenza di fiducia da parte non solo degli operatori (per evidenti motivi economici) ma anche da parte del pubblico, la cui maggioranza non sa bene come porsi di fronte a questa realtà vecchia eppure nuova.

In ogni caso, già nei precedenti spettacoli sono stati notati l’interesse e nuova curiosità verso l’arte circense: chissà se sarà proprio Circo Zoè a cambiare le cose.

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Laura Pegorini

Classe ’92, sono nata e vivo a Cremona, ma mi sono laureata a Parma e mi sto specializzando a Milano in Lettere Moderne. Insegnante per arginare il precariato, apprendista scrittrice, studentessa appassionata, bibliomane e bibliofila, chi mi conosce mi definisce piccola e bipolare, tra una dolce timidezza e un’ironica cattiveria. Sogno di rendere la lettura e la scrittura, mie grandi passioni, un lavoro, perché da sempre mi hanno permesso di viaggiare ovunque nel tempo e nello spazio.

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