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MILANO: UNIVERSITA’ CHIUSA

Di Alessandro Giuliano e Andrea Turchi

Immaginate di essere studenti universitari. Immaginate di recarvi nella vostra sede perché quel giorno dovete sostenere un esame, un colloquio di ricevimento con un professore, o anche semplicemente per usufruire delle aule e biblioteche messe a disposizione per studiare. Ecco, immaginate di trovare a sorpresa i cancelli della facoltà sbarrati, chiusi. Sul portone un foglio in formato A4 con su scritto che quella sede resterà chiusa per tre giorni e che tutte le attività che si sarebbero dovute svolgere in esse, sono trasferite nelle altre sedi. E’ quanto è accaduto stamani presso la sede centrale dell’Università Statale di Milano in via Festa del Perdono. Allo sconcerto e alla rabbia di professori e universitari per la sgradita sorpresa, dato che non c’è stato alcun preavviso da parte del rettore, si è unita quella dei alcuni collettivi coinvolti direttamente nella vicenda.

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 La vicenda

Per oggi era previsto un evento nel quale si sarebbe trattato il tema dell’alimentazione, secondo un canone alternativo rispetto a quello maggiormente sponsorizzato da EXPO, attraverso dibattiti seguiti poi, nella serata, da un aperitivo Bio a chilometro zero, in collaborazione con un GASP (gruppo di acquisto solidale e corporale) e da un concerto. C’è da specificare che l’iniziativa era organizzata da alcune realtà cittadine extra universitarie, come il Centro Sociale Cantiere e collettivi universitari, come Lapsus e The Take, come ci dice una ragazza facente parte di quest’ultimo. Rispettando la praxis, gli organizzatori hanno chiesto alcuni giorni fa al Rettore l’autorizzazione per usufruire degli spazi universitari e, non ricevendo alcuna risposta, hanno comunque scelto di mettere in campo l’iniziativa.

Battenti chiusi in Festa del Perdono. Cinque camionette della polizia in Largo Richini e altrettante in Piazza Santo Stefano, due luoghi che delimitano la sede dell’Università. Università chiusa fino a Domenica 18 Gennaio. Questa è stata la risposta del rettore. Queste le risoluzioni del Prefetto di Milano.

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 La gravità

Sono molti, troppi forse, gli aspetti sgradevoli di quanto è accaduto oggi. La negligenza di un’istituzione che non ha saputo fornire le risposte adeguate a chi chiedeva un luogo per il confronto e la discussione. L’ indifferenza per qualsiasi studente che, pagando le rate della retta, si aspetterebbe di poter usufruire regolarmente dei servizi. L’ abbietta modalità con la quale si è comunicata la chiusura. Ed anche il fatto stesso che una struttura pubblica resti chiusa con la sommaria e non giustificata motivazione di un rischio di sicurezza deciso autonomamente, anticipatamente e senza alcun confronto con le parti, tanto meno con tutti gli studenti, certo non può che negare il ruolo stesso dell’Università e della tanto discussa ultimamente libertà di espressione e dibattito.

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