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Edimburgo, turisti cinesi e papaveri rossi

Edimburgo è un romanzo storico che prende vita. È uno straordinario ambiente gotico – dickensiano. E’ il contrasto di una facciata esterna di rocciosa, con motivi di nero fumo e lucido di pioggia, e l’intimità ambrata di pub e sale da té. Il tutto dominato da uno splendido castello, conclusione di un lunghissimo viale Royal Mile che si sviluppa e articola lungo tutto il centro città.

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La città fregiata patrimonio dell’Unesco, seconda nel Regno Unito solo a Londra come numero di visitatori, risulta agli occhi dei viaggiatori orgogliosa della sua identità, delle sue tipicità. Il salotto cittadino è un brulicare di botteghe connesse alle punte d’eccellenza scozzesi: il commercio legato al whisky e al cashmere la fanno da padrona; i turisti, moltissimi cinesi, acquistano con avidità. È proprio da qui, dalle fiorenti attività di Scozia e dall’incontro con turisti di tutto il mondo, che probabilmente trova fecondità il seme del separatismo, nasce la convinzione di potercela fare da soli, di riuscire a creare la Scozia, sganciata una volta per sempre dal giogo londinese della corona. O almeno questo è quello che affermava un nutrito numero di sostenitori separatisti, radunatisi a centinaia sotto l’Holyrood Palace, residenza ufficiale in Scozia della Regina d’Inghilterra

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Abbandonato il colorato carosello di Sant’Andrea, si prosegue, lasciandosi alle spalle comignoli, tetri angoli bui e palazzi medioevali.

La città continua a presentarsi come una giostra su più piani collegati da un dedalo di antiche strade. Talvolta lo strato cittadino inferiore è collegato a quello superiore da passaggi pubblici sviluppati in verticale, che prendono le forme di un sinistro torrione.

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Tutto qui è connesso, tutto è collegato; persino i cimiteri fungono da braccio di connessione tra zone: attraversando il campo santo, tra tombe ottocentesche e chiese gotiche, si può aggirare un intero circondario. Osservando la città, dalle sue diverse alture, il mare fisso a nord-est, rimane l’elemento blu imprescindibile dell’orizzonte cittadino. L’altura più bella e più verde è quella di Calton Hill, dove ha sede il giardino pubblico della città, in cui si trova un piccolissimo osservatorio che destina il suo prezzo d’ingresso (4 sterline) al fondo per i veterani di guerra.

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Nella capitale scozzese, addobbata di croci bianche e sfondi blu, smaniosa di essere indipendente, ancora vive un’anima molto british: quella che lavora, viaggia, frequenta musei con il papavero rosso, portato nell’occhiello della giacca. Fiore che rappresenta qualcosa di più di un gesto di solidarietà nei confronti dei vecchi veterani britannici; rappresenta un passato di coesione e di battaglie comuni, che la città leale alla corona non vuole dimenticare, non vuole perdere.

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Mirko Pizzocri

Ho 32 anni e arrivo dall’estrema provincia di Milano, insomma dalla campagna alla city, per necessità, lavoro e studio, ma forse un pochino anche per piacere. Sono laureato in Giurisprudenza, e manco a dirlo da grande vorrei fare l’avvocato. Intanto mi diletto e diverto tra sport praticati, lettura e viaggi. Ultimamente, frequentando la ciurma di Pequod, ho anche preso gusto a scrivere...

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