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Tributo a Kiev

Ho avuto la fortuna di arrivare a Kiev per la prima volta, quasi per caso, nell’estate del 2011, dopo un viaggio in treno di venti ore da Cracovia. La capitale ucraina accoglie magistralmente i suoi turisti: i biglietti della metropolitana sono dei bellissimi gettoni di plastica azzurri!

Ancora meglio dei gettoni è arrivare nel weekend, quando il Khreschatyk, l’enorme viale centrale a otto corsie, è chiuso al traffico e invaso dai pedoni.

Il viale Khreschatyk, arteria del centro di Kiev.
Il viale Khreschatyk, arteria del centro di Kiev.

Lungo il viale si trovava una nostalgica statua di Lenin, abbattuta proprio quest’anno. Il Khreschatyk conduce alla celebre Majdan Nezaležnosti – piazza dell’Indipendenza – una delle piazze più grandi e stupefacenti d’Europa.

Scorcio di Piazza Majdan.
Scorcio di Piazza Majdan.

Un enorme arcobaleno d’acciaio attira l’attenzione, specialmente di notte quando è illuminato: è un monumento sovietico dedicato all’Amicizia dei Popoli. Sotto l’arcobaleno una terrazza panoramica si affaccia sul fiume Dnepr: la schiera sterminata di palazzoni bianchi della riva opposta lascia senza fiato.

Risalendo le stradine a nord di Majdan si scorgono le tredici cupole a cipolla della Cattedrale di Santa Sofia. A poche centinaia di metri luccicano altre cupole dorate, quelle dell’azzurrissimo monastero di San Michele.

A Kiev ci sono tornata anche d'inverno: questa è Santa Sofia innevata.
A Kiev ci sono tornata anche d’inverno: questa è Santa Sofia innevata.

Al calar della sera è un piacere passeggiare nella tranquilla zona dell’Università di Kiev, intitolata al poeta nazionale Taras Shevchenko: lì vicino c’è un bellissimo parco ed eleganti palazzi si affacciano su vie dai nomi illustri, come via Lev Tolstoj.

La vita notturna di Kiev non ha nulla da invidiare alle altre città: birra a poco prezzo e la buonissima vodka Nemiroff non mancano mai nei pub e nelle discoteche del centro. Tuttavia, per vivere un’esperienza davvero ucraina si deve andare all’Hydropark, una specie di luna park notturno con tanto di spiaggia sul fiume e musica house a livelli imbarazzanti.

Dopo i bagordi della notte di Kiev c’è bisogno di un po’ di spiritualità: di mattina presto ci si reca al Monastero delle Grotte di Kiev, uno dei centri più importanti del mondo ortodosso. In superficie ci si perde in un parco fra chiese e chiesette dalle cupole d’oro, per poi trovare l’accesso alle grotte sotterranee. E’ obbligatorio acquistare delle candele prima di scendere: gli stretti tunnel del sottosuolo sono infatti illuminati solo dalle fiammelle dei fedeli, che venerano le reliquie dei santi poste lungo le pareti.

Il Monastero delle Grotte di Kiev, o Lavra, e il parco che lo circonda.
Il Monastero delle Grotte di Kiev, o Lavra, e il parco che lo circonda.

Altrettanto suggestiva ma di tutt’altro genere è la statua della Madre Patria, un colosso in titanio alto 102 metri, protagonista del parco dedicato alla memoria della Grande Guerra Patriottica (la Seconda Guerra Mondiale). Il memoriale è un trionfo al realismo socialista: statue, carri armati e canzoni dell’esercito rosso diffuse nell’aria fanno scendere una lacrimuccia.

La Grande Madrepatria e le statue dei soldati.
La Grande Madrepatria e le statue dei soldati.

Come ultima chicca da scoprire rimane il quartiere ai piedi della collinetta su cui è posta la stupenda Chiesa di Sant’Andrea. La stradina che si arrampica in cima è il lato bohème di Kiev, con bancarelle di quadri e paccottiglia sovietica: cosa c’è di meglio che lasciare la città con delle cartoline ingiallite scritte a mano e una maglietta con raffigurati dei cosacchi?

La salita verso la Chiesa di Sant'Andrea in una giornata nevosa.
La salita verso la Chiesa di Sant’Andrea in una giornata nevosa.

Kiev non merita di essere associata solo ai tragici fatti di quest’anno: questo articolo e le fotografie sono il mio modesto tributo ad uno dei luoghi più belli d’Europa.

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Margherita Ravelli

Nata nel 1989 ad ovest della cortina di ferro, dalla mia cameretta della provincia di Bergamo ho sempre guardato con curiosità verso est, terra dei gloriosi popoli slavi. Dopo aver vagabondato fra Russia, Ucraina e Polonia ho conseguito la laurea magistrale in lingua e letteratura russa, con una tesi sul multilinguismo e sulla multiculturalità nella repubblica russa del Tatarstan. Sono responsabile della sezione Internazionale di Pequod, oltre che redattrice occasionale per attualità, cultura e viaggi.

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