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Wanderlust, la sindrome del viaggiatore seriale

Se non fate altro che pensare al prossimo itinerario, se amate consultare mappe e cartine e siete costantemente aggiornati circa le migliori offerte di viaggio, è probabile che siate affetti da una dipendenza. Una dipendenza benigna e non riconosciuta clinicamente, ma di cui la ricerca scientifica sta recentemente provando l’origine genetica. Si tratta della cosiddetta sindrome del wanderlust, dal tedesco wandern (camminare) e lust (desiderio), caratterizzata da un’insaziabile voglia di viaggio e scoperta.

Il viaggiatore seriale è una persona curiosa e aperta verso le diversità che incontrerà sul suo cammino; non ha particolari esigenze di lusso né problemi a mettersi in viaggio da solo; si propone come viaggiatore, non come turista, e non è spaventato dalle possibili esperienze. Per le persone affette da questa sindrome, un viaggio non è mai abbastanza: la maggior parte del tempo libero e dei guadagni del proprio impiego sono utilizzati per andare alla scoperta di nuove mete. Passo successivo è quello di cercare di rendere la passione per il viaggio un vero e proprio lavoro, riuscendo a far divenire questa dipendenza non la voce principale di spesa del proprio budget, ma una fonte di guadagno.

Esistono oggi un’infinità di blog e account di viaggi e vacanze. Ognuno di noi, infatti, ha la possibilità di diventare microblogger di viaggio: ogni qualvolta si scrive anche solo una breve recensione circa una destinazione, un hotel o un ristorante, infatti, si mette la propria esperienza a disposizione degli utenti di tutta la rete. Il numero dei travel blogger è ormai incalcolabile e ne compaiono quotidianamente di nuovi. Non basta però acquistare un dominio e postare qualche foto; per attirare la giusta attenzione e un cospicuo seguito sono necessarie buone capacità di scrittura, occhio fotografico e la capacità di differenziarsi dal resto degli altri blogger: talento e impegno saranno premiati nel tempo, aprendo alla possibilità di spostarsi gratis. Un punto di forza delle informazioni condivise dai viaggio-dipendenti è l’essere capaci di fornire indicazioni pratiche e dettagliate per specifici interessi, passioni o necessità; i campi d’interesse possono essere svariati: dai viaggi con i figli, a quelli per chi è in sedia a rotelle, a quelli volti alla scoperta delle più strane pietanze o con i più strani mezzi di trasporto.

Inevitabile il rischio che questi blog diventino depliant di viaggi sponsorizzati, ma se si vuole pianificare un viaggio autonomamente, consultare un blog di traveller, capace di fornire informazioni precise e sempre aggiornate, è sicuramente una tra le strategie più immediate ed efficaci. E’ possibile sia documentarsi su una specifica destinazione sia mantenersi costantemente al corrente circa le possibilità di spostarsi in alcune regioni: si ha una finestra aperta su paesi lontani.

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Anche la sindrome di wanderlust, che appare costruttiva più che dannosa, ha un risvolto negativo: non va infatti assolutamente dimenticato l’impatto ambientale che i viaggi hanno sul nostro pianeta, fattore troppo spesso messo in secondo piano. È importante ricordare che il turismo è sì fondamentale per lo sviluppo economico di alcune aree del pianeta e per lo scambio di relazioni e contatti tra i popoli, ma non è un’attività priva di esternalità negative: la sua crescita ha messo a dura prova alcuni ecosistemi fragili e ha danneggiato irrevocabilmente paesaggi ed equilibri. Gli spostamenti con mezzi di trasporto a combustione, aerei in testa, sono una delle maggiori cause dei cambiamenti climatici, i quali sono a loro volta ragione della deturpazione degli ambienti naturali.

Viaggiare è un’attività di inestimabile valore, a patto che chi si sposta sia consapevole dell’impatto delle proprie azioni: il viaggio apre una possibilità di conoscenza e crescita, che è responsabilità del viaggiatore cogliere. Viaggiare solo per scattare una bella foto da postare può ingenerare invece un circolo vizioso: il prezzo pagato per raggiungere quell’immagine paesaggistica potrebbe essere proprio la scomparsa di quel paesaggio.

In copertina: fotografia di Tom&Anna by Pixnio [CC0]

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Anna Innocenti

Nasco al limitar della fine dell’ anno 1989, giusto per potermi sentire degli anni ottanta, in una piccola frazione delle valli bergamasche. La mia passione per il viaggio, per lo spulciare guide turistiche e mappe annesse mi porta a laurearmi in Scienze del Turismo presso la Bicocca di Milano. Attualmente vivo a Bergamo con tanti coinquilini e tanti animali tra i quali la mia border collie Bonnie. Insieme a lei amo fare lunghe scampagnate, sempre in marcia e sempre curiose. Se non cammino guido un vecchio westfalia che mi ha accompagnata in tantissimi viaggi, con la convinzione che ci sia sempre qualcosa da scoprire, anche dietro l’angolo più vicino. Sono una delle ultime arrivate a Pequod e mi occupo della sezione viaggi.

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