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Viaggio da sola perché – storie di viaggi solitari al femminile

Ebbene sì, sono molte le donne che viaggiano da sole. Perché lo fanno? Tante sono le risposte, e altrettante sono le paure, i miti e le situazioni legate a questo fenomeno. Pequod ha voluto saperne di più e ha intervistato Dana Donato, co-fondatrice assieme a Elena Mazzeschi del progetto Viaggio da sola perché.

Come, quando e perché è nata l’esigenza di fondare questo progetto?

Tutto è iniziato ad agosto 2015, quando sia io che Elena eravamo tornate da qualche mese dal nostro primo viaggio in solitaria. Non conoscevo altre donne che viaggiassero da sole, allora ho scritto un post su Twitter che iniziava con “Viaggio da sola perché” e continuava con la mia personale motivazione. Ho chiesto a chi volesse di mandarmi la sua storia, che pubblicavo all’epoca sul mio blog. Con Elena, cavalcando la moda dei gruppi Facebook, ne abbiamo aperto uno anche noi, e subito si sono iscritte centinaia di ragazze. Dopo qualche mese, abbiamo inaugurato anche il sito web, dove abbiamo inserito le storie delle viaggiatrici. In seguito, il progetto è diventato più articolato: adesso 14 persone scrivono per il sito e in più ci sono altre moderatrici. Il fulcro di tutto ciò è proprio la storia, mancava infatti una rete che facesse in modo che ci si raccontasse, si potessero chiedere consigli e aiutarsi a vicenda. Nella realtà molto piccola da cui vengo, è difficile trovare qualcuno che condivide questa stessa passione, e questo è il caso di tante altre ragazze.

Dana, la co-fondatrice del gruppo, durante un viaggio in solitaria ad Aljezur in Portogallo (Tutti i Diritti Riservati).

Quali sono i motivi principali che spingono le donne a viaggiare da sole?

Le motivazioni sono tantissime e diverse, da quelle più semplici alle più complesse. Io volevo semplicemente fare un’esperienza all’estero, la gratificazione è venuta dopo. C’è chi ha voglia di staccare, chi non ha nessuno con cui partire, chi vuole imparare una lingua. Le motivazioni cambiano anche nel tempo: se la prima volta la causa di un viaggio in solitaria può essere una rottura o una perdita, poi si scopre che in realtà è piacevole e la volta seguente si parte per un’altra ragione, perché è gratificante, per andare oltre ai propri limiti.

Quali sono i vantaggi di un viaggio da soli rispetto a un viaggio in compagnia?

Sempre parlando al femminile, ho individuato tre vantaggi. Il primo è l’accorgersi che si è in grado di fare benissimo cose che non si pensava di essere in grado di fare: ad esempio si pensa di non avere senso dell’orientamento ma poi si impara a orientarsi, o si sapeva già fare ma senza essersene mai accorti!

Il secondo vantaggio è il tornare ad amarsi, piacersi, capire chi si è realmente: questo succede quando non ci si deve occupare degli altri ma solo di sé stessi.

Il terzo vantaggio è quello di incontrare persone fantastiche, imparare a conoscere cosa c’è fuori dal proprio piccolo mondo e scoprire cose che non si sapevano, conoscere posti che erano sconosciuti. Ci si rende conto che c’è un mondo là fuori: non solo culturale ma anche mentale.

È semplice per una donna viaggiare da sola?

Dipende, dal lato organizzativo è uguale per tutti, uomini e donne. Dal lato emotivo a volte si trovano persone che ostacolano la voglia di partire, magari non direttamente, ma instillando dubbi con domande come “sei sicura?”, “non hai paura?”.

Dal punto di vista della sicurezza, non credo che per una donna viaggiare sia meno sicuro che per un uomo. Credo che il problema si ponga solo nel momento in cui si incontrano persone che solo per il fatto che sei donna ti vedono come persona debole o come vittima. E’ fondamentale quando si viaggia da sole, ma anche da soli, tenere gli occhi aperti, che d’altra parte è quello che si fa normalmente, anche nella propria città! La percezione della donna che viaggia da sola è però diversa da quella dell’uomo, perché è considerata vulnerabile, e chi vuole fare del male prende di mira chi considera più debole.

Il modo in cui si vive il viaggio al femminile è invece diverso, credo sia più emotivo e più profondo.

 Qual è l’ostacolo principale per chi vuole partire?

La maggior parte delle volte sono solo ostacoli mentali. Spesso poi, sono semplicemente paure degli altri proiettate su di te. Bisogna liberarsene.

Dana, la co-fondatrice del gruppo, durante un viaggio in solitaria nel Ring of Kerry in Irlanda (Tutti i Diritti Riservati).

Quali sono i miti e le paure più frequenti e come sfatarli?

Lo spauracchio “solitudine uguale noia”: la paura di sentirsi soli o che il viaggio sia noioso. Non è così, perché puoi decidere se stare sola o conoscere qualcuno, e non è detto che ti annoierai. A volte capita di sentirsi sole, magari la città che si visita non piace molto, ma bisogna avere la consapevolezza che viaggiare da soli non è per tutti. Si può provare.
Esiste poi lo stereotipo che chi viaggia da sola è sempre da sola, ma è falso! Le stesse persone viaggiano anche in compagnia, con gli amici o con il compagno, sono semplicemente esperienze diverse.

Credi che il trend dei viaggi solitari sia in crescita? Quali sono le età, i tipi di viaggio, le mete preferite?

Sul nostro gruppo Facebook ci sono quasi 17000 iscritte: la fascia più ampia di donne ha dai 25 ai 35 anni, mentre per le altre fasce i numeri sono più bassi. Le over 60 sono irrefrenabili, fanno dei viaggioni pazzeschi, le ragazze giovani sono sveglissime, noi nel mezzo, dai 25 ai 35, siamo le più paurose: stiamo uscendo da quella generazione di donne che si stanno autodeterminando, però lo facciamo più lentamente rispetto alle giovani di oggi, mentre quelle di età maggiore sono già molto sicure di loro stesse. Siamo però bravissime a cercare di vincere le paure, iniziando con viaggi brevi in luoghi vicini e andando poi sempre più lontano.

I luoghi più gettonati sono il Sud-est asiatico, l’Australia per via del Working Holiday (visto che permette di trascorrere un anno di vacanza e lavoro in Australia, ndr), l’Africa, soprattutto con il Marocco, la Spagna come meta più vicina e le Repubbliche baltiche, che sono mete facili ed economiche. Non viene tralasciata l’Italia, soprattutto per le zone costiere quando il viaggio diventa vacanza, e per le fughe di due o tre giorni. Alcune donne viaggiano da sole anche on the road, in macchina, soprattutto in Irlanda, anche se è un po’ complicato perché noleggiare un’auto è costoso per una persona sola. Pochissime, ma ci sono, viaggiano con il camper e il van. Un altro tipo di viaggio molto gettonato è quello a piedi: tutti i cammini, da quello di Santiago alla Via Francigena, sono perfetti in solitaria, perché sono economici e si possono conoscere molte persone. Spesso sono scelti come primo viaggio.

Quali consigli daresti personalmente a chi vuole fare questo tipo di esperienza?

Sicuramente è necessario organizzarsi. È importante cercare più informazioni possibili sul posto dove si va, sia prima da internet che durante il viaggio dalle persone locali. Consiglio di prenotare una stanza almeno per le prime notti, tenere gli occhi aperti e se si scelgono destinazioni un po’ difficili evitare di avere con sé oggetti di valore. E poi, cercare di aprire la mente e di conoscere il più possibile la realtà che si visita, e soprattutto godersi il viaggio!

 

Immagine di copertina gentilmente fornita da Viaggio da sola perché (Tutti I Diritti Riservati).

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