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“Cucinare tra le righe”, quando i romanzi prendono vita in un piatto

Se ci pensate bene tutti i libri, dal thriller più angosciante al romanzo di formazione classico, sono accomunati da un elemento che spesso rimane in secondo piano. Cosa? Il cibo. Tutti i personaggi hanno bisogno di nutrirsi, per alcuni è solo una necessità, per altri è un rito raffinato o un momento di condivisione, e poche opere letterarie rinunciano a raccontare le scene di questo atto essenziale.
Il cibo evoca ricordi, raduna i personaggi, favorisce dialoghi, costruisce le abitudini dei protagonisti e così li caratterizza. Il racconto di un pasto a volte è necessario allo svolgimento della trama, quando per esempio – come nella vita, dopotutto – intorno alla tavola si svolgono discorsi importanti. In altri casi è importante non il gesto del mangiare, ma cosa si mangia. Avete presente la Madeleine per Proust, e il rito dell’omelette in Sostiene Pereira? Ecco.

Se il cibo e la lettura possono a loro modo permetterci di viaggiare, immaginate cosa può succedere quando libri e ricette si incontrano. In rete c’è un posto virtuale (ma dietro c’è una persona vera) dove questo accade, ed è il blog “Cucinare tra le righe”.

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Consolazione di riso al latte, ricetta ricavata dal romanzo “Afrodita” di Isabel Allende.

Tutti i post iniziano con la citazione da un romanzo, la scena in cui appare il pasto realizzato. Segue una breve recensione del libro e infine ricetta e procedimento. Per la maggior parte si tratta di dolci ma si varia con specialità a base di riso e pasta, piatti tipici, sandwich, varietà di pane… e così prendono forma e profumo anche cibi fantastici come le Lambas de Il Signore degli anelli.

“Cucinare tra le righe” ci permette di conoscere, in un colpo solo, personaggi e cibi di mondi (e a volte tempi) diversi. Solo questo basterebbe a renderlo un blog interessante e caratteristico tra i tanti; aggiungeteci però che si tratta della prima esperienza italiana di questo tipo.

La persona che c’è dietro si chiama Carlotta, ha 22 anni e vive a Vicenza. «L’idea è nata quasi un anno fa, volevo avere un progetto tutto mio che andasse oltre il lavoro e unisse due cose che amo fare: leggere e cucinare». Forse un po’ il merito è anche del film Julie e Julia, racconta, perché la protagonista del libro dà una svolta alla sua vita aprendo un blog di cucina.

Cucinare è stata la sua passione fin dall’infanzia: «Da piccola ho deciso di preparare la mia prima torta per il pranzo della domenica in famiglia e ancora oggi è questo il mio compito ogni settimana». La passione si è trasformata in lavoro dopo la scuola alberghiera, ma le richieste della pasticceria in alcuni casi possono limitare la creatività. Ecco il motivo del blog: cucinare le ricette tratte o ricostruite dai libri significa sperimentare, spaziare con la fantasia e tra i continenti, imparare.

Carlotta è la creatrice del blog Cucinare tra le righe, nonché lettrice appassionata, cuoca e pasticcera.

La lettura invece non è stata un amore a prima vista, ci confessa Carlotta: ci sono voluti degli anni prima di trovare il libro giusto. «Prima odiavo leggere. Dopo il fantasy Graceling di Kristin Cashore non mi sono più fermata».

La cura delle fotografie è una parte fondamentale del progetto. Ogni foto dei piatti pubblicata su Instagram è curata nei minimi particolari per mostrare la ricetta e ricreare, per quanto possibile, l’atmosfera del romanzo stesso. Un intreccio affascinante, a volte impegnativo, come uno dei primi piatti cucinati: per colpa di una lavorazione sbagliata e dopo un secondo tentativo, ci sono volute otto ore per cucinare il riso al latte di Afrodita di Isabel Allende.

Il ramen di Kitchen è invece il piatto di cui Carlotta va più fiera. Dopotutto dietro ogni piatto c’è ricerca (tanta), lavoro, preparazione. «Trovare le ricette a volte è semplice, a volte c’è bisogno quasi di inventarle, ma non è mai impossibile».

Riflettere sul cibo nei romanzi ha scatenato una nuova consapevolezza: «Ci sono ricette anche nei libri letti in passato. Quindi si pone il problema di rileggere o ricordare a memoria tutte le potenziali ricette di cui non mi ero mai accorta». Un tentativo che Carlotta inizia a fare con il suo autore preferito, Stephen King.

Qualche idea sulle prossime ricette che troveremo nel blog? Segnatevi Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman e la biografia di Michelle Obama Becoming. Da tenere d’occhio, poi, la sezione “Film” appena aperta…

Lista di consigli letterari (con annessi culinari… da scovare!)
The Help, regia di Tate Taylor
Kitchen, Banana Yoshimoto
La casa degli spiriti, Isabel Allende
1984, George Orwell
Julie e Julia, regia di Nora Ephron
Exit West, Moshin Hamid
In piedi sull’arcobaleno, Fannie Flagg
Pomodori verdi fritti, Fannie Flagg
Il buio oltre la siepe, Harper Lee

Libri in valigia: i 10 (e più) consigli di Pequod

La redazione di Pequod si appresta ad andare in vacanza! Che ci attendano i fiordi della Norvegia o le spiagge senegalesi, i fiumi balcanici o le montagne del Tibet, il principale argomento di discussione è un piacere per noi irrinunciabile con cui riempire i momenti d’ozio: quali libri portare in viaggio?

Chi ha già scelto come riempire la valigia, chi suggerisce perle irrinunciabili; ecco alcuni dei consigli che si scambiano tra le sezioni di Pequod.

Aperta la caccia al libro-inchiesta dell’estate tra i redattori di Attualità! Da sempre attenti ai nuovi risvolti della questione mafiosa, la curiosità dei nostri giornalisti è stata solleticata da Contro l’antimafia di Giacomo di Girolamo (Il Saggiatore). L’autore si rivolge in una lettera aperta a uno dei più potenti boss di Cosa Nostra per riflettere sull’efficacia dei sistemi di lotta alle mafie; creando un confronto a specchio tra la realtà mafiosa e l’antimafia, di Girolamo conclude con l’evidente fallimento di quest’ultima e l’impellente necessità di un suo rinnovarsi.

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Chi ancora non l’ha letto, corra invece a procurarsi Europa anno zero. Il ritorno dei nazionalismi di Eva Giovannini (Marsilio Editore)! La giovane giornalista e reporter italiana analizza in quest’opera i movimenti populisti, identitari e xenofobi che stanno progressivamente entrando nei parlamenti e nei governi europei, spostandosi in un viaggio attraverso sei Paesi: la Francia di Marine Le Pen, il Regno Unito di Nigel Farange, la Germania di Pegida, la Grecia di Alba Dorata, l’Ungheria dello Jobbik e infine l’Italia della Lega Nord e di Salvini.

La redazione della sezione Internazionale ha lo sguardo sempre rivolto a Est…

Se volete rinfrescare le menti immergendovi nei paesaggi russi, leggete Nikolai Leskov, un racconto qualsiasi: vi verrà voglia di montare in carrozza e sfrecciare nella campagna, per fermarvi solo la sera a bere una zuppa calda in una locanda. Viktor Pelevin racconta invece la Russia di oggi in modo dissacrante, spietato e talvolta onirico. Se leggerete Babylon poi vorrete vedere anche il film tratto del romanzo. Per farvi rapire e lasciarvi anche un po’ sconvolti, sicuramente il consiglio è Dialettica di un periodo di transizione dal nulla al niente (Mondadori).

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Oltrepassata la Siberia, se volete scoprire la Cina, lettura obbligata è Brothers di Yu Hua (Feltrinelli): attraverso gli occhi innocenti di due fratelli che crescono nella Cina maoista degli anni ’60, si raccontano le follie della Rivoluzione Culturale; la vicenda è drammatica ma narrata con una leggerezza fredda che spiazza il lettore e lo costringe a proseguire, pagina dopo pagina. Un romanzo che travolge e risucchia in un mondo in cui l’orrore coesiste con il grottesco e il dolore più profondo si alterna a risate sguaiate, che lasciano l’amaro in bocca.

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Se siete appassionati di biografie, i redattori della sezione Cultura hanno consigli per tutti i gusti!

La meravigliosa vita di Jovica Jovic di Moni Ovadia e Marco Rovelli (Feltrinelli) è un intreccio di storie: quella del fisarmonicista Jovica Jovic, della sua famiglia e del popolo rom, con i suoi misteri, le sue ambiguità, il suo misticismo. Dalle avventure rocambolesche di Jovica bambino alla sua vita da musicista in Europa, parte lo spunto per percorrere la storia del Novecento del popolo rom, dalle deportazioni della Seconda Guerra Mondiale agli stereotipi di oggi.

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Per immergervi nei misteri dell’arte, non perdetevi L’uomo che veniva da Messina di Silvana La Spina: la storia romanzata di Antonello da Messina, raccontata dal pittore sul letto di morte a maestro Colantonio. Attraverso i suoi viaggi, incontri e quadri vengono ricostruite le ossessioni e le ambizioni di questo pittore, di come abbia raggiunto il segreto fiammingo della pittura a olio, dell’amore per la figlia bastarda di Van Eyck, di come sia divenuto immortale con la sua opera.

Imperdibile per gli estimatori dei lavori di Fellini è Il libro dei sogni (Mondadori), ossia il diario che raccoglie i sogni fatti dal regista dalla fine degli anni Sessanta fino all’agosto 1990. Impossibile descriverlo… È una vera e propria immersione nel mondo onirico di uno straordinario artista!

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Quale miglior modo di viaggiare che leggere un libro? La sezione Viaggi quest’estate consiglia di farsi coinvolgere in nuovi modi di spostarsi, o meglio di posare lo sguardo. Paolo Rumiz, instancabile viaggiatore e reporter, ne Il ciclope (Feltrinelli) fa esattamente questo: trascorre quasi un mese sul faro di un’isola, riscoprendo il rapporto con il viaggio e la staticità, soprattutto con la semplicità e la solitudine.

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Impossibile resistere alla tentazione di fare spazio in valigia anche a viaggi straordinari. Da leggere è il romanzo di Jørn Riel, Safari Artico (Iperborea), che racconta le avventure del diciannovenne Anton lungo la costa nordorientale della Groenlandia. Il racconto si articola attraverso gli incontri fatti dal ragazzo, partito con l’obiettivo di diventare un cacciatore artico, in questa realtà bizzarra e lontana eppure intrinseca di tutti gli umori e le bizze di un piccolo paesino italiano. Dal tatuatore Joensen all’impavido gallo Alexander, passando per l’impassibile e britannica Lady Herta, una raccolta di storie ricca di humour, semplicità e poesia.

Anche i redattori di Nuove Premesse, pur impegnati da un’agenda estiva alla ricerca di festival ed eventi per scovare le novità emergenti, tengono gli occhi aperti sulle nuove frontiere della letteratura. In vacanza si portano Frammenti, l’ultimo numero di Orfani (Sergio Bonelli Editore), la serie fantascientifica a fumetti di Roberto Recchioni ed Emiliano Mammuccari, iniziata nell’ottobre 2013. Siamo alla terza stagione (titolata Orfani: Nuovo Mondo) della saga che racconta di disastri nucleari, guerre intergalattiche, eserciti di orfani, storie d’amore e incidenti interstellari… Come tutte le saghe, una volta iniziata non potrete non arrivare alla fine!

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Nuovissima uscita in italiano nel mondo dei fumetti è Lady Killer di Joelle Jones e Jamies S. Rich (Panini Comics): la graphic novel che racconta le due facce di un’irreprensibile casalinga e assassina part-time. Ideale se vi piace farvi trasportare nell’America degli anni Sessanta e sorridere dell’umana ipocrisia.

I nostri fotoreporter ascoltano e annotano; i consigli di lettura per loro si accumulano sul comodino e rimandano all’autunno: estate è tempo di partire alla ricerca di nuove immagini da fotografare e in valigia lo spazio è tutto per gli obiettivi!

Il Bar del Popolo preferisce i libri alle slot

Lamezia Terme, Italia. Una delle città più popolose della Calabria, che qui ha il suo scalo aereo più importante. Città che vive di mille contraddizioni e tanto attivismo. Qui i  clan di ‘ndrangheta la fanno da padroni, ma la gente non sta a guardare. Dal 2010, ad esempio, Lamezia ospita Trame, festival dei libri contro le mafie (quest’anno la sesta edizione dal 15 al 19 giugno).
C’è poi la lotta silenziosa e civile di Don Giacomo Panizza, che ha messo in piedi un centro di accoglienza per disabili in un locale confiscato alla cosca locale dei Torcasio, dopo che persino i vigili urbani – ai quali era stato proposto il locale come sede del comando – hanno rifiutato terrorizzati.

Oggi, però, andiamo a far visita al Bar del Popolo. Un ex bar-sala giochi: “ex” perché i gestori del locale hanno deciso di sostiuire slot-machines e giochi d’azzardo con libri e wi-fi gratuito. Il bar è gestito dai fratelli Bruno e Francesco Bernardi, che ci hanno raccontato un po’ della loro storia e di com’è nata l’idea.

«Il “Bar Del Popolo” apre nel 1965 – racconta Bruno – ed è quindi un locale storico della città. Io l’ho rilevato nel 1992 da mio padre e nelle varie ristrutturazioni ha mantenuto la sua tipologia di bar-sala giochi, continuando comunque ad essere un centro aggregativo per la città. Intorno al 2010, insieme a mio fratello Francesco, inserito intanto nell’organico, e spinti anche dagli amici più stretti, abbiamo iniziato a pensare un taglio diverso per il nostro locale. È normale – continua – che con le “slot” o similari c’era una fonte di guadagno certo, ma era pur vero che bisognava scendere a compromessi con una clientela di per sé nevrotica e comunque ossessiva. La sera spesso chiudevi esausto e perplesso».

Bruno e Francesco sono felici della loro scelta e ci descrivono i dettagli dell’iniziativa. «Nel 2012 – ci spiega ancora Bruno – abbiamo presentato il progetto per la riqualificazione e quindi ristrutturazione per la trasformazione della sala giochi in area letteraria. La prima necessità era dare più luce alla sala: abbiamo ampliato porte e finestre della saletta per “aprirla” anche concettualmente. Poi l’abbiamo allestita in modo polivalente: la sala di un bar sì, ma che potesse servire anche da piccolo centro culturale. Non solo tavoli ma libreria, WiFi, PC, tablet, tutto fornito in maniera gratuita agli avventori: il nostro interesse è creare l’indotto perso con i giochi.
All’inizio è dura, soprattutto economicamente, ma bisogna resistere. Ora non so quantificare la clientela ma, a due anni dalla ristrutturazione, posso sicuramente affermare che in termini qualitativi è sicuramente migliorata e soprattutto la nostra scelta viene gradita e riceviamo elogi ogni giorno».

Bruno è entusiasta e tutt’altro che pentito della scelta. Ma la soddisfazione più grande è stata la risposta della gente. I clienti del bar, infatti, sono anche i primi sostenitori del progetto e partecipano con donazioni di libri e proposte sempre diverse.

Al bar del popolo, alla cupezza e alla disperazione delle sale da gioco si è sostituita la cultura, la vita e lo scambio di idee: qui, dove prima la gente si giocava il tempo e i risparmi, ora si presentano libri, si dibatte e la vita assume un altro significato.

La censura: il rogo della parola

La censura è la castrazione del pensiero, l’aborto della documentazione e la condanna all’ignoranza. La censura è questo: creare il vuoto, eliminare le fondamenta.

Quando si parla di censura libraria su vasta scala il pensiero va in primis all’azione della Chiesa cattolica, in particolare con la promulgazione dell’Index librorum prohibitorum nel 1558, L’Indice dei libri proibiti, un elenco di opere interdette alla lettura e/o al possesso. Ebbe diverse versioni e fu soppresso solo nel 1966.

Un’edizione dell’Indice dei Libri Proibiti.

La lenta emancipazione dai vincoli della censura si scontrò col periodo tra la fine del 19° e l’inizio del 20° secolo, che segnò una svolta in negativo.  L’instaurazione di regimi dittatoriali in Italia e Germania richiese il controllo sistematico dei mass media. Numerose le opere vittime della censura Nazi-fascista: “L’amante di Lady Chatterley” di David Herbert Lawrence, “La mascherata” di Alberto Moravia, Mafarka il futurista” di Filippo Tommaso Marinetti, “Come funziona la dittatura fascista” di Gaetano Salvemini. Tuttavia, la censura libraria continuò anche dopo il ventennio fascista in Italia, Germania ed oltre: è il caso del “Dottor Zivago” di Borìs Pasternàk, Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini, “Altri libertini” di Pier Vittorio Tondelli. Ma l’elenco potrebbe continuare con titoli celebri come Lolita di Vladimir Nabokov, Memoria delle mie puttane tristi di Gabriel García Márquez , Madame Bovary di Gustave Flaubert, Arancia meccanica di Anthony Burgess, Anna Karenina di Lev Tolstoj.
Peggior sorte ebbero le opere vittime dei Bücherverbrennungen, i roghi nazisti messi in atto in tutta la Germania nel 1933, nei quali furono bruciate opere di autori come Albert Einstein, Bertolt Brecht, Charles Darwin, Ernest Hemingway e Thomas Mann. E proprio all’opera di quest’ultimo “La montagna incantata”, Der zauberberg, è dedicata la libreria situata a Berlino in Bundesallee 133, nel quartiere di Friedenau, dove furono clandestinamente salvati e diffusi dal proprietario Gospodin Wolff libri di Remarque, Marcel Proust e testi di altri autori stranieri. Ma a che punto è oggi la censura in Italia e nel mondo? Il rapporto annuale di Reporter senza frontiere colloca l’Italia al 77° posto. Peggio di noi in Europa solo Cipro, Grecia e Bulgaria.

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La libreria segreta Der Zauberberg di Berlino.

Negli Stati Uniti, sin dal 1982, si festeggia la Banned Books Week che ogni anno, a Settembre, pone in rilievo i libri censurati, contestati e bannati dell’anno precedente. Nel 2015 nell’elenco sono rientrati anche ben tre fumetti, tre graphic novel che l’istituzione ha ritenuto non idonee alla lettura di un pubblico di ragazzi giovani. L’inumana attitudine alla distruzione di ogni forma scritta che testimoni una cultura o un pensiero ritenuto pericoloso è una pratica che ritroviamo anche in tempi più recenti: tra il 25 e il 27 agosto del 1992 l’edificio della Biblioteca nazionale e universitaria di Bosnia fu raso al suolo dalle bombe lanciate dalle forze nazionaliste serbe e nel febbraio 2015 l’Isis ha scelto di dare fuoco a 8000 volumi dopo una settimana di “rastrellamenti” nelle scuole e nelle chiese di Dawassa.

Eppure come dice Calvino “possiamo impedire di leggere: ma nel decreto che proibisce la lettura si leggerà pur qualcosa della verità che non vorremmo venisse mai letta…” e ciò che state leggendo è la riprova che la censura muore ad ogni parola scorsa.

 

Qui di seguito le copertine di alcuni libri che hanno subito la censura: quanti di questi hai letto anche tu?

Tra i libri a oggi più censurati, il primo posto spetta a I versi satanici di Salman Rushdie (1988), censurato in India, Bangladesh, Sudan, Sud Africa, Sri Lanka, Egitto, Kenya, Liberia, Pakistan, Qatar, Senegal, Somalia, Thailandia, Indonesia, Kuwait, Malesia, Papua Nuova Guinea, Arabia Saudita, Singapore, Tanzania e Venezuela.

Non meno discussa la figura di George Orwell, di cui La fattoria degli animali (1945) è ancora censurato in Cina, Kenya, Cuba e Emirati Arabi.

Tra i paesi in cui fino a oggi è in vigore un tra i sistemi di censura più rigidi al mondo, il Kuwait ha negli ultimi anni proibito più di 4mila libri, tra cui grandi classici quali I fratelli Karamazov di Dostoevskij (1879), Notre Dame de Paris di Victor Hugo (1831) e Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez (1967).

Non meno drastica, la censura cinese, particolarmente attenta al monitoraggio sui testi scolastici, in cui è rigorosamente vietata ogni forma di promozione della cultura occidentale. Anche sui libri autoctoni, si abbatte spesso la censura; emblematico il caso di Cigni selvatici. Tre figlie dalla Cina di Jung Chang, che pur essendo il saggio più venduto di tutti i tempi, in Cina risulta ancora proibito fin dalla sua pubblicazione nel 1991.

Tra vicino e medio oriente, si incontra una distesa di Stati in cui la censura controlla, in modo più o meno rigido, tutte le pubblicazioni. Particolarmente severo è il governo del Libano, in particolare nei riguardi dei testi a tema religioso o affine: per fare due esempi, Il codice Da Vinci di Dan Brown (2003) è vietato perché irrispettoso dei contenuti biblici; il Diario di Anne Frank (1947) è invece accusato di offrire un ritratto positivo degli ebrei.

Lo Zahir di Paulo Coelho (2005) è invece censurato in Iran, ma senza giustificazioni ufficiali.

Meno drastica ma non meno attiva è la censura di quei governi che si trovano dalla parte opposta del mondo. In Queensland (Australia), ad esempio, non è fino a oggi vendibile American Psycho di Bret Easton Ellis (2001), perché considerato un testo troppo violento.

E anche nei democratici Stati Uniti d’America le pressioni del Governo possono farsi fatali per il destino di libri considerati scomodi; è questo il caso di Operation Dark Heart di Anthony Shaffer (2010), memoriale dei cinque mesi trascorsi in Afghanistan da un ufficiale dell’esercito statunitense, diventato famoso a causa delle azioni molto forti messe in campo dal Dipartimento della Difesa americano per impedire che informazioni riservate fossero rivelate: le prime 10 mila copie stampate furono acquistate e distrutte dal Pentagono.

Alle librerie delle scuole statunitensi sono proibiti testi dai contenuti quantopiù vari; un esempio tra tutti Persepolis di Marjane Satrapi (2009), bandito per il linguaggio offensivo e le opinioni politiche contenute al suo interno.

Singolare il caso di Harry Potter di J.K: Rowling, i cui primi quattro libri sono annoverati tra i romanzi più proibiti in America. Accusati di promuovere la stregoneria e l’occultismo, ed etichettati come «un capolavoro di inganni satanici», i libri sono stati proibiti in vari paesi degli Stati Uniti, anche se molte scuole sono state ferme nel rifiutare le richieste avanzate dai genitori di rimuovere i libri dalle loro biblioteche.

Non si sottraggono alla lista i paesi europei. Il successore di Ismail Kadaré (2003), che con un velato riferimento al politico Enver Hoxha racconta la storia della morte misteriosa dell’erede del dittatore comunista, è ad esempio fino a oggi censurato in Albania.

In Inghilterra, invece, le minacce di azioni legali da parte di Scientology sembrano aver fatto desistere gli editori dalla pubblicazione di La prigione della fede. Scientology a Hollywood di Lawrence Wright (2015), sebbene il libro non sia incorso in alcuna censura ufficiale.

Premio Sinbad: ecco la prima selezione dei partecipanti!

Degli 89 titoli iscritti al concorso – 68 per la Sezione Narrativa Italiana e 21 per la Sezione Narrativa Straniera – ne sono stati selezionati ufficialmente 20, 10 per la sezione di Narrativa Italiana e 10 per quella di Narrativa straniera.

La prima scrematura è avvenuta ad opera della prima giuria, che vi ricordiamo essere composta da professionisti dell’editoria: biblioteche (Biblioteca Gino Baratta di Mantova, Casa delle Letterature di Roma, Sistema Bibliotecario della provincia di Lecce); blog letterari (BookFool di Laura Pezzino, Tazzina di Caffè di Noemi Cuffia, Tempoxme di Giuditta Casale); circoli di lettura (Circolo dei lettori di Torino, Presidi del Libro in Puglia, @TwoReaders su Twitter); Librerie (Dickens di Taranto, Marco Polo di Venezia, Il pensiero meridiano di Tropea).

Ecco l’elenco dei 10 libri selezionati per la sezione Narrativa Italiana ed i relativi voti ricevuti dalla giuria:

  • Mauro Pistacchio, Laura Toffanello, L’estate del cane bambino, 66thand2nd (9 voti);
  • Ilaria Bernardini, L’inizio di tutte le cose, Indiana editore (8 voti);
  • Mario Capello, L’appartamento, Tunuè (8 voti);
  • Tommaso Pincio, Panorama, NN Editore (8 voti);
  • Paolo Zardi, XXI secolo, Neo Edizioni (8 voti);
  • Simone Marcuzzi, Dove si va da qui, Fandango (6 voti);
  • Beatrice Masini, La cena del cuore. Tredici parole per Emily Dickinson, Illustrazioni Pia Valentinis, Edizioni RueBallu (6 voti);
  • Lou Palanca, Ti ho vista che ridevi, Rubbettino (5 voti);
  • Lidia Ravera, Chiara Mezzalama, Gaia Formenti, Tre donne sull’isola, Iacobelli editore (5 voti);
  • Eugenio Vendemiale, La festa è finita, Caratteri Mobili edizioni (5 voti).

Qui sotto invece potete trovare i nomi dei 10 libri scelti per la sezione Narrativa Straniera:

  • Miriam Towes, I miei piccoli dispiaceri, Marcos y Marcos (11 voti);
  • Annie Ernaux, Gli anni, L’orma editore (10 voti);
  • Helen Humphreys, Il canto del crepuscolo, Playground Libri (10 voti);
  • Joao Ricardo Pedro, Il tuo volto sarà l’ultimo, Nutrimenti (10 voti);
  • Fredrik Sjöberg, L’arte di collezionare mosche, Iperborea (10 voti);
  • Sorj Chalandon, Chiederò perdono ai sogni, Keller (8 voti);
  • Ayelet Gundar-Goshen, Una notte soltanto, Markovitch, Giuntina (8 voti);
  • Tomas E. Martinez, Purgatorio, SUR (7 voti);
  • Zdravka Evtimova, Sinfonia, BESA Editrice (6 voti);
  • Olivier Rolin, Tigre di carta, Clichy (6 voti).

Il 21 ottobre 2015, presso la Casa delle Letteratura di Roma, la seconda giuria annuncerà la terna dei finalisti di ciascuna sezione.

Per restare aggiornati sul concorso visitate il sito www.premiosinbad.it oppure seguite noi di Pequod!

Il Premio Sinbad: la vetrina ideale per l’editoria indipendente di qualità

Spesso i lettori meno informati ritengono che i grandi libri, quelli che un giorno potrebbero diventare dei classici della letteratura, siano pubblicati unicamente dai colossi dell’editoria, impressione suggerita anche dal fatto che molti prestigiosi premi spesso sono vinti da libri pubblicati da grosse case editrici, basti pensare al caso del Premio Strega: è dal 1993 che non vince un’opera che non sia edita da Mondadori, Rizzoli, Einaudi o Garzanti.

Questo vuol dire che le piccole case editrici non hanno mandato in stampa nulla di interessante o di valore per tutto questo tempo? Al contrario, ci sono stati sicuramente molti libri degni di nota, ma non sempre hanno ottenuto la risonanza meritata, anche perché non tutti hanno le risorse della Mondadori per pubblicizzare i propri libri.

Come fare allora a valorizzare un patrimonio letterario che risulta sommerso? Come far notare ai lettori che c’è di più oltre la cima dell’iceberg, dove svettano Feltrinelli, Rizzoli, Giunti e Mondadori?

Il Premio internazionale degli editori indipendenti Sinbad – Città di Bari nasce proprio con lo scopo di portare alla luce il lavoro di qualità che svolge l’editoria indipendente, e quindi di dare visibilità alla ricchezza e alla varietà delle opere edite da queste case editrici, che spesso sono ignorate o escluse dai grandi premi nazionali.

L’iniziativa coinvolge un gran numero di editori di un certo spessore (Elliot, Minimum fax, Nottetempo, laNuovafrontiera, Il Saggiatore, Besa Editrice, Iperborea, 66thand2nd) ed è sostenuta dall’ODEI (Osservatorio degli Editori Indipendenti) , dall’APE (Associazione Pugliese Editori), dal Comune di Bari e infine dalla Regione Puglia.

Il concorso (il cui bando è scaduto il 25 luglio) ha già fatto registrate un piccolo successo: per la sua prima edizione saranno ben 88 le opere in lizza per vincere il premio.

La selezione avverrà in due fasi ad opera di due giurie diverse: la prima giuria annuncerà entro il 30 settembre 2015 una rosa di 10 titoli di narrativa italiana e 10 titoli di narrativa straniera tra quelli inviati; mentre la seconda giuria selezionerà la terna dei finalisti di ciascuna sezione il 21 ottobre 2015.

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I valori della trasparenza e della qualità sono alla base del Premio, per questo sappiamo già la composizione delle due giurie. La prima sarà composta da elementi decisivi nella diffusione della lettura:

  • Biblioteche (Biblioteca Gino Baratta di Mantova, Casa delle Letterature di Roma, Sistema Bibliotecario della provincia di Lecce);
  • Blog letterari (BookFool, Tazzina di Caffè, Tempoxme);
  • Circoli di lettura (Circolo dei lettori di Torino, Presidi del Libro della Puglia, @TwoReaders che è attivo su twitter);
  • Librerie (Dickens di Taranto, Marco Polo di Venezia, Il pensiero meridiano di Tropea).

La seconda giuria sarà invece composta da critici e scrittori, divisi nelle sezioni narrativa italiana e narrativa straniera:

  • Narrativa italiana: Franco Cordelli, Andrea Cortellessa, Marcello Fois, Michele Mari, Elisabetta Rasy.
  • Narrativa straniera: Simonetta Bitasi, Concita De Gregorio, Nicola Lagioia, Marco Missiroli, Michela Murgia.

Dalla composizione delle giurie si notano già nomi conosciuti di esperti del settore e non solo, indice di un’attenta selezione per chi avrà l’arduo compito di scegliere il futuro vincitore: la qualità è la priorità, non solo nella cura dei libri ma anche nella selezione.

L’editoria indipendente è un meraviglioso universo che vi invitiamo a scoprire anche grazie al Premio Sinbad, sulla cui pagina twitter (@Premio_Sinbad) ogni giorno sono pubblicati i nomi delle 88 opere selezionate, perciò continuate a seguirci su Pequod per scoprire altre novità interessanti sull’editoria indipendente e per avere aggiornamenti sul Premio Sinbad.

Buona lettura!

I fumetti che hanno ispirato le serie tv: cosa leggere questa estate

Chi l’avrebbe mai detto tempo fa che oggi i fumetti sarebbero diventati una fonte di ispirazione per cinema e televisione? Non che prima non lo fossero, ma nell’ultimo decennio il cinema si è finalmente deciso ad attingere a piene mani da questo medium ed ha voluto portare le storie, i personaggi più avvincenti e il loro spirito sul grande schermo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la Marvel ha creato un popolare universo cinematografico per i suoi film e va talmente a gonfie vele che ha deciso di fondare una propria casa di produzione (I Marvel Studios), mentre la Dc, in ritardo vorrebbe fare altrettanto, ed in procinto di lanciare la sua linea di film in collaborazione con la Warner Bros.

Anche la tv ha trovato molto materiale interessante che era perfetto per il piccolo schermo, infatti l’ultimo anno ha visto un vero e proprio boom di serie tv tratte da fumetti: Arrow (arrivato alla terza stagione), Gotham, The Flash, Daredevil, Constantine e The Walking Dead (giunto addirittura alla quinta stagione), etc.

Non sono stati solo i film, ma anche le serie tv hanno fatto riavvicinare vecchi lettori ai fumetti e soprattutto ne hanno portano di nuovi e, dato che l’estate si avvicina, se avete seguito una di queste serie, potreste anche voi voler approfondire leggendo il fumetto a cui sono ispirate!

Ecco quindi i fumetti consigliati per sopportare meglio l’interminabile attesa tra l’ultima puntata e l’inizio delle nuove stagioni (ahimè, quasi tutte ad ottobre ed è molto lontano):

The Walking Dead, il fumetto che ha ispirato l’omonima serie tv non può mancare tra le vostre letture sotto l’ombrellone: a tratti più eccessivo e violento rispetto alla versione televisiva, ma non per questo meno avvincente e privo di colpi di scena! Le differenza ci sono, soprattutto a livello di trama dato che dopo il primo volume tv e carta stampata prendono strade diverse, ma alcuni elementi del fumetto sono ripresi e inseriti nello show televisivo (come per esempio la prigione, il governatore ed i cacciatori cannibali). Siete curiosi di sapere cosa vi attende per la sesta stagione di The Walking Dead? Potreste leggerete, se non temete spoiler THE WALKING DEAD VOL.16: UN MONDO PIÙ GRANDE, pubblicato da SeldaPress, così saprete prima degli altri chi sarà il nuovo antagonista di Rick da ottobre!

Anche voi avete apprezzato la storia e le atmosfere di Gotham? Non era facile ambientare un telefilm nel mondo di Batman… Senza Batman! In Gotham il protagonista è Jim Gordon (interpretato da Benjamin McKenzie che sembra nato per questa parte), il futuro commissario di polizia che sarà un alleato di Batman. Nella serie tv è appena arrivato al commissariato, quindi all’inizio della sua carriera, e si esplorano le origini dell’universo dell’uomo pipistrello: dalla morte dei genitori di Bruce Wayne, alla genesi di alcuni dei suoi terribili nemici. Avete anche voi voglia di scoprire di più sulle origini e sul mondo dell’eroe targato DC? Allora vi consiglio Batman: Anno Uno, capolavoro di Frank Miller e David Mazzucchelli, pubblicato in Italia da RW Edizioni, dove vengono narrati gli esordi del Cavaliere Oscuro e di Jim Gordon, il primo anno di attività per le strade di Gotham City per entrambi. Le differenze con la serie sono notevoli, ma se avrete buon occhio potrete trovare qualche personaggio che avete già visto in tv, che nel fumetto però sarà parecchio diverso! Se volete conoscere le origini di Batman, non potete non leggero!

The Flash è stata una rivelazione: ci si aspettava un teen-drama in salsa supereroistica, invece è venuto fuori un telefilm di tutto rispetto, con buoni attori (Tom Cavanagh su tutti) ed una trama davvero avvincente. Qualcosa di altrettanto coinvolgente lo potreste avere leggendo Flashpoint di RW Edizioni, una delle migliori storie di Flash (versione Barry Allen, lo stesso del telefilm) degli ultimi anni: un evento sconosciuto cambia l’universo di flash e lui si risveglia al dipartimento di polizia, senza poteri, in un mondo sull’orlo dell’apocalisse e… Con sua madre viva e vegeta! Questa miniserie ha cambiato l’universo fumettistico della DC, potrebbe essere la giusta lettura se una stagione di Flash ancora non vi è bastata.

Daredevil, uno dei supereroi più interessanti della Marvel, finalmente si è riscattato dopo la prima apparizione non all’altezza in un film del 2003. La nuova serie prodotta da Netflix ha alzato lo standard delle serie di supereroi, ma non solo, ha anche fatto apprezzare il personaggio ad un pubblico maturo che difficilmente si sarebbe avvicinato a questo genere. Cosa fare invece per avvicinarsi al fumetto e capire meglio il supereroe cieco di Hell’s Kitchen? Leggere Devil: L’Uomo Senza Paura di Frank Miller è fortemente consigliato, sia per la qualità della storia (d’altronde si parla di Frank Miller, un maestro del mondo dei fumetti), sia perché è l’opera più vicina alle atmosfere della serie tv.

Dopo tutto questo parlare di serie tv e fumetti, non vi è venuta un po’ di voglia di leggere qualcosa di diverso questa estate?

E se invece qualcuna di queste opere l’avevate già letta, quale consigliereste per avvicinare altri al mondo dei fumetti?

Buona lettura e portate pazienza fino ad ottobre!

Consigli per giovani scrittori… E non solo!

Siete scrittori emergenti o aspiranti tali e vorreste andare alla scoperta del mondo dell’editoria?

Considerate allora questo come un breve vademecum, per lavorare al meglio o evitare di restare coinvolti in certe situazioni svantaggiose per voi… E credetemi, quanto leggerete non è affatto raro o surreale! Ricordatevi che non solo il mondo dell’alta finanza è pieno di squali, ma anche quello delle case editrici.

 

1) Avere un progetto chiaro

Avere le idee chiare aiuta a scrivere meglio e a raggiungere in modo migliore un obiettivo (essere pubblicati su carta stampata, su ebook o in entrambi i formati per esempio, oppure iniziare farsi conoscere nell’ambiente). Tenendo in mente il vostro scopo, sarete anche più sicuri nel decidere come raggiungerlo: valuterete meglio la proposta di un editore o la possibilità di autopubblicarvi, cosa che non è affato – come molti erroneamente  ritengono – il male assoluto, infatti anche Svevo e Moravia hanno iniziato pubblicandosi a proprie spese!

2) Impegnatevi il più possibile

Non fidatevi della storia dello scrittore geniale e di talento, che scrive solo in preda ad un raptus e in una notte il capolavoro della sua vita: dietro una grande opera spesso c’è sempre un’infinita mole di lavoro, quindi, quando avrete terminato la vostra opera e vorrete proporla al pubblico, siate sicuri di averla letta e riletta, di averci sudato sopra e di aver fatto il possibile per avvicinarvi alla vostra idea di perfezione (anche se potrebbe capitarvi di voler cambiare molte cose fino all’ultimo, come Ariosto che fino alla fine volle mettere mano all’Orlando Furioso, senza terminare l’ultima revisione, ma ad un certo punto bisogna rendersi conto che è il caso di mandare il vostro scritto alle stampe, prima che la correzione diventi un’ossessione che vi impedisca di confrontare il vostro lavoro con i gusti del pubblico).

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3) Non inviate il vostro manoscritto solo a grandi case editrici

Per alcuni di voi potrà sembrare assurdo, perché chi non vorrebbe essere pubblicato fin da subito da Mondadori, Einaudi, Feltrinelli, etc?

I motivi in realtà sono vari: i tempi di risposta sono lunghissimi; vogliono generalmente un manoscritto cartaceo (vi auguro in quel caso che la vostra opera non superi le 800 pagine); preferiscono in genere autori italiani che hanno già pubblicato, dato che ricevono centinaia e centinaia di proposte al mese; pubblicano anche molti autori provenienti dal resto del mondo, quindi la concorrenza sarebbe spietata!

4) Non fidatevi di chi vi chiede un “piccolo” contributo

Se qualcuno crede nel vostro lavoro e pensa che possa essere un buon investimento… Perché i soldi dovreste metterli voi? Personalmente non sono molto a favore dell’editoria a pagamento, perché non aiuta l’autore a crescere (l’unica cosa che aumenta sono i profitti dei “gentiluomini” che vi fanno “il favore” di pubblicarvi). Inoltre per me c’è differenza tra la scelta consapevole di chi decide di autopubblicarsi e chi invece accetta passivamente certe proposte di pubblicazione a pagamento: chi si autopubblica dedica molta più cura alle fasi del suo progetto (o comunque dovrebbe), diventando più consapevole di ciò che serve alla creazione di un libro (impaginazione, copertina, promozione, costi, etc).

5) Non accettate di pubblicare senza contratto e senza royalties, solo perché qualcuno vi dice che è il vostro primo libro.

Pensateci bene: vi conviene davvero esservi impegnati tanto e poi vedervi pubblicati senza sapere se verrete pagati e che fine farà il vostro diritto d’autore? C’è gente che propone cose di questo tipo, specie agli esordienti, ma ricordatevi che il vostro lavoro ha un valore: non si regala a nessuno, a meno che non siate voi a decidere di volere autopubblicarvi gratuitamente!

Riguardo al diritto d’autore, potrebbe capitarvi anche di peggio, dato che molti propongono contratti di vario tipo (“Le daremo il 10% superate le 3000 copie!”, “Lei si impegna a cedere il suo diritto d’autore a noi per tre anni, ma per il momento non possiamo farle un contratto e pagarla, magari più in là”, etc.), che stranamente non torneranno mai a vostro favore, quindi prima di firmare qualsiasi cosa prestate sempre molta attenzione!

Seguendo questi accorgimenti non diventerete degli esperti, ma almeno sarete più coscienti di quello che state facendo o di quello che vi stanno proponendo… E non è poco se ambite, come ogni scrittore, a creare qualcosa che sopravviva alla prova del tempo e agli squali dell’editoria!

 

PS: prossimamente vorrei approfondire in un altro articolo il discorso sui contratti proposti agli scrittori esordienti, quindi se volete commentate e condividete questo articolo e fatemi sapere se avete avuto anche voi esperienze “particolari” e che non vi hanno soddisfatto con alcuni editori!

I Remainder della storica libreria meneghina “Fiera del Libro”

Amate andare a comprare libri nelle librerie ma per colpa della crisi lo considerate troppo costoso? A Milano, in corso XXII marzo al numero civico 23, la libreria indipendente “Fiera del Libro” ci mette a disposizione i suoi scaffali ricoperti di remainder, i libri scontati a metà prezzo.

Il prezzo dei remainder è il 50% sul prezzo di copertina, poiché costituiscono le giacenze di magazzino di edizioni non più in commercio, in quanto o il titolo viene ristampato in una nuova edizione o perché posto fuori catalogo dall’editore. Di conseguenza, sono i libri “vecchi” non più disponibili nelle librerie tradizionali, ma non così datati da presentarsi come edizioni tradotte in modo obsoleto, rovinate o usate; disponibili, anzi, per i lettori che amano crearsi una piccola libreria casalinga senza spendere un capitale.

Fondata nel 1963 da Adriano Guaitamacchi, all’incrocio del corso XXII marzo e via Cellini, la libreria si propone sin da subito sul mercato librario come punto vendita di remainders.

Nel 1992 “Fiera del Libro” passa nelle mani del figlio Davide, che oltre a portare avanti l’idea paterna, decide di ampliare la libreria acquistando un altro locale, questa volta molto più ampio, sullo stesso corso XXII marzo al numero civico 23, con lo scopo di affiancare alla vendita dei remainder le nuove uscite: nacque così una libreria suddivisa in due differenti e diversificati punti vendita. Nel dicembre 2013, invece, Davide attuò un ulteriore cambiamento trasferendo le nuove uscite dal primo locale – quello più piccolo, aperto dal padre e ad angolo con via Cellini per intenderci – al locale più ampio, al numero civico 23, facendo così ritornare “Fiera del Libro” una libreria unica e compatta.

Appena entrati immediatamente si comprende il perché del nome “Fiera del Libro”: edizioni che spaziano dall’Adelphi, vari e tascabili, alle case editrici ES e SE, sino all’Abscondita e ai manuali scientifici; libri illustrati per bambini, romanzi Harmony, manuali di astrologia, cucina, cinema e fotografia, articoli riguardanti la città di Milano, animali e libri sull’arte; edizioni sulla pittura, sul design, sul giardinaggio e sulla moda; dizionari di vario genere, musica, yoga, salute e automezzi.

La libreria ha anche un piano inferiore, sempre dedicato ai remainder, ma a quelle edizioni più difficili da vendere e/o in uno stato meno presentabile: le librerie a metà prezzo, difatti, non possono usufruire del Diritto di resa – ovvero restituire alla casa editrice i libri non venduti – e, di conseguenza, devono escogitare tutte le strategie possibili di vendita. Nel piano inferiore, dunque, si susseguono ripiani di fantascienza, enciclopedie, manuali di storia e letteratura, fumetti, classici in lingua, le case editrici Sellerio, Piccola biblioteca Adelphi, Adelphi rovinati al 75% di sconto e le edizioni di Avia Pervia della collana Sormani.

Insomma, zaino in spalla e via, tutti dai Guaitamacchi!

 

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