#FestivalCom – Tullio De MAURO: “mica si parla come un libro stampato”
Camogli.
Si apre con l’intervento di Tullio De Mauro la seconda edizione del Festival della Comunicazione di Camogli: “Il linguaggio degli italiani dall’Unità d’Italia ad oggi” il cui breve prologo inizia dalla storia di Costanza Arconati, donna di spicco nella lotta politica italiana nell’800 europeo, preziosa testimonianza delle diverse realtà italiane del tempo. Grazie ad uno slancio patriottico del ’59 viene vietato l’uso del francese come lingua ufficiale del parlamento e si passa all’italiano, una decisione fondamentale per l’immagine di stato nazionale di fronte alle potenze europee.
Siamo al punto di partenza della storia, una presentazione superlativa del quadro linguistico italiano: Fuori dal territorio toscano la lingua era ancora sconosciuta ai più, abbiamo di fronte un Paese rimasto linguisticamente e non solo immobile, a condizioni medievali: ricchissimo di parlate locali, ma senza una lingua nazionale. Da fine ‘500 si insidia l’italiano, per Baretti è una linguaccia, per Manzoni è l’eterno sospiro mio.
De Mauro prosegue con un paragone Giappone – Italia: a pari livello di analfabetismo, la classe dirigente e la popolazione giapponese scommettono sull’istruzione come fattore di crescita e sviluppo economico, mentre lo Stato italiano punta sulle grandi infrastrutture e “un giorno ci si istruirà”. La prima scossa arriva ad inizio 900.
L’intervento si chiude con una rappresentazione quasi allegorica del presente: «L’aggettivo epocale viene usato a larghe maniche, quindi esito, ma mi corre obbligo affermare che la rivoluzione linguistica italiana è stata epocale, millenaria se preferite. Mai ci fu un grado così alto di convergenza di una lingua».
La spesa in istruzione è un investimento necessario per la crescita del Paese: «creare un sistema di biblioteche e mediateche che favoriscano l’accesso alla cultura, potrebbe essere un incentivo iniziale». Per il buon uso della lingua nazionale sarebbe meglio puntare sul cambiamento ad un livello sempre può alto.
Una lezione magistrale, non si poteva iniziare in modo migliore.
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