#FestivalCom: Natalia Aspesi, l’amore ai tempi della rubrica del cuore
Su carta intestata o per mail, uomini e donne, tutti gli amanti, almeno una volta nella vita, hanno scritto alla rubrica “Questioni di cuore” di Natalia Aspesi. La giornalista, complice l’età, ha letto migliaia e migliaia di storie d’amore nella sua vita: dapprima scritte a penna e oggi anche per mail. Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: nell’era del “Fidanzamento ufficiale” di facebookiana memoria, non si rischia di travisare e disgregare i sentimenti? “Non proprio – dice la Aspesi – piuttosto porta a trovare fidanzati aleatori, che prima o poi si dissolveranno quasi sempre in silenzio. Il che non è un male: con la rete le relazioni si concludono in modo “soft”, evitando litigate e, in extremis, la violenza contro le donne”.
E a proposito di donne la Aspesi dice: “Le donne hanno sempre saputo che gli uomini non servono a nulla se non per il mantenimento”. Purtroppo però col marito che tradisce non se la prendono mai, se la prendono con la “zoccola”: “Attente donne – ammonisce la Aspesi – perchè io credo che il tradimento sia l’unica cosa che mantiene vivo il matrimonio”. Ma chi tradisce di più, l’uomo o la donna? “Le donne sono furbe: non fanno sapere nulla, cucinano una buona polenta e quindi il marito è contento. Per gli uomini..beh, alla mia età ormai non lo so più!”. Una simpatia travolgente unita a lucide considerazioni: “L’uomo è sempre più fragile: ha un attaccamento alla famiglia molto più forte di quello che può avere la donna, cerca l’amore”
Un’esperienza lunghissima, accumulata, come dice la Aspesi, “dalla barba di avere letto mille e mille lettere tutte uguali a se stesse. All’inizio mi scrivevano i maniaci, quelli che vedevano la mamma (o la nonna!) sotto la doccia: ma io non rispondevo e così hanno smesso. Da lì è iniziata una lunga sequela di amori perduti, calpestati, ma anche nuovi e travolgenti”. Mille storie, che però sono sempre molto simili a sé stesse perché l’amore è sempre quello fin dall’inizio dei tempi: a cambiare è piuttosto il modo, individuale, di affrontarli.
Ph. Chiara Pasqualini via artapartofculture
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