Gli eroi e il maschile: i Figli Maschi crescono a teatro
ACHILLE: Patroclo, perché noi uomini diciamo sempre per farci coraggio: “Ne ho viste di peggio” quando dovremmo dire: “Il peggio verrà. Verrà un giorno che saremo cadaveri”?
PATROCLO: Achille, non ti conosco più.
ACHILLE: Ma io sì ti conosco. Non basta un po’ di vino per uccidere Patroclo. Stasera so che dopotutto non c’è differenza tra noialtri e gli uomini vili. Per tutti c’è un peggio. E questo peggio viene per ultimo, viene dopo ogni cosa, e ti tappa la bocca come un pugno di terra. È sempre bello ricordarsi “Ho visto questo, ho patito quest’altro” ma non è iniquo che proprio la cosa più dura non la potremo ricordare?
PATROCLO: Almeno uno di noi la potrà ricordare per l’altro. Speriamolo. Così giocheremo il destino.
Questo l’incipit de Dialoghi con Leucò di Pavese, uno spunto molto piccolo da cui parte la nostra storia e quella di Lucio Guarinoni. Una storia di eroi, di figli, di maschi e di maschile.
Dalla scorsa settimana Lucio e la sua compagnia teatrale, Figli Maschi, sono ospiti della residenza teatrale Qui e Ora presso gli spazi de Il Granaio di Arcene. Chiedo a Lucio di partire dal prologo: «Figli Maschi è un gruppo di persone che da un paio di anni lavorano insieme con il teatro e nel teatro. Nascono dal mio desiderio (e progetto) di lavorare a teatro sul maschile e sui maschili con un gruppo solo maschile. Questo perché sentivo che potesse essere un progetto di cui ci fosse bisogno. Quindi ho contattato alcuni di loro e gli ho chiesto di cominciare questo progetto di ricerca senza sapere dove sarebbe arrivato. Era novembre del 2014. Da qui abbiamo iniziato una ricerca teatrale sul tema: già dal primo incontro ero entusiasta! Successivamente è nato lo spettacolo “Figli Maschi”, che poi in realtà ha dato il nome alla nostra compagnia. Per molto tempo siamo rimasti senza un nome poi, quando un nome ci serviva (anche e soprattutto per i concorsi e i bandi), ci siamo guardati realizzando: “Ma noi siamo figli maschi! Esattamente come lo spettacolo!”. “Figli Maschi” debuttò a fine maggio del 2015, frutto di sette mesi di ricerca e di lavoro, con una serie di nove repliche successive».
Una grande sintonia e voglia di continuare a lavorare in questo senso, han portato i Figli Maschi a vincere il bando Qui e Ora: l’offerta consiste in residenze teatrali per artisti under 35. Emozionati e destabilizzati si sono buttati in questo nuovo progetto, lavorando sul tema degli eroi.
Gli spunti per questo nuovo lavoro sono molteplici, come spiega Lucio: «alcuni sono drammaturgici in senso stretto, quindi brani di letteratura rispetto al tema, altri arrivano dallo studio del movimento fisico, insieme al lavoro sulla voce tenuto da Flavio. Io sono partito da tante letture, ma in particolare dalla scelta di una cosa molto molto piccola, ossia uno dei Dialoghi con Leucò di Pavese: è il dialogo tra Patroclo e Achille. Infatti, in questa prima settimana di residenza abbiamo lavorato tantissimo partendo da questo dialogo».
Proprio in questo piccolo brano epico viene affrontato il tema dell’eroe con moltissime sfaccettature: l’eroe inteso come supereroe, l’eroe contemporaneo, l’eroe del quotidiano e inoltre «è un testo molto interessante rispetto alla tematica del maschile e ai maschili che rivestono Patroclo e Achille, ma anche rispetto ai mondi di valore, di pensiero, di immaginario sul maschile e sull’eroismo». In questo modo sono riusciti ad aprirsi moltissimi piani di lettura e di lavoro, anche grazie alla trasversalità degli archetipi nei miti: un potere d’immedesimazione che spesso, quando si studia epica a scuola sfugge all’occhio stanco dello studente. «Quel potere e quella potenza che hanno i testi classici di aprire varie finestre tematiche: quello che abbiamo tentato di approfondire in questa settimana. A partire dalla prossima vorrei iniziare a lavorare anche su scritture mie, sempre su questo tema: due maschili che si trovano rispetto al tema degli eroi, ma più incentrato sul contemporaneo e sull’oggi».
Il tema dello spettacolo, molto sentito dal regista, è stato frutto di spunti e del bisogno personale di affrontare l’argomento eroico sul maschile e soprattutto sul maschile contemporaneo, legato ai sentimenti dell’affetto e della violenza. «Si parte sempre da domande che ti vengono quando non riesci a dormire: “Se in questo momento ci fosse una persona, a cui io tengo moltissimo, coinvolta in un possibile attentato, cosa farei?” Ecco, sento che il tema della violenza, anche in questo senso sia presentissimo nell’oggi e va indagato anche rispetto al maschile e all’eroismo. Penso che un eroe, oggi, debba interrogarsi su quale sia il rapporto tra la violenza e l’affetto, perché anche i supereroi sono un condensato di questi due sentimenti contrastanti. Sono questi i due temi su cui vorrei dirigermi».
Questa residenza teatrale si concluderà il 25 settembre con un momento importante per la compagnia: una prova aperta. Spiega Lucio: «Io la sto vivendo come regista e dramatug del lavoro. Per gli attori è un percorso di ricerca rispetto alle proprie capacità attoriali, di crescita sulle questioni tecniche e di lavoro collettivo: credo che lavorare in un gruppo coeso valga molto di più che affrontare innumerevoli stage teatrali “da solo”».
Consci della prova aperta imminente, la compagnia è consapevole che la crescita e il lavoro svolto in queste settimane verranno condivisi con il pubblico: un momento importante in cui ci sarà anche un primo ritorno del percorso svolto sin ora. «Puoi lavorare in prova quanto vuoi ma è con il confronto con il pubblico in cui ti viene ridato il funzionamento (o il non funzionamento) del tuo lavoro. Il teatro è fatto da migliaia di parti, tutte essenziali. C’è chi guarda e c’è chi propone e agisce sul palcoscenico. Per noi esiste la consapevolezza che arriveremo ad un lavoro finale: non so se ci arriveremo a fine settembre o a maggio dell’anno prossimo: ci lasciamo la possibilità e il tempo di capirlo senza soccombere a tempi di produzione rigidi e statici».
Ai Figli Maschi, teatramente auguriamo: Merda! Merda! Merda!
Fotografie di Giacomo Arrigoni
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