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Orti…in crescita!

250 ore di lavoro agricolo distribuite per 8 mesi all’anno per una rendita media di 200 chili di ortaggi sani e self-made. É Claudio Cristofani, urbanista milanese e papà di Angoli di terra e dei suoi ormai 180 orti urbani, a fornirci l’equazione magica del benessere e del risparmio.

Tornano in voga le proverbiali braccia rubate all’agricoltura, verrebbe da dire, guardando la distesa di 17.000 metri quadri ricevuti in eredità che l’architetto Cristofani è riuscito ad adibire all’uso di orticolture urbane in via Chiodi, zona Barona. E… sì, proprio Milano, la regina delle metropoli italiane, è la campionessa lombarda assoluta in quanto ad orti.ORTI PEQUOD

Il fenomeno dei coltivatori più o meno dilettanti, peraltro, è diventato pervasivo e trasversale. I dati di Coldiretti parlano chiaro: il 30% dei lombardi maggiorenni si dà, in un modo o nell’altro, all’ agricoltura.

Ma non è soltanto hobby, come traspare dalle parole dell’architetto Cristofani: «se coltivato con impegno e con buone materie prime un orto di circa 75 metri quadri – afferma Cristofani – induce una produzione media del valore di 400 euro l’anno». Non il fabbisogno vegetale di una famiglia media, dunque, ma una quantità che ha tutte le carte in regola per incidere positivamente sul bilancio.

Il processo produttivo è molto più lento di quello professionale, ma: «è tutto a tempo zero – aggiunge l’urbanista agricoltore – tra il raccolto e il consumo, passano poche ore e questo garantisce sapore e purezza del prodotto».

Non è tutto qui, però. Buon umore e gusto sono i primi a guadagnare dalla presenza dell’orto; le finanze sono al sicuro e possiamo raggiungere una, se pur parziale, indipendenza dal circuito della grande distribuzione. «Ma il valore più grande è quello culturale – chiosa Cristofani – rispettare il valore agricolo del globo terrestre induce a comportamenti virtuosi».orti-urbani-600x450

Il fenomeno assume, poi, ulteriore importanza se lo si guarda dal punto di vista della trasmissione di conoscenza: in molti casi sono anziani pensionati, che nel corso della loro vita hanno avuto a che fare con la terra, ad insegnare ai giovani quelli che sono veri e propri trucchi del mestiere. In Campania nel 2012 si è attivato un vero e proprio tandem di apprendimento: in cambio di sapienti consigli green, i giovani pensano all’alfabetizzazione digitale dei più esperti. Stupendo no?

Un terzo aspetto è quello della coltivazione degli orti come mezzo terapeutico: dagli Stati Uniti fino al nostro paese, molti studiosi hanno trovato nella piccola coltivazione un efficace mezzo terapeutico, in grado di migliorare la salute di persone affette da varie tipologie di disturbo, specialmente dal punto di vista psichico.

Infine, parlando di orti, quindi di cibo, come può non essere coinvolta EXPO? L’esposizione ha prestato grande attenzione agli orti, realizzando progetti come l’Orto del mondo, dove sono stati coltivati vegetali provenienti dai più svariati angoli della terra: un modo per ribadire tutto quello che è stato scritto in precedenza.

Possiamo quindi affermare che, nel 2015, coltivare l’orto, specialmente in città e altrettanto specialmente se i capelli dell’apprendista agricoltore sono ancora tutt’altro che canuti, sia una delle attività più costruttive che si possano intraprendere!

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Matteo Moraschini

Sbalestrato al mondo nel gennaio ’88, arrivo da Bologna a Milano nel 2012 per finire il corso triennale in lettere classiche. Sono ancora qui. Mi piace troppo. Faccio il redattore per due testate di provincia, piccine ma vivaci. Quando posso, cerco di portare a scrittura quello ciò che mi pare sfori lo schema. Spesso non ci riesco. Mi piacciono i viaggi a sorpresa, le persone che ci mettono del loro e le pagine che scorrono. Non mi piacciono gli “ipse dixit”.

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