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Once upon a time in Rome | l’idilliaca Isola Tiberina

Un’isola, una Chiesa, un ospedale, due ponti e un intreccio di leggende. No, non è la nuova sceneggiatura di Tim Burton, ma l’Isola Tiberina, una piccola perla urbana di formazione alluvionale nel cuore pulsante di Roma.

Nota come Insula Tiberina, Isola dei Due Ponti – Ponte Cestio e Ponte Fabricio – Licaonia o semplicemente Insula, si erge maestosa tra le acque del Tevere. Lunga poco più di 300 metri e larga non più di 90, a conferirle il primo velo di mistero è la forma: leggenda vuole infatti che l’isola sorga sul relitto di un’imbarcazione sommersa, assumendone la tipica forma.

Addentrandosi in questa epopea romana si torna al 509 a.C., al tempo di Lucio Tarquinio Superbo (ultimo Re di Roma) vittima di una rivolta popolare che gettò nel fiume il deposito di grano del tiranno in quantità così abbondante da formare l’isoletta. Ma la più conosciuta resta quella legata al culto di Esculapio (Dio della medicina): la terribile pestilenza del 291 a.C., un serpente e un Tempio in suo onore sui resti del quale venne costruita la Chiesa di San Bartolomeo.

Le antiche tradizioni mediche non si sono estinte con il tempo, nel 1584 nacque l’ospedale “Fatebenefratelli” attivo tutt’ora.

Non sembra nemmeno di essere nella Capitale, il tempo è cristallizzato e se allenti la presa dei pensieri puoi sentirne la leggerezza che ti scorre tra le dita, storia dopo storia. Tanto piccola quanto ricca, dalla giusta prospettiva è possibile osservarla nella sua totalità, notarne i dettagli, un salvagente rosso, una terrazza, alberi in fiore come cornice di una perfetta cartolina.

La Nave di Pietra. Un piccolo forziere prezioso, una croce rossa da segnare sulla mappa.

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Jennifer Engelmann

Una mente intuitiva e razionale per un corpo istintivo e cosmopolita. 
Italo-tedesca trapiantata a Milano since 1991, imparo a scrivere prima ancora di camminare: inizio ad usare di nascosto la macchina da scrivere di mia nonna e battuta dopo battuta capisco che quel tic-tic-tic sarebbe diventato il mio suono preferito. Intraprendo la carriera universitaria in ambito comunicativo-giornalistico per perseguire il mio sogno e, dopo aver navigato in mari bui e tempestosi, approdo a Pequod nel Marzo 2015 dove, dilettandomi tra arte viaggi e fotografia, divento responsabile eventi.
 Una biondina cinica e determinata un po’ Carrie Bradshaw, un po’ Miss Fletcher.

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