#FestivalCom – ISIS e migrazione: la parola alla difesa
Non è di facile inizio la partecipata conferenza a Palazzo dei Dogi tenuta dal Ministro della Difesa Roberta Pinotti nell’ambito del Festival della Comunicazione di Camogli. La prima domanda dell’intervistatore Carlo Rognone converte subito sulla minaccia ISIS: «Noi italiani cosa facciamo? Lo Stato Islamico non ha forse affermato di voler arrivare a Roma? La loro propaganda prospetta a una possibile terza guerra mondiale. Alcuni giornali dicono che tirarsi sempre fuori ci metterà in posizioni scomode in futuro. Siamo in grado di difenderci?»
Il Ministro: «Sì, siamo in grado. A volte non ne abbiamo la consapevolezza ma basta guardarci intorno per trovare riconoscenza verso di noi. La nostra posizione è importante, ci siamo impegnati con responsabilità, costanza ed esperienza. Siamo uno dei paesi occidentali che più si impegnano nella lotta. Sul campo abbiamo 250 generali dell’aeronautica e altri impegnati nella formazione dei curdi.»
Si arriva poi al tema caldissimo dell’immigrazione: «Siamo davanti a una situazione eccezionale. L’Italia ha avuto una posizione coerente sin dall’inizio e non dobbiamo cambiare. Sappiamo anche mostrare la faccia della forza quando è necessario. Noi stiamo facendo del contrasto agli scafisti con un’operazione separata da quella europea. Serve il contrasto nei porti di partenza: per farlo dobbiamo avere l’appoggio dell’ONU e l’appoggio del paese in cui andremo ad operare. Stiamo muovendo in questi giorni dei passi importanti proprio in questa direzione. Quando una persona scappa dalla guerra ed è rifugiato ci sono delle leggi internazionali che agiscono a livello europeo, ma non possiamo tenere i migranti economici, poiché non ne hanno diritto. La gestione da parte di un singolo stato è una follia, dev’essere da parte di tutta l’Europa.»
«Quanto ci costa la difesa? E gli f35 sono un acquisto ben riuscito?», incalza Rognone.
«Io difendo la difesa- chiosa Pinotti – non i singoli contratti. 19 miliardi è la cifra che impegna la difesa. Il 70% viene utilizzato per i salari. Negli ultimi 10 anni abbiamo tagliato il 26%. Tutti i giorni l’aeronautica sorvola il territorio secondo un accordo con la NATO, che si occupa di numerose cose come il trasporto sanitario. Non mi piace ma è necessario. Dovremo fare altri sacrifici, ma sapendo che comunque la difesa ha un costo, l’Italia spende meno della media degli altri paesi della NATO.»
In copertina, Roberta Pinotti [ph. Roberta Pinotti CC BY-SA 2.0/Wikimedia Commons]
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