#FestivalCom – L’Italia di domani, già oggi
Con l’incontro dal titolo “Executive, cultura e classi dirigenti per l’Italia di domani”, si è conclusa la seconda giornata del Festival della Comunicazione, a cui hanno partecipato: Federico Ghizzoni, a.d. di Unicredit; Monica Maggioni, presidente della Rai; Mauro Moretti, a.d. di Finmeccanica; Ferruccio De Bortoli, presidente della casa editrice Longanesi.
Monica Maggioni ha iniziato affermando che «A un certo punto si è interrotto un meccanismo per formare la classe dirigente in Italia. Adesso le cose vanno meglio, ma prima l’atteggiamento dei giovani verso il futuro era sfiduciato».
La presidente della Rai ha anche affermato che per una vita nelle aziende pubbliche il criterio dell’anzianità veniva prima del criterio della competenza, ed ha causato «Un livellamento verso il basso».
Moretti ha continuato asserendo che «L’Italia si sta svegliando da un lungo sonno», stravolta da un grande cambiamento perché «Da sistema chiuso siamo diventati un sistema aperto in un contesto globale: o sei competitivo o non vivi». Moretti sostiene, giustamente, che in un impresa regolata dal buonsenso è normale che il migliore vada avanti, e così dovrebbe essere pure nel pubblico.
Ferruccio De Bortoli dice anche che le grandi imprese devono essere modelli per i giovani, e puntualizza che a volte «Si parla della storia del capo azienda, ma non dei valori dell’azienda», ma dice anche che c’è bisogno di cittadini in un paese dove la cittadinanza è un valore debole.
Secondo Ghizzoni «La nostra classe dirigente non è adeguata alle grandi rivoluzioni attuali. Bisogna formare una classe dirigente in grado di adattarsi a una velocità mai vista».
La sua ricetta per formare i giovani è la seguente: favorire l’apertura dei giovani al mondo e all’innovazione; responsabilizzarli; abituarli alla diversità.
Monica Maggioni ha continuato, dicendo di «Pensare a un servizio pubblico che costruisca un sistema culturale all’interno del paese, che racconti che la meritocrazia è un valore».
Ghizzoni ha poi voluto sottolineare che comunque non tutti i giovani sono spaventati dall’Italia, anche quelli che come lui sono stati per molto tempo all’estero, perché come lui non hanno «Dimenticato L’Italia».
Ferruccio De Bortoli infine ha chiuso augurando che si possa formare una classe dirigente all’altezza delle sfide, responsabile, etica, che sviluppi l’idea del rischio e capisca che «Il sacrifico è necessario e che ci si può risollevare dai fallimenti».
In Copertina: Ferruccio De Bortoli [ph. Niccolò Caranti CC BY-SA 3.0/Wikimedia Commons]
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