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#MFF – Linea Gialla, una fotografia di Milano che cambia

In occasione dei suoi sessanta anni, MM (Metropolitana Milanese) in collaborazione con il Milano Film Festival, presenta Linea Gialla, quattro proiezioni, tre lungometraggi e una serie di cortometraggi dove Milano e il genere noir/giallo sono il filo conduttore.

Con la scelta di queste pellicole hanno costruito una fotografia di Milano che mostrata la trasformazione che nel corso degli anni la città ha vissuto. Linea Gialla si apre con Milano Nera di Gian Rocco e Pino Serpi, film-caso dei primi anni sessanta, lo sceneggiatore, che era Pier Paolo Pasolini, ritrattò poi il suo contributo per apparire solo come collaboratore. Il Film conserva però lo “sguardo” di Pasolini, perfetto per inquadrare i margini della società milanese mentre il boom rilevava le sue contraddizioni.

Vermisát di Mario Brenta, è invece un disperato ritratto di un ex contadino senza fissa dimora e senza lavoro che per vivere raccoglie vermi nei fossati del milanese per venderli come esche ai pescatori. Si ammala ma non si fida degli ospedali e delle loro medicine, si affida alle cure di un ciarlatano, il Medicon, che gli fornisce delle medicine, fasulle, in cambio di sangue.

La città che sale, una serie di cortometraggi di autori milanesi sulla città: scorci di vite vissute e in divenire, e di luoghi familiari.
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Ieri sera è stata la volta, invece, di  A casa nostra, in ordine cronologico si può considerare come ultimo film di questo percorso; del 2006, è diretto da Francesca Comencini con Valeria Golino, Luca Zingaretti, Giuseppe Battiston, Laura Chiatti e Luca Argentero. È una fotografia spietata di una Milano degli anni duemila, dove se hai il denaro, di conseguenza, hai il potere, e ogni personaggio raccontato ha una propria ossessione.

Racconta diverse storie, vite parallele che non s’incroceranno mai, e il denaro protagonista di tutto; denaro per acquistare oggetti, sentimenti, vite, favori, potere. Nel finale invece tutte le micro-storie si incrociano. Il potere e il denaro subiscono una sconfitta, l’amore e la giustizia, ottengono un parziale riscatto.

Il personaggio di Valeria Golino, Rita, nella scena del primo confronto faccia a faccia con Ugo (Zingaretti), dice una frase che nell’arco di nove anni non è diventata vecchia e rappresenta la voce di molte persone: «No, voi, come vi permettete! Pensate di fare come vi pare, eh? Ma questo paese è anche casa nostra».

Linea Gialla racconta perfettamente con l’uso delle storie raccontate nei vari film, il cambiamento che Milano ha vissuto e che tuttora è in corso.

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Martina Andrea Ponti

Nata con il botto del primo dell’anno 1991 a Milano, diploma di ragioneria-programmatore e una laurea in Scienze per la Comunicazione nel cassetto. Sogno gli Stati Uniti da quando ero piccola, la valigia è già pronta per volare oltreoceano e conquistarlo, magari diventare la nuova Lena Dunham o la versione femminile di Joss Whedon. Sto frequentando la magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo. Su Pequod scrivo nella sezione Cultura e principalmente scrivo sulle serie tv, mia grande passione. Zaino sulle spalle, macchina fotografica in mano e cuffiette nelle orecchie vago per Milano alla ricerca della luce giusta e a volte collaboro per la sezione fotoreportage.

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