Caravan Orkes-tour: il nostro viaggio musicale
È finalmente il giorno della partenza! Prepariamo tutti i bagagli per bene, riempiamo le custodie degli strumenti e ci dividiamo i “pesi massimi”. Siamo in nove all’aeroporto, tutti con le nostre magliettine colorate e i cappelli da ceffi balcanici: la Caravan Orkestar è pronta per questa nuova avventura. Tre concerti in pochi giorni e 3000 kilometri da percorrere.
Un tour che in realtà è cominciato molti mesi prima: persone, bagagli, strumenti musicali e aerei sono complicati da gestire (soprattutto quando si tratta di “un bandone” composto da più di venti persone), anche se ciò non ha fatto altro che alimentare in noi l’impazienza e l’emozione per questa esperienza tutta da provare. Per questioni logistiche siamo partiti in nove, appunto, direzione Soisson: un angolo di verde e magia nella regione francese della Piccardia.
Qui siamo stati amorevolmente ospitati da la Lanterne Magique, una compagnia circense che ha sede fissa in un’antica corte con tanto di pista per i cavalli, un grande chapiteau, vecchi caravan (!) restaurati nel cortile e un centinaio di bambini e ragazzi, arrivati per un campo scuola sulle discipline circensi. La cordialità, i sorrisi e la grande attenzione nei nostri confronti ci hannno fatto sentire protagonisti!
Nelle giornate francesi per nulla ci sembrava di lavorare: quello che era lavoro, cioè il concerto, arrivava sempre alla fine di ore condivise ed era al contempo una naturale prosecuzione di quel che vivevamo prima e un anticipo di quel che sarebbe successo dopo l’esibizione. Anche a divertirci la notte in cui non abbiamo potuto dormire, siamo riusciti a divertirci: dopo il secondo concerto francese ci siamo fiondati in aeroporto, direzione Cagliari. Ormai svegli e “caffeinati”, abbiamo impiegato le ore di ritardo un po’ vagando per l’aeroporto, un po’ suonando un pianoforte scordato, un po’ giocando, per poi finalmente raggiungere il resto del gruppo giusto per l’ora di pranzo. Abbiamo caricato noi stessi e tutto l’ambaradam su un pulmino diretto a Sant’Antioco.
In un gruppo composto da così tante persone normale è che ci si separi in gruppetti più piccoli: chi si è goduto blu del mare sardo, chi si aggirava curiosando per le viuzze del paese, chi dormiva; il concerto diventa il momento comune, richiede maggior concentrazione e attenzione a quel che ti succede attorno, quello che fanno gli altri. Non è una situazione migliore o peggiore, solo diversa e più slegata dal prima e dal dopo esibizione.
Anche l’accoglienza di Sant’Antioco è stata molto partecipata, ma le lunghe prove pomeridiane, il lunghissimo sound check e la presenza del maestro Jovica Jovic (con cui avremmo suonato di lì a poco) non han fatto che aumentare la tensione e l’adrenalina. Ciò ha inevitabilmente portato ad un concerto spettacolare, sentito e apprezzato, nella location mozzafiato dell’Arena fenicia: una bomba di emozioni che di certo faticheremo a dimenticare.
Un viaggio diverso dal solito in cui l’attenzione verso gli altri, la condivisione degli spazi, delle tempistiche e dei problemi logistici hanno solidificato il senso di gruppo. La vacanza da musicoturista è davvero qualcosa di speciale, ma che sicuramente richiede allenamento!
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