Saldare in fabbrica. Una mattinata tipo di Fabio dalla Minifaber
Nata per celebrare le rivendicazioni e le passate vittorie sindacali, nonché i traguardi raggiunti dai lavoratori a livello economico e sociale, quale significato possiede questa data in una società caratterizzata dal precariato? Il lavoro fisso sembra oggidì una lontana e utopica speranza, mentre la realtà circostante si concretizza sempre di più in voucher, prestazioni occasionali, soldi in nero, sfruttamento (senza formazione) travestito da stage e tirocini… Che significato possiede oggi il Primo Maggio? È mero sinonimo del concerto in Piazza San Giovanni in Laterano? E soprattutto, cosa sappiamo oggi dei giovani operai?
La risposta a tali quesiti è (si spera) negli scatti di questo fotoreportage, dedicato al 24enne Fabio Bergamelli, giovane operaio presso l’azienda Minifaber da ben sei anni. «Sì, ho cominciato presto, ma la verità è che non mi pesa lavorare. Ciò che faccio mi piace e il tempo vola per davvero», mi spiega Fabio. L’azienda bergamasca Minifaber è specializzata nella lavorazione a freddo delle lamiere e nella progettazione e costruzione di stampi. All’interno del ciclo di produzione Fabio è saldatore, smerigliatore e lucidatore.
Quando sono andata a trovarlo, abbiamo smerigliato le vaschette per il gelato, facendo attenzione a quando nel metallo sono presenti spazi d’aria: allora non va bene, bisogna perciò fermarsi e fare una saldatura. Tra uno scatto e una spiegazione, osservo i giovani volti di chi lavora in fabbrica. Con il progressivo cambio generazionale dei suoi vertici, la Minifaber è oggi sensibile alle politiche di inserimento e formazione giovani: il 15% dei suoi dipendenti ha difatti meno di 30 anni e circa il 10% meno di 20, grazie anche alla collaborazione formativa e professionale con l’istituto tecnico ITIS Paleocapa di Bergamo.
1 Maggio, 2504, Bergamo, featured, festa dei lavoratori, giovani, Italia, ITIS Paleocapa, lavoratori, minifaber, operaio, primo maggio