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Turismo sessuale, dagli anni ’60 ad oggi un business sempre in crescita

Da sempre e in ogni parte del mondo, dall’antica Grecia alle tribù africane, dalle isole asiatiche ai freddi ghiacci del polo nord, si tramandano tradizioni che impongono l’accoglienza dello straniero in visita, spesso includendo la sua soddisfazione sessuale. Da sempre i viaggiatori, mercanti o esploratori, si sono scambiati pettegolezzi sulle delizie locali e le pratiche indigene dei paesi visitati.

In età moderna, anche i viaggi finalizzati al piacere sessuale diventano fenomeno massificato: gli anni ’60, grazie tanto alla globalizzazione e all’ampliamento dei mercati, quanto alle rivoluzioni socioculturali e ai nuovi orizzonti di viaggio, costituiscono lo scenario che vede esplodere il boom di questo fenomeno, che si dimostrerà fin da subito problematico. Il turismo sessuale, infatti, configurandosi come intersezione di due attività già di per sé caratterizzate da dinamiche complesse (il turismo da un lato e la prostituzione dall’altro), raccoglie un ventaglio di realtà sfaccettate che hanno rappresentato una difficoltà nello sforzo delle normative internazionali di conciliare principi etici e morali, ideali di sviluppo paritario e realtà fattuali.

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Thailandia, anni ’60

Era il 1967 quando vedeva la luce il primo patto tra stati moderni imperniato proprio sulla vendita di prestazioni sessuali: il “rest and recreation” regolamentava i rapporti tra i soldati americani d’istanza in Vietnam e le vicine coste thailandesi, rilanciatesi da un decennio nel mercato del sex business. Nello stesso anno la IUOTO (International Union of Official Travel Organizations), riunita a Tokyo, rifletteva sulla necessità di operare effettivamente a livello mondiale, avviando il processo che la porterà a trasformarsi nell’attuale UNWTO (United Nations World Tourism Organization) e a stendere, nel 1999, il Codice Mondiale di Etica del Turismo: 10 articoli che si preoccupano di tutelare tutti i soggetti coinvolti nell’attività turistica, in un’ottica di sviluppo globale sostenibile.

In occasione del 58th CAF Meet, tenutosi ad Abidjan ad aprile 2016, il WTO ha sottolineato ancora una volta l’importanza del Codice, proponendosi di sollecitare i 163 stati membri a sviluppare leggi in linea con gli articoli in esso contenuti, in risposta anche ai numerosi appelli ONU riguardanti Paesi in via di sviluppo e minori. L’allarme più significativo arriva dall’EPCAT, i cui dati indicano cifre attorno ai 2 miliardi di minori sfruttati nel solo 2016, grazie al fenomeno del turismo sessuale; l’Italia in testa alle classifiche per numero di turisti pedofili; Cina, India, Brasile e Thailandia come mete predilette. Non meno rilevanti sono le denunce ONU sul continuo squilibrio socio-economico tra turisti-fruitori e nativi che si prostituiscono: il turismo sessuale asseconda e favorisce il mantenimento del divario nello sviluppo sociale dei diversi paesi.  Entrambi gli enti evidenziano infine l’importanza di sempre maggiori controlli sulla rete informatica: i dati rilevano, infatti, che il moltiplicarsi di chat e applicazioni che facilitano la comunicazione in forma anonima, ha contribuito ad agevolare gli spostamenti per viaggi a sfondo a sessuale.

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Basta gettare un rapido occhio sulla rete per rilevare come gran parte dei tabù sessuali trovi libertà d’espressione nella realtà virtuale. Ancor più facile ritagliarsi spazi per i turisti sessuali, che grazie alla rete riescono a comunicare superando confini tanto spaziali quanto legislativi, muovendosi in equilibrio tra diverse normative. Eclatante esempio è dato dal successo del sito www.gnoccatravel.it, interamente dedicato alle attività che ruotano attorno al sex business: dalle escort italiane ai consigli per migliorare le prestazioni, dai suggerimenti per cuccare agli spazi dedicati al “ridere della gnocca”, fino ovviamente alle recensioni di viaggio, comprensive di indicazioni sulle bellezze locali e loro disponibilità, suggerimenti sui local più abbordabili e forum per cercare “compagni di gnocca”, ossia di viaggio.

Da non sottovalutare sono le possibilità offerte dalla rete, risorsa importante in virtù dell’opportunità di un monitoraggio tempestivo e della tracciabilità dei dati elaborati. Gli stessi gestori di GnoccaTravel rappresentano un modello di approccio moderno al tema della sessualità: pur svincolandosi da ogni forma di tabù riguardante il sesso occasionale tra adulti consenzienti (a pagamento e non), dal loro sito è assolutamente bandita qualsiasi forma di sfruttamento, con particolare attenzione a contenuti a sfondo pedofilo, che vengono non solo bannati dal sito, ma anche tempestivamente segnalati alle autorità competenti.

Differente è l’approccio della rete al turismo sessuale al femminile, di cui ONU e WTO evidenziano negli ultimi anni un notevole incremento. I media informatici, cogliendo l’occasione dei recenti dati, sembrano assecondare la tendenza con un susseguirsi di classifiche sulle mete più quotate, accompagnate da fotografie di splendidi resort affacciati su rive oceaniche. Immagini patinate e contenuti edulcorati, che creano l’illusione di un’agenzia turistica e allontanano dal mondo della prostituzione. In vetta alle classifiche Senegal e Kenya; paesi caldi, accoglienti e con situazioni di fortissimo divario sociale interno. I governi di questi paesi, offuscati dall’interesse a entrare nel gioco delle potenze mondiali, hanno in passato lasciato ampissimo spazio d’azione agli ex coloni, che non hanno tardato a individuare nel turismo una sicura fonte di guadagno. Le entrate economiche legate alla prostituzione (oggi legale in Senegal, illegale in Kenya) hanno inoltre fatto speso chiudere un occhio sul mancato rispetto delle leggi vigenti.

A poche ore a sud di Dakar, sulla costa, si trova un esempio di queste aree edificate su misura dei turisti europei: la città di Saly, un tempo porto portoghese, è stata riconvertita negli anni ’80 ad area resort e fino a oggi è la principale meta dei turisti del Vecchio Continente. Non di rado, sulle bianche spiagge di Saly, si vedono passeggiare coppie miste con un notevole divario d’età; storielle estive di breve durata ormai accettate nella quotidianità di questo parco giochi urbano. ONU e ECPAT lanciano un campanello d’allarme anche sulla nuova esigenza femminile, apparentemente innocua, di provare il brivido di una storia d’amore per il breve tempo di una vacanza; i dati, infatti, evidenziano una presenza sempre maggiore delle donne nella realtà della pedofilia. Sebbene il problema si rivolga in minima parte agli infanti, non meno importante è il fatto che un numero sempre maggiore di adolescenti maschi sia coinvolto nel turismo sessuale, vittime di un retaggio che vuole l’uomo precoce nel suo sviluppo sessuale.

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Saly, Senegal

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Sara Ferrari

Nata e cresciuta nelle valli bergamasche a fine anni 80, con una gran voglia di viaggiare, ma poca possibilità di farlo, ho cercato il modo di incontrare il mondo anche stando a casa mia. La mia grande passione per la letteratura, mi ha insegnato che ci sono viaggi che si possono percorrere anche attraverso gli occhi e le parole degli altri; in Pequod faccio sì che anche voi possiate incontrare i mille volti che popolano la mia piccola multietnica realtà, intervistandoli per internazionale. Nel frattempo cerco di laurearmi in filosofia, cucino aperitivi e stuzzichini serali in un bar e coltivo un matrimonio interrazziale con uno splendido senegalese.

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