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Consumare consapevolmente per sopravvivere: G.A.S.

Una delle questioni con cui la nostra società probabilmente si dovrà confrontare è il sovrappopolamento. Quanti abitanti può sopportare il nostro pianeta? Il 31 ottobre 2011 è stato stimato che la popolazione mondiale ha raggiunto il numero di 7 miliardi di persone. Se il raggiungimento di tale traguardo sia un bene o un male è difficile constatarlo: in generale dipende molto dagli stili di vita adottati. Se chiunque consumasse come gli statunitensi, ed in generale come il mondo occidentale, l’aumento demografico rappresenterebbe un vero e proprio problema.

 

Di fatto consumare in modo più consapevole è la scelta migliore per la nostra sopravvivenza ma soprattutto per quella del nostro pianeta. Significativo è, in questo caso, l’Over Shoot Day ovvero la giornata indetta per indicare che le risorse terrestri disponibili per l’anno corrente sono state consumate prima del tempo. Quest’anno è caduta il 20 agosto il che vuol dire che da quella data ad oggi stiamo consumando più di quanto la terra possa produrre. I motivi che ci hanno condotto a ciò sono molteplici. Da notare che nel non tanto lontano 2003 l’Over Shoot Day è caduto il 22 settembre. Complice, come scritto in precedenza, è lo stile di vita di una piccola parte degli abitanti del globo: se, ad esempio, tutti consumassero come gli italiani servirebbero circa 2,7 pianeti Terra per soddisfare ogni bisogno. Quindi come possiamo autoregolarci per cercare di ridurre al minimo i danni al nostro ecosistema?

Il sovraconsumo può essere di diversi tipi: si va da quello ambientale, ovvero nell’atmosfera è presente più CO2 rispetto a quanto ossigeno possano generare le piante, a quello energetico. Tuttavia esiste anche un sovraconsumo agricolo che sfrutta il suolo in maniera eccessiva. Partire da un agricoltura più consapevole delle risorse disponibili, in questo caso, potrebbe essere un ottimo inizio per evitare un impatto ecologico troppo dannoso.

L’esperienza dei GAS, gruppi di acquisto solidale, da questo punto di vista, può essere un primo grande esempio da seguire. La loro storia inizia nel 1994 a Fidenza ma è nel 1997 che si forma la prima rete dei gruppi di acquisto solidale (retegas). Attualmente, però, «I gruppi di acquisto solidale sono costituiti da delle semplici famiglie, senza un carattere associativo vero e proprio, che decidono di acquistare prodotti sotto il segno di alcuni principi fondamentali: il primo, e più importate, è quello della solidarietà verso produttori locali o comunque produttori che non sono inseriti nel mercato della grande produzione», spiega la signora Silvana, gassista di vecchio ordine. Altri due principi fondamentali sono quello dell’equità e soprattutto quello della sostenibilità, infatti «i GAS privilegiano un prodotto che non sia dannoso per l’ambiente, per questo si preferisce optare per un agricoltura biologica e a basso impatto ecologico», racconta sempre Silvana.

Le scelte che portano ad unirsi a questi gruppi sono molteplici: «io non ero più soddisfatta di ciò che trovavo al supermercato, sia per quanto riguardava i prezzi, che a mio avviso sono molto alti, sia per quanto riguardava la qualità. Così tramite un’amica sono entrata in contatto con i GAS e devo dire che le cose sono cambiate in meglio da allora», spiega la signora Silvana. I vantaggi derivati dai gruppi di acquisto solidale, però, non si riducono solo alla qualità del prodotto perché «grazie ad una rete divisa in distretti con a capo dei referenti sono inserita in un sistema organizzato e sicuro. Inoltre tramite un sistema di acquisto in gruppo con la condivisione di un conto corrente in comune, ci conosciamo un po’ tutti», a parlare è sempre Silvana che aggiunge «siamo partiti che eravamo una quarantina di famiglie e siamo continuati a crescere tanto che attualmente le principali richieste di adesione sono da parte dei giovani, e questo non può che farci molto piacere».

I gruppi di acquisto solidale sono solo una delle diverse proposte per spingere le persone verso un consumo più ragionevole, rispettoso dell’ambiente e senza eccessi. Lo sfruttamento incessante delle risorse del pianeta ha già iniziato a manifestare i suoi frutti, quindi ora più che mai bisogna iniziare la cura.

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Matteo Fornasari

Cremonese di nascita, classe 1995, riesco ad oltrepassare l’ostacolo della maturità nel luglio del 2014 e a conseguire un sudatissimo diploma in lingue straniere. A settembre dello stesso anno la passione per la storia mi porta ad iscrivermi all’Università degli Studi di Milano dove quasi casualmente trovo Pequod, ed è qui che ha inizio la mia avventura.

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