Da truccabimbi e babydance al teatro-gioco. Diritto al gioco guidato?
Nel novembre di 27 anni fa, l’ONU approvava la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, riconoscendo a tutti i bambini del mondo il DIRITTO AL GIOCO. Dal testo della Convenzione:
Art. 31
Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.
In vent’anni sempre più attenzione si è rivolta al fanciullo e al suo tempo libero, la cui organizzazione è pensata oggi come fondamentale nella formazione educativa dei bambini. Di pari passo si è vista una crescita esponenziale di associazioni, onlus e progetti indirizzati in questo senso e pronti alla collaborazione con gli enti scolastici. Ciò ha probabilmente dato una spinta propulsiva al riconoscimento di figure “nuove” all’interno delle scuole e delle stesse associazioni: l’animatore specializzato, lo psicomotricista, i tirocinanti di Scienze dell’Educazione, gli attori professionisti che portano avanti attività teatrali per l’infanzia e la gioventù.
Uno strato sociale che oggi sembra essere indispensabile nella dimensione formativa, che vuole l’interazione di soggetti educativi diversificati. Numerosissime sono le associazioni dedicate all’infanzia; nel territorio bergamasco, ad esempio, Airone Associazione dal 2003 propone attività atte alla stimolazione creativa della crescita educativa dei fanciulli: dai progetti scolastici artistico-motori, ai Centri Ricreativi Diurni (estivi e invernali); dalle attività extrascolastiche con laboratori riguardanti le arti, ai progetti di assistenza e terapia. Un approccio educativo, creativo e ricreativo è quello che si tenta di seguire in questi progetti: istituzionalizzazione del gioco?
L’associazione propone inoltre attività legate alla figura della babysitter e dell’ animatore specializzato, di quelli che animano le feste dei bambini di oggi. Svaghi come il truccabimbi, “sculture di palloncini”, ma anche le feste a tema con tanto di spettacolino teatrale, giochi musicali di gruppo e babydance. Tutti elementi ormai considerati essenziali per una qualunque festa che preveda uno spazio dedicato ai bambini.
Si parla in questi casi di gioco “guidato”: una tipologia di gioco in cui è la figura dell’adulto a proporre e guidare determinate attività, che abbiano degli obbiettivi specifici e/o pensati, studiati e legati al contesto in cui vengono svolti. Giochi apprezzati molto da insegnati, educatori e genitori, che riescono così più facilmente a gestire e orientare il tempo libero dei più piccoli; forse meno amati dai bambini, che chiedono spazi di gioco libero.
Il gioco guidato, che spesso si fonde con attività di tipo ludico-artistico, trova spazio nel mondo dell’arte, della musica, della danza e del teatro. L’educazione all’arte viene trasmessa sotto forma di percorsi guidati e specializzati. Sempre nel contesto bergamasco troviamo due esempi di questo tipo di progetti: Pandemonium Teatro e Erbamil.
Scuola di teatro comico sperimentale nata negli anni ’80, Erbamil dona un ampissimo spazio nelle sue energie al mondo dell’infanzia: percorsi ad hoc vengono proposti in relazione alla stimolazione della creatività, alla partecipazione e al divertimento, all’educazione all’ascolto e alla creazione di un piccolo e proprio lessico affettivo.
Pandemonium, Teatro d’arte contemporanea per le nuove generazioni, declama la propria attenzione per il mondo dell’infanzia già nella definizione che dà di sé. Le produzioni della compagnia e le rassegne proposte sono tutte rivolte a un piccolo pubblico che trova nel gioco del teatro un forte canale di educazione alla sensibilità.
Oggi si parla molto di educazione, obiettivi, attività, stimoli e orientamenti; si parla poco di libertà e spontaneità, di spazio lasciato alla creatività che proviene dal basso di quelle testoline esagitate. Al di là di come cambino le generazioni e i modelli educativi, io ripenso con nostalgia al pavimento che diventava un mare di lava e al “facciamo che io ero una principessa”.
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