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Fiducia è l’arte dei ciechi. L’incontro con i beni culturali secondo inChiostro

Proviamo a chiudere gli occhi e a muoverci nello spazio. La prima cosa che accadrà, sarà di incontrare un qualche ostacolo sul nostro percorso, un tavolo, una sedia, un divano, sbatterci contro ed inciampare. Con questo seppur semplice esperimento si può capire quanto senza la vista possa essere differente e complesso conoscere e interagire con il mondo. D’altronde gli occhi consentono una modalità estremamente facile ed immediata per conoscere, rapportarsi con gli altri e con l’ambiente circostante. Non tutti gli esseri umani, però, sono uguali. Qualcuno di noi non possiede tutti i sensi della percezione: qualcuno non sente gli odori, qualcuno è sordo, qualcun altro è cieco. Queste situazioni di deficit sensoriale comportano un diverso approccio nella comprensione e nel modo di confrontarsi con il mondo e con le altre persone.

La cecità e l’ipovisione sono fenomeni molto diffusi soprattutto in relazione alle malattie degenerative e all’invecchiamento della popolazione. Ma la mancanza totale o parziale della vista può permettere uno sviluppo facilitato del pensiero e della memoria, inoltre obbliga ad acuire gli altri sensi percettivi, anche quelli poco utilizzati dai vedenti come l’olfatto e il tatto (ricordandoci che quest’ultimo non è proprio solo delle mani, ma concerne tutto quanto il corpo). Se provate a parlare con un cieco, noterete con quale intensità ricordi fatti e persone: la sua capacità sensoriale ed esperienziale è diversa, amplifica l’attivazione delle percezioni e una modalità partecipativa della conoscenza.

La cecità, però, porta con sé un fondamentale problema motorio e spaziale. Spostarsi in una città o in casa propria, andare a fare la spesa, recarsi al lavoro potrebbe diventare un ostacolo quotidiano se non si facesse un buon uso della fiducia. Fiducia in se stessi e negli altri, siano essi persone o animali, che aiutano il non vedente a svolgere azioni ordinarie e quotidiane. Per i non vedenti e gli ipovedenti la fiducia è fattore imprescindibile per la conoscenza della realtà.

In merito a questa condizione umana Daniele Del Giudice scrisse nel 1988 un breve romanzo, Nel Museo di Reims, in cui con grande maestria di linguaggio racconta la giornata di Barnaba, un giovane ex ufficiale della Marina che pian piano perde la vista. Ormai le immagini per lui si confondono in «un’opacità indistinta e chiara», una sensazione che sta diventando quasi tattile. Barnaba decide di sfruttare il tempo che gli rimane per fissare nella memoria alcuni capolavori dell’arte e per questo si trova nel Museo di Reims tra le tele di Camille Corot, Théodore Géricault, Eugène Delacroix e Jacques-Louis David. Durante la visita fa la sua comparsa Anne, che con pazienza e attenzione descrive le opere presenti nelle sale, mostrandosi però talvolta poco precisa ed elusiva. Sembra inventare dettagli, e se deve dire che un vestito è giallo, non dice che è dello stesso colore di un limone o di un girasole, ma è «giallo come l’amore legittimo, o l’adulterio che lo rompe», utilizzando parole simili a quelle del pittore cieco John Bramblitt, che definisce «il nero un colore liscio e fluido, il bianco denso e corposo e le tonalità di mezzo derivano dalla combinazione delle varie densità». Le parole della giovane Anne, come quelle di Bramblitt, arricchiscono le opere di significati e particolari olfattivi ed uditivi, risvegliando poco a poco l’immaginazione di Barnaba e del lettore. Questo piccolo libro ci fa assaporare  tutta la bellezza dell’arte e dei suoi capolavori, facendoci riflettere su quanto sia importante l’accessibilità ai beni culturali.

L’associazione culturale inChiostro.Itinerari e incontri d’arte di San Paolo d’Argon (BG) si occupa di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale locale. Come spiega il presidente Marco Ceccherini, «insieme a un gruppo di persone animate dalla passione per l’arte e dal desiderio di condividere la bellezza del proprio territorio, abbiamo iniziato circa due anni fa un percorso di promozione che punta alla conoscenza di questi meravigliosi luoghi d’arte, alla loro tutela e valorizzazione, anche attraverso le modalità di un rinnovato turismo culturale, che utilizza i nuovi sistemi di comunicazione e competenze specifiche nell’arte. Noi crediamo fortemente nel valore del patrimonio culturale locale e pertanto siamo promotori ed ideatori di particolari progetti attraverso visite guidate, degustazioni culturali, la realizzazione e l’accompagnamento di itinerari tematici ad hoc, l’organizzazione di incontri e progetti interdisciplinari finalizzati alla valorizzazione».

Proprio partendo dalla necessità di rendere i beni culturali del territorio accessibili a tutti, inChiostro ha iniziato a sviluppare uno strumento multimediale, un’applicazione che con file audio-visivi di carattere storico-artistico e la loro condivisione tramite social network permette anche ai non vedenti e agli ipovedenti di conoscere e scoprire i beni culturali del territorio.

Un progetto che vuole dare la possibilità a tutti i target di pubblico di ammirare e “vedere” il patrimonio che custodiscono chiese, chiostri e monasteri, presenti sul territorio bergamasco. Grazie anche ai finanziamenti della Regione Lombardia, l’associazione inChiostro. itinerari e incontri d’arte è riuscita ad avviare questo progetto che ad oggi coinvolge l’antica abbazia benedettina di San Paolo d’Argon, i chiostri, la chiesa adiacente e le chiese di Santa Maria in Argon, di San Lorenzo, di San Pietro delle Passere, di San Cassiano e di San Vincenzo della Torre tra San Paolo d’Argon e Trescore Balneario, per un totale di ben sette architetture.

Marco Ceccherini durante l’intervista spiega che il loro obiettivo non termina qui, anzi, l’associazione si pone un arduo compito: coinvolgere altri edifici religiosi che si trovano nei comuni vicini a San Paolo d’Argon, per continuare a rendere accessibile il patrimonio storico-culturale a tutti coloro che non possono fisicamente goderne. Inoltre, aggiunge, «dal 20 al 22 aprile 2018 verrà organizzata una rassegna di conferenze ed eventi per portare all’attenzione del pubblico la questione dell’accessibilità dei beni culturali con seminari, dibattiti e diverse iniziative collaterali come itinerari e degustazioni sensoriali tra Bergamo e provincia». Per il primo giorno è previsto un convegno dedicato agli operatori culturali e museali con relatori provenienti da tutta Italia, che parleranno di questo tema e di eventuali possibili strategie per risolverlo. I giorni successivi saranno ricchi di eventi culturali e incontri, senza tralasciare la possibilità di seguire anche percorsi sensoriali.

Per comprendere quanto la vista sia importante anche per la conoscenza delle bellezze artistiche, si potrebbe fare ancora un piccolo esperimento. Provate ad entrare in un museo, come Barnaba, chiudete gli occhi e fatevi accompagnare da qualcuno nel percorso espositivo, che avrà l’ulteriore compito di descrivere e spiegare le opere presenti al suo interno. Quando aprirete gli occhi alla fine del percorso, sarà quasi sconcertante vedere quei dipinti e quelle sculture che poco prima erano stati descritti, e si constaterà che l’immaginazione e la fantasia creativa del nostro cervello sono affascinanti, riuscendo in modo straordinario a sopperire, senza problemi, alla mancanza della vista. Ci si troverà davanti un’altra esposizione. È un’esperienza che tutti i vedenti dovrebbero fare per capire quanto la vista spesso pregiudichi e talvolta freni l’immaginazione e la capacità di pensiero.

Come è scritto nel Codice Mondiale di Etica del Turismo, «la possibilità di accedere direttamente e personalmente alla scoperta e al godimento delle bellezze del pianeta rappresenta un diritto di cui tutti gli abitanti del mondo devono usufruire in modo paritario». Pertanto è necessario parlarne e proporre soluzioni per consentire a chiunque una pari accessibilità del patrimonio culturale.

Ph. Credits: InChiostro.Itinerari e incontri d’arte. In copertina: chiostro dell’Abbazia di S. Paolo D’Argon (BG).

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