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Il Grand Hotel di San Pellegrino: tra passato sfarzoso e futuro incerto

Il fascino di quel maestoso edificio sulle sponde del fiume Brembo suscita ammirazione fin dai suoi tempi di gloria. L’aurea di decadenza che lo avvolge da decenni lo rende ancora più intrigante, e il suo futuro incerto ci incuriosisce molto. Stiamo parlando del Grand Hotel di San Pellegrino Terme, simbolo Liberty della Val Brembana, che porta con sé i ricordi di una belle époque in cui la località termale era tra le più rinomate d’Europa.

Le acque di San Pellegrino sono state sfruttate fin da tempi antichi per le loro proprietà terapeutiche, ma il paese si sviluppò come un vero e proprio centro termale solo dopo la metà dell’Ottocento. Fu in questi anni infatti che il turismo termale diventò una tendenza in Europa, offrendo non più solo percorsi curativi ma anche mondanità e divertimento, il tutto nella cornice di un ambiente elegante, elitario e sfarzoso.

Subito dopo la nascita della Società delle terme nel 1899, San Pellegrino conobbe il periodo di maggiore prestigio: nei primi anni del Novecento furono costruiti in rapida successione e rigorosamente in stile Liberty i nuovi Bagni, il portico della Fonte, il Grand Hotel, lo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua, le due stazioni della ferrovia, il Casinò, la funicolare, diverse strutture ricettive.

I lavori per la costruzione del Grand Hotel ebbero inizio nel 1902, quando la Società Anonima per la Costruzione dei Grandi Alberghi in San Pellegrino commissionò il progetto all’ingegnere Luigi Mazzocchi e all’architetto Romolo Squadrelli, e furono ultimati nel 1904, con una spesa totale di un milione e 200 mila lire.

L’edificio, imponente e maestoso, è composto da sei piani fuori terra, uno seminterrato e uno ammezzato, per un totale di 18400 metri quadri. Sui larghi corridoi si affacciano 150 camere per gli ospiti, 36 per il personale di servizio, 12 appartamenti, un ristorante, bar, una sala da ballo e una sala da biliardo.

L’ingresso della sala da biliardo del Grand Hotel.

Nel 1922 l’hotel venne in parte rinnovato con alcune modifiche alle decorazioni affrescate nella hall e nelle stanze, perché rimanesse al passo con i tempi grazie a un più moderno stile déco.

Il Grand Hotel rappresentava a livello di qualità, modernità, comfort e lusso il meglio che si potesse avere all’epoca in campo alberghiero. Nei suoi anni gloriosi vennero organizzate di frequente grandiose feste a tema, accompagnate da banchetti sontuosi e concerti: tutto il necessario per intrattenere gli illustri ospiti che vi soggiornavano, tra i quali diversi personaggi di spicco dell’epoca. Basti pensare che la Regina Margherita in persona nel 1905 alloggiò in una suite – con vista sul fiume Brembo, ovviamente.

Vista dal terrazzo della stanza in cui ha soggiornato la Regina Margherita nel 1905.

Il Grand Hotel fu inoltre anche sede di importanti eventi culturali, congressi medici e politici. San Pellegrino Terme rimase una località turistica piuttosto in voga anche durante le Guerre Mondiali, anche se il lento declino era ormai alle porte, e il Grand Hotel perse la sua funzione ricettiva per diventare sede del Ministero delle Finanze della Repubblica Sociale italiana. Nel secondo dopoguerra il gioco d’azzardo fu proibito, privando il paese dell’attrattiva turistica che il Casinò creava. Il Grand Hotel si adoperò per ospitare qualche bisca clandestina per supplire alla domanda, ma le spese per la sua gestione stavano diventando insostenibili, soprattutto a fronte di un declino sempre più rapido del turismo termale a favore delle località balneari italiane. A partire dagli anni Settanta, il Grand Hotel cambiò gestione più volte, ma nessuna di esse fu in grado di sostenere economicamente il rinnovamento ormai necessario per resistere alla concorrenza di hotel ben più moderni in località più in voga. L’hotel venne quindi chiuso nel 1979 dall’allora proprietario, la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, e chiuso rimase fino al 1994, quando gli arredi liberty vennero messi all’asta. In seguito, per qualche anno il piano terra fu sede di una casa d’aste di antiquariato, ma l’attività venne ben presto interrotta dalla Magistratura per uso illecito di edificio di valore artistico e storico.

Corridoi delle stanze del Grand Hotel.

Un primo segnale di interesse per la riqualificazione dell’immobile si scorse nel 2000, quando venne acquistato dalla Provincia di Bergamo, che costituì la Società Grand Hotel srl. Nel 2006, venne stipulato un accordo di programma tra Comune di San Pellegrino, Provincia di Bergamo e Regione Lombardia per realizzare interventi di riqualificazione all’interno dell’area comunale. L’anno successivo anche il Grand Hotel fu inserito in tale programma e ceduto per il 95% al Comune, che ne diventò poi unico proprietario nel 2014.

Finora, gli interventi ultimati sono stati il restauro delle facciate, un primo consolidamento strutturale del tetto e la demolizione delle cucine, che si trovavano in un piccolo edificio separato dal corpo centrale. Attualmente il Grand Hotel è in concessione al gruppo privato Percassi, che ha sottoscritto l’accordo di programma e sta portando avanti i lavori di restauro e ristrutturazione del piano terra rialzato.

Vista del Grand Hotel e del fiume Brembo.

La situazione è complessa perché, oltre ai lavori di messa in sicurezza, è necessario riadattare la struttura a standard e normative odierni, e, trattandosi di dimora storica, ogni attività di restauro o ristrutturazione è sottoposta al controllo della Sovrintendenza, che inevitabilmente rallenta le procedure. Inoltre, gli investimenti economici fatti finora hanno già superato i 22 milioni di euro, e ne saranno necessari probabilmente altrettanti per riaprire la struttura. I lavori per il momento procedono, ma i fondi scarseggiano e il rischio che il Grand Hotel ricada nell’abbandono è alto: l’immobile è stato quindi messo in vendita nella (forte) speranza di trovare imprenditori che vogliano investire nel suo gravoso recupero, non necessariamente a fini turistici.

L’amministrazione locale e i cittadini sono molto legati al Grand Hotel e alla sua storia, e vedono molti risvolti positivi legati a una riapertura dell’edificio, sia in termini di sviluppo economico locale e posti di lavoro, sia nel caso diventasse un vivace centro culturale e commerciale usufruibile dagli abitanti stessi di San Pellegrino. Siamo ottimisti: San Pellegrino negli ultimi anni, grazie all’apertura del nuovo stabilimento termale del prestigioso gruppo QC Terme sta attirando sempre più visitatori, e si sa, il turismo attira investimenti di capitale.

E, mentre attendiamo finanziamenti, continuiamo a sognare i tempi d’oro che si nascondono dietro a quegli infissi impolverati.

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