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Malpensata, quartiere di aree verdi e popolarità in continuo cambiamento

Il primo sguardo alla Malpensata, arrivando dalle vie del centro di Bergamo, è uno sguardo che respira: un’improvvisa apertura di polmoni e orizzonti su questo quartiere che si dà come spazio. A imprimersi come immagine d’insieme, una volta lasciati gli infiniti sensi unici delle vie principali e superate le colonne della sopraelevata che permette ai treni su rotaia di attraversare la città in direzione Milano, è l’ampio piazzale, posto quasi a segnale dell’inizio del quartiere di cui condivide il nome.

Piazzale Malpensata, pur con il suo sovraffollamento di auto dentro e fuori le aree delimitate dalle strisce bianche della segnaletica stradale e di parcheggiatori abusivi che scrutano in un’ininterrotta ricerca dell’ultimo rettangolo di cemento libero, nella speranza non pretesa di ottenere una moneta, è uno dei pochi angoli di città non ancora monetizzati. Non ancora, ma ancora per poco, visto il nuovo Piano della Sosta, che prevede lo svuotamento del piazzale dalle vetture, non appena verrà inaugurato il parcheggio all’ex gasometro (già in opera), all’angolo opposto dell’incrocio su cui la Malpensata si affaccia, che prevede 300 posti auto, usufruibili pagando 2 € l’ora. A segnalare l’inizio dei lavori di rinnovamento e decongestionamento dell’area, è stata la comparsa dell’ampia rotonda che da fine gennaio si frappone proprio tra i due parcheggi rivali, quasi a monito di un movimento che cambierà il volto della Malpensata.

Progetto per la realizzazione del parcheggio all’ex gasometro e dell’antistante rotonda.

I progetti di rinnovamento non si arrestano alla viabilità, e tra tutti il più discusso è lo spostamento di uno degli appuntamenti più movimentati del Piazzale: il mercato del lunedì, che da più di 50 anni colora la piazza di oltre 200 banchi e una varietà umana che spesso, una volta finiti gli acquisti, si riversa nell’adiacente parco a condividere il pranzo di inizio settimana. Il Comune ha già avviato un investimento da 1,5 milioni per asfaltare l’area di via Spino, nell’adiacente quartiere Carnovali, che ospiterà circa 200 banchi, cui si aggiungono i lavori per adattare il centralissimo Piazzale degli Alpini, proprio davanti la stazione, dove andrà la restante trentina di ambulanti e che già paga lo scotto della sua riqualifica, con lo sradicamento di 25 alberi storici. Le rimostranze arrivano in primis proprio dai venditori, guidati dall’ANA (Associazione Nazionale Ambulanti), cui si uniscono le voci di molti cittadini, che vedono nello spostamento e soprattutto nella frattura del mercato in due diverse aree, tanto lo snaturamento di una tradizione quanto il pericolo di perdere parte del fatturato. A loro si aggiungono i numerosi movimenti per la tutela del verde urbano, che sottolineano come la rapidità nella cementificazione e nell’abbattimento di alberi adulti non potrà essere velocemente compensata dal progetto di ampliamento del parco della Malpensata, le cui giovani piante impiegheranno necessariamente anni per costituire quel polmone verde di cui la città necessita e diventare punto di riferimento per la fauna che annidava nelle aree verdi ormai scomparse.

Corteo di protesta di lunedì 29 Aprile degli ambulanti che, chiuso il mercato, hanno raggiunto con i loro furgoni il Comune di Bergamo; già l’8 Aprile vi era stata una manifestazione simile contro lo sradicamento del mercato in Malpensata, cui avevano preso parte 63 furgoni, congestionando il traficco delle strade di Bergamo. [ph. ANA – Associazione Nazionale Ambulanti]
La speranza è che la natura dimostri ancora una volta quella capacità adattiva che le permette di sopravvivere all’azione umana e che animali e piante, già allontanati da questo quartiere quando a inizio ‘900 sorsero i primi palazzi popolari, siano pronti a riabitare l’area verde prevista dai Piani dell’Amministrazione Comunale.  Nell’ambito del progetto Legami Urbani, che prevede lo stanziamento da parte del Governo di 18 milioni di euro per le periferie della città di Bergamo, si pronostica un ampliamento del 30% della superficie del parco (pari a 5200 mq) e la creazione di uno skate park  con annessa struttura coperta polivalente che andrà a sostituire il vecchio palazzo del ghiaccio, abbattuto già lo scorso anno. In questo modo, il Comune si dichiara in linea con le trasformazioni che il quartiere sta vivendo dagli anni ’60, quando il cimitero San Giorgio, costruito nel 1813 fuori dalle mura della città e soppresso nel 1904, ma smantellato solo verso gli anni ‘40, venne temporaneamente adibito a mercato del bestiame e ospitò saltuariamente il circo equestre e la fiera di Sant’Alessandro. Per secoli, l’area della Malpensata era stata, come la toponimica del nome stesso evoca, poco più che un luogo infelice appena fuori dalla città: ospite di un lazzaretto d’emergenza nel Seicento, poi sede del cimitero e infine destinata allo stoccaggio del gas, il quartiere Malpensata sembrerebbe dovere il suo nome a una vecchia cascina, ormai abbattuta, nel cui cortile sorgeva un albero usato come gogna per gli evasori del dazio, riscosso presso la vicina porta Cologno. Sono i progetti dell’ingegner Bergonzo a trasformare l’aspetto dell’area, in cui sorgono nel 1908 le prime case popolari.

Progetto relativo all’ampiamento del parco Malpensata.

È forse proprio la “popolarità” la caratteristica che fino a oggi contraddistingue il quartiere Malpensata. “Popolarità” che si dà come conformità all’uso del popolo, come spazio accogliente in cui le case popolari non hanno mai smesso di crescere e in cui oggi abitano circa 200 famiglie, che proprio in questi mesi stanno lottando contro i tagli a un servizio considerato fondamentale: l’Aler (Azienda lombarda per l’edilizia residenziale), incaricata della gestione di questi spazi, ha scelto di non rinnovare il contratto di lavoro, in scadenza al 31 marzo 2019, del Portiere sociale, che tanto ha fatto per creare coesione e integrazione tra gli abitanti delle case popolari. Il servizio, rivolto a una rete di inquilini formata circa al 28% di immigrati e al 15% di ultrasessantacinquenni, era stato istituito con funzioni burocratiche, amministrative e di manutenzione, ma negli anni ha avviato progetti quali il doposcuola per i bambini, il mutuo aiuto per persone diversamente abili o economicamente svantaggiate (concretizzato, ad esempio, nella raccolta di mobili, abiti e oggetti di prima necessità), l’interazione con le realtà associative di quartiere, la promozione dell’incontro interculturale, andando a definire quel volto comunitario e, appunto, popolare, che è caratteristico di una Malpensata che resiste all’individualismo imperante e alle insicurezze di una società disgregata.

Presidio del 17 Aprile degli inquilini delle case popolari di Bergamo contro ALER per chiedere il ripristino del portierato sociale, per l’aumento delle manutenzioni e per la riduzione di affitti e spese. [ph. Unione Inquilini Bergamo]
Una popolarità che non esula dai rapporti con una delle istituzioni più attive nel ramo dell’accoglienza, il Patronato San Vincenzo, che dal 1927, anno della sua fondazione da parte di don Bepo, si preoccupa di dare una casa e un futuro ai più bisognosi: «accoglie nel 1938-39 gli orfani dell’Istituto Palazzolo; nel 1943 i giovani ricercati dai nazi-fascisti; nel 1944 un centinaio di ragazzi Libici e un folto gruppo di bambini sfollati da Montecassino; nel 1945 non pochi minorenni figli di fascisti da reinserire nella società. Nel 1951 un gruppo di alluvionati del Polesine; nel 1952 molti degli orfani costretti a lasciare Nomadelfia fondata da don Zeno; nel 1956 i giovani fuggiti dalla rivoluzione in Ungheria; negli anni ’70 una cinquantina di ragazzi eritrei e 200 orfani dei lavoratori (Enaoli)», si legge sul sito della fondazione. Oggi è uno dei punti di riferimento per chiunque abbia bisogno di aiuto nell’inserimento sociale, dagli adolescenti ai poveri passando per gli immigrati, attraverso una rete di attività che si occupa non solo della sussistenza dell’individuo, ma anche del supporto necessario alla sua formazione; da queste premesse nascono iniziative che hanno risonanza in tutto il quartiere, le cui strade si colorano di un umanità sempre nuova, sempre in movimento.

Murales realizzato da Ericailcane sul muro della sede di Caritas Diocesana Bergamo, nel quartiere Malpensata, per il progetto Pigmenti promosso dal Patronato San Vincenzo come estensione della serigrafia Tantemani, laboratorio formativo e lavorativo per ragazzi con diverse abilità cognitive e relazionali.

Basta una passeggiata al parco per cogliere il senso di questa collettività: sul prato verde si incontrano pelli dai mille pigmenti, bambini delle più disparate nazionalità corrono nelle aree attrezzate,  accenti e lingue si mescolano in un nuovo esperanto, mentre gli alberi silenziosi respirano ossigeno nuovo per la città.

 

In copertina, Bergamo [ph. Tiziano Moraca CC BY 2.0 by Flickr]

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Sara Ferrari

Nata e cresciuta nelle valli bergamasche a fine anni 80, con una gran voglia di viaggiare, ma poca possibilità di farlo, ho cercato il modo di incontrare il mondo anche stando a casa mia. La mia grande passione per la letteratura, mi ha insegnato che ci sono viaggi che si possono percorrere anche attraverso gli occhi e le parole degli altri; in Pequod faccio sì che anche voi possiate incontrare i mille volti che popolano la mia piccola multietnica realtà, intervistandoli per internazionale. Nel frattempo cerco di laurearmi in filosofia, cucino aperitivi e stuzzichini serali in un bar e coltivo un matrimonio interrazziale con uno splendido senegalese.

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