Fotoreportage di Stefano Banfi, Lorenzo Caimi e Riccardo Schiavo
Albania è la proiezione nel futuro, coi suoi stridenti contrasti, di una capitale che si ammoderna a passi da gigante. Un immenso market di cinquanta università private e l’arte di arrangiarsi nella micro-economia di strada. La vita lenta fuori dai bar, nei parchi e nelle periferie. Profumo di agnello grigliato e pannocchie. Una mucca portata a pascolare in un campo da pallone, nel bel mezzo della giungla urbana. I giovani sono cresciuti con l’Albero azzurro e Solletico. L’italiano parlato quasi ovunque. Assorbito davanti alla televisione e spesso consolidato in Italia, da un lavoro all’altro, da una città all’altra della penisola.
Per 45 anni, a settanta chilometri da Otranto, si è stagliato uno dei regimi comunisti più duri dell’est Europa, a lungo ispirato alla Cina di Mao. Un fortino di statalismo e ideologia. Il prezzo da pagare, ancora oggi, è un retaggio di corruzione, clientelismo e grigi palazzoni. E poi, i duri conti con la memoria. Un po’ ovunque, piccoli bunker ricordano i tempi in cui l’attacco esterno era una paranoia quotidiana. La “pyramida“, in origine museo dedicato a Enver Hoxha, fa ora da pisciatoio al bar poco distante.
A cento chilometri sopra Tirana si apre l’impervio nord, legato a consuetudini secolari, fuori dal tempo e dalla storia. Sentieri scoscesi sfociano in piccoli villaggi. Case spartane arroccate sulla montagna, immerse nella vegetazione. Cittadine come Puka fanno da baricentro alla miriade di minuscole realtà rurali, da sempre uguali a se stesse. L’inderogabile legge dell’ospitalità e le sopravvivenze del Kanun, il codice medievale che regola le dispute di sangue con la vendetta. L’orgoglio di un’esibizione con strumenti musicali auto costruiti. Il ritrovo di un’intera comunità per una messa in mezzo ai boschi.
Tra le valli del nord come a Tirana, chiese cattoliche, ortodosse e moschee si amalgamano. Il suono delle campane e il richiamo dei muezzin. La religione non è una polveriera come altrove.
Visi, scene, colori, personaggi ed espressioni d’Albania, senza pretesa d’oggettività ed esaustività, nelle foto a venire.