La forza delle parole e di David Grossman
Alle 18.00 di giovedì 13 inizia ad accumularsi gente all’ingresso del Teatro dal Verme, per mettersi in coda e aspettare l’apertura delle porte alle 19.30. Il teatro ospiterà infatti dalle 20.30, l’evento d’inaugurazione del Milano BookCity Festival 2014 “La forza delle parole” dove il giornalista Edoardo Vigna intervisterà l’ospite d’onore, lo scrittore David Grossman. Il teatro si riempie velocemente e alle 20.50 siamo pronti ad iniziare: dopo il discorso introduttivo, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, consegna a Grossman i sigilli della città e lascia il palco in favore di Vigna per iniziare l’intervista.
L’intervista affronta vari argomenti, si parte da cosa le parole significano per Grossman e dell’importanza del linguaggio per uno scrittore e non. Grossman, perfettamente a suo agio, racconta un aneddoto di Bruno Shulz, scrittore e pittore polacco che morì nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale: “Mi immagino che il linguaggio fosse come un serpente che venne tagliato in tanti pezzettini, che formarono le parole e vennero distribuiti alle persone. Sembrano elementi separati, ma se trovi la giusta combinazione accade la magia, si crea una connessione incredibile e imprescindibile”. La successiva domanda richiede a Grossman di trovare tre parole che vorrebbe tramandare all’uomo del 2114 per descrivere la società odierna: Distacco/ alienazione, incertezza e speranza, per descirvere i poteri contradditori di questa società.
Si prosegue con domande sulla sua infanzia in Israele e su come abbia vissuto la guerra e i conflitti che tutt’oggi dilaniano il suo popolo e Grossman, tra una battuta e l’altra, descrive come conobbe la Shoà alle elementari e come affrontò la guerra dei 6 giorni nel ’67, il sollievo quando capì che avevano vinto e la profonda amarezza per i conflitti che si generarono in seguito. Nell’ultima parte dell’intervista Grossman parla del suo nuovo libro “Applausi a scena vuota” dove un comico inizia il suo monologo e finisce per raccontare la sua infanzia e il momento che lo ha cambiato per sempre, lasciando intuire al lettore come la coscienza sia insieme problema e soluzione dei pensieri che tormentano l’anima (Non svelerò oltre del libro, ma lo consiglio vivamente!). Viene anche qui analizzato come il linguaggio del comico cambia dall’inizio del libro, dove il protagonista indossa la maschera sarcastica, al racconto della sua infanzia, dove assume connotati più intimi e dolci. Si conclude così l’apertura del Milano BookCity Festival, e non poteva esserci inizio migliore.
In copertina, David Grossman all’evento per i 10 anni della Fronteiras do Pensamiento [ph. Fronteiras do Pensamiento CC BY-SA 2.0/Wikimedia Commons]
David Grossman, Edoardo Vigna, Milano BookCity Festival 2014