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Via Quarenghi: il cuore di una Bergamo multietnica

Se a Bergamo dici “Via Quarenghi” dici “Porettaio” e cioè “birre Poretti da 66cl a 1€”. Ma quale è il vero volto di questa via?

Si trova in pieno centro ed è considerata un vero e proprio ghetto. Il bergamasco comune è impaurito dalla gente che ci vive, pensa sia l’inferno terrestre e il covo delle peggiori droghe esistenti al mondo. Tant’è che circa a metà della via si trova il dipartimento della Polizia Locale, il grande occhio, controllore e tutore della sicurezza.

Ciò nonostante, basta farci una passeggiata per capire che le cose stanno in maniera davvero diversa: colori, profumi che ricordano posti remoti del mondo, culture che si mescolano disegnando un quadro dai confini sfumati e infine lingue diverse, dall’hindi allo swahili. La percezione è quella di vivere in più luoghi contemporaneamente. Un signore mi spiega come passeggiare per via Quarenghi lo faccia sentire a casa e un po’ meno solo; una ragazzina mi dice che le treccine ai capelli le fanno solo qui e infine un parrucchiere mi racconta che in fondo in Italia si sta bene.

Le fotografie scattate cercano di cogliere la forza del multiculturalismo e la bellezza della “diversità”. Un manifesto contro l’emarginazione e la ghettizzazione della popolazione straniera.

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Sara Ravasio

Natale 2008, è l'ora di scartare i regali. Pacco rigorosamente rosso e una busta con il mio nome sopra: Sara. Distruggo la carta natalizia e bam!: è un Nikon D60. Così nasce la nostra storia d'amore, tra sCatti e sBatti (non è facile fare amicizia con ISO e bilanciamento del bianco!). Nel 2009 partecipo a un corso di fotografia che mi rilascia un attestato, il quale mi permette di presentami come fotografa a tutti gli effetti. Nasco nel 1991, vivo in un piccolo paesino della Val Seriana (BG) e il mio hobby è fare la pendolare tra Bergamo e Milano, dove studio Scienze Politiche con passione e ammirazione. La laurea triennale è vicinissima e mi attende una magistrale in Relazioni Internazionali. Per Pequod, come credo abbiate capito, mi muovo tra un fotoreportage e un altro, cercando di raccontarvi ciò che succede con un pizzico di emozioni personali.

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