Vigilia di Natale: musica per le strade italiane
Addobbi e lucine per le strade vi stanno facendo capire che il Natale sta arrivando? L’albero c’è, il presepe pure, non ci resta che aspettare la magia (o l’abbuffata) della Vigilia. Personalmente la passerò suonando per le strade del mio piccolo paesino sui colli bergamaschi; è infatti tradizione molto radicata nel territorio lombardo, quella delle bande musicali dei vari paesi, di andare a suonare casa per casa la notte del 24 dicembre. Ovviamente ogni banda ha il suo stile e i suoi brani preferiti: si spazia dalle cosiddette pastorelle tradizionali (brani a carattere popolare pastorale), alle più recenti canzoni natalizie.
Sempre la sera della Vigilia, non è strano sentire i suoni dei baghèt che rimbalzano di paese i paese. Sono le cornamuse bergamasche (abbandonate durante la seconda metà degli anni Cinquanta con la crisi della società contadina) che sono tornate ad avere una posizione centrale nella musica popolare di tradizione negli anni Ottanta, grazie alla spinta delle nuove ricerche del folk-revival. Questo strumento è stato da sempre un po’ il simbolo del periodo delle vacanze natalizie, anche perché i contadini lo sfoderavano solo con l’arrivo dell’inverno, quando il lavoro diventava scarso e nei campi non c’era quasi niente da fare. Vero è che, oltre alle pastorali natalizie, questo strumento è essenziale per molti brani che accompagnano la danza e tantissime altre canzoni del repertorio popolare.
Diffusa in tutto in nord Italia, la cornamusa, assume nomi diversi in base all’area geografica (musa dell’Oltrepò pavese, piva ticinese, piva appennina) o a delle piccole differenze strutturali; in generale è formata da un serbatoio d’aria in cui ci soffia il suonatore, che nel frattempo fa pressione con il braccio facendo uscire l’aria dalle canne. Solitamente troviamo una canna per la melodia (con i fori per le dita), detta chanter, e le canne di bordone prive di fori. Il suono viene prodotto da un’ancia (doppia nel chanter e singola nelle canne di bordone) inserita all’interno delle canne che viene fatta vibrare dall’aria.
Tradizione simile la troviamo nelle regioni dell’Italia meridionale, dove però al posto dei suonatori di cornamusa troviamo gli zampognari (solitamente accompagnati da un suonatore di ciaramella); in particolare suonano durante il periodo della Novena, dell’Immacolata concezione e quello del Natale. Questa, di suonare per le strade, è una tradizione che nei centri urbani si riscontra quasi esclusivamente durante il periodo natalizio, mentre nei piccoli centri rurali questo strumento accompagna la maggior parte delle festività durante tutto il corso dell’anno.
La zampogna funziona sostanzialmente come la cornamusa, la differenza è strutturale: oltre che avere una sacca per l’aria notevolmente più grande di quella della cornamusa, invece che avere diverse canne separate, presenta un unico “ceppo” ligneo da cui partono sia le canne della melodia sia quelle di bordone. La ciaramella invece è un oboe popolare ad ancia doppia, che raramente viene suonata da solo, solitamente è in coppia con una zampogna.
Quest’anno, se sentite una melodia lontana o qualcuno che sta suonando nella vostra via, aprite la finestra e ascoltate, lanciate un saluto a chi sta suonando al freddo per regalarvi un augurio musicale.
In copertina: Banda natalizia in provincia di Bologna [ph. Rosapicci CC BY-SA 4.0/Wikimedia Commons]
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