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Natale con chi vuoi: famiglie disfunzionali e rapporti tossici, per un Natale alternativo

Mentre al cinema, in un’annata segnata dal declino dei cinepanettoni all’italiana, troviamo  la drammatica reunion familiare di È solo la fine del mondo di Xavier Dolan, vi proponiamo alcuni suggerimenti per opere capaci di elaborare, in modo sempre nuovo, sia dal punto di vista narrativo, sia da quello linguistico, l’universo – non sempre pacifico, né lineare – dei rapporti umani. Un breve viaggio tra piccole gemme indipendenti o capolavori di alcuni anni fa, che sezionano famiglie disfunzionali, riallacciano morbosamente rapporti perduti, accettano la sfida di rinnovati incontri e la nascita di nuove prospettive relazionali.

Nel 1998, Thomas Vinterberg esce nelle sale con Festen (in copertina, gli attori), vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes e primo film del provocatorio movimento Dogma 95, di cui è co-fondatore assieme a Lars von Trier. Una festa in famiglia per i sessantanni del patriarca della famiglia Klingenfeldt finisce per esplodere in un incontro-scontro generazionale amarissimo ma mai privo di un cinico humour; con una vertiginosa camera a mano che ci conduce all’interno di salotti e camere in cui la rigidità della forma e il rispetto delle gerarchie si ritrovano a fare i conti con chi fa emergere segreti che si pensavano dimenticati.

Natale Pequod The Reunion
The Réunion

Poco meno di vent’anni dopo, The Reunion dell’artista danese Anna Odell – presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia – è un documentario-performance unico nel suo genere, un’esperienza totalmente disarmante per lo spettatore. Una volta scoperto di non essere stata invitata alla rimpatriata organizzata dai vecchi compagni di classe, la filmmaker decide di mettere in scena una cena fittizia, un grido di vendetta nei confronti dei ripetuti episodi di bullismo subiti in passato, in una continua sovrapposizione tra il piano del reale e quello della finzione.

Più classico, Racconto di Natale, capolavoro di Arnaud Desplechin, dipinge l’incontro di una famiglia che si ritrova a festeggiare un natale più amaro che dolce, un racconto corale tra antichi rancori, la possibilità di nuovi speranze e riconciliazioni apparentemente remote. Una splendida saga familiare condensata in poco più di due ore, che sicuramente rappresenta uno dei  migliori esempi del cinema francese dell’ultimo decennio e un imperdibile recupero nelle malinconiche serate natalizie.

God Bless the Child intreccia nuovamente documentario e fiction seguendo i cinque figli del regista Robert Machoian – autore del film assieme a Rodrigo Ojeda-Beck – in un viaggio all’interno di una giornata in cui, abbandonati senza apparente motivo dalla madre, si vedono costretti a lasciarsi andare ad un’innocente autarchia. Un liberatorio, divertente sguardo su un microcosmo di bambini capaci di farsi intera famiglia, dimentichi di ogni costrizione imposta  dall’alto. Un’autodeterminazione che nasce dal racconto e dal mezzo, per un film che sfugge ad ogni categorizzazione, che incrocia e mescola reale e trasognato, scrittura ed interpretazione dei piccoli protagonisti che dominano, con grande naturalezza, lo schermo.

Natale Pequod God bless the child
God bless the child

Presentato a Torino nel 2014 e mai distribuito in Italia, The Guest è uno splendido thriller che echeggia il Refn di Drive e che trova la sua forza anche in una colonna sonora dominata dalla darkwave e dal synthpop, che accompagna magistralmente la discesa in spazi sempre più claustrofobici.  La visita di un soldato alla famiglia di un compagno morto in battaglia diventa occasione per accoglierlo all’interno della loro luttuosa quotidianità, mentre incubi e fantasmi dell’ospite inatteso cominciano lentamente a prendere  il sopravvento.

Un thriller che emerge questa volta dalle pieghe del reale è invece al centro del caso raccontato da Bart Layton in The Imposter, documentario che pedina le vicende che seguono il ritorno a casa, a tre anni e mezzo dalla sua scomparsa, di un adolescente nel cuore del Texas. Ma è un ricongiungimento che si tinge di giallo perché il ragazzo, sebbene riaccolto calorosamente tra le mura domestiche, appare sin da subito radicalmente trasformato sul piano fisico e caratteriale.  Il sospetto che non tutto sia realmente al posto giusto monta pian piano, mentre si ricompongono i pezzi di un puzzle dalle tessere frastagliate…

Film sotto l’albero

Articolo di Jessica Pompili e Ludovico Lanzo

Le feste natalizie sono arrivate e cosa è meglio di un bel film di Natale per gustarle a pieno? I titoli a disposizione sono tantissimi, ma per i più indecisi noi di Pequod abbiamo stilato una lista di sei pellicole assolutamente da vedere…e altrettante assolutamente da evitare!

Buon Natale a tutti e buona visione!

 

Consigliati

Joyeux Noël (voto 10):

Scritto e diretto dal francese Christian Carion, il film è una delicata pellicola natalizia ispirata a fatti realmente accaduti durante la prima guerra mondiale, quando soldati francesi, scozzesi e tedeschi sospesero le operazioni la notte della Vigilia di Natale del 1914 per festeggiare insieme.

A Christmas Carol (voto 9):

Riadattamento in CGI e motion capture del classico di Charles Dickens Il Canto di Natale. Nel cast Jim Carrey, Colin Firth e Gary Oldman. Molto fedele all’originale, il film mostra come unica debolezza una grafica troppo sbilanciata a favore del 3D.

Nightmare before Christmas (voto 9):

Scordatevi le solite storie sul Natale, accantonate alberi e festoni e godetevi l’avventura di Jack Skeletron, la quale dal 1993, grazie al genio di Tim Burton e la regia di Henry Selick, è divenuta un cult senza tempo e soprattutto senza pari. Nonostante il pubblico sia ormai abituato a tecniche di animazione “evolute”, Nightmare Before Christmas rammenta sempre il fascino e l’eleganza della stop-motion, fotogramma dopo fotogramma, i personaggi vengono mossi dagli animatori, la cui cura per il dettaglio è assoluta. Un gioiello del cinema da vedere e rivedere.

Nightmare before Christmas

Natale in affitto (voto 8):

Divertente commedia interpretata da Ben Affleck e ispirata al film spagnolo Familia (al quale si ha preso spunto anche l’italiano Una famiglia perfetta con Sergio Castellitto). La storia è quella di un giovane e ricco manager che decide di affittare una famiglia per le feste di Natale.

Mamma, ho perso l’aereo (voto 8):

Indimenticabile e, a giudicare dalle programmazioni Tv natalizie, dovrei dire intramontabile è la commedia con incassi da capogiro diretta da Chris Columbus e interpretata da Macaulay Culkin (ai tempi d’oro).  La pellicola è divenuta, nel corso degli anni, un vero e proprio “rito celebrativo” che appassiona ancora oggi generazioni di spettatori, un livello eguagliato solo da Una poltrona per due. Le gag del giovane Kevin che deve vedersela con due loschi ladri, i grandissimi Joe Pesci e Daniel Stern, non passano mai e poi mai di moda. Vederlo per la prima volta è stata una gioia per me, quindi il film deve meritare almeno una sufficienza.

Il Grinch (voto 7):

Nessun Nonsochì, o un altro che non so, deve per forza sapere chi è il Grinch, che vive a Chinonsò. Come vedete pensare a questo film mi mette proprio di buon umore. Il buffo personaggio verde è ormai un idolo indiscusso durante le feste natalizie, un protagonista ben costruito e appassionante per via della sua diversità. Isolato, burbero ma geniale è il personaggio interpretato da Jim Carrey nel film di Ron Howard. Il Grinch, vincitore di un premio Oscar per il miglior trucco, riesce sempre a strapparti una risata e tenerti compagnia. Un classico per gli amanti della coperta di lana e della cioccolata calda.

Mamma ho perso l’aereo

 

 Sconsigliati

Lo Schiaccianoci 3D (voto 5):

Il regista Andrej Koncalovskij aveva una missione, rovinare la fiaba di Natale per eccellenza. Ci riesce nel 2010, portando sul grande schermo il più assurdo riadattamento del celebre racconto di Hoffmann. La favola è rivista alla luce di un nascente mondo tecnologico, costruita ad hoc per il 3D e inserita in una cornice che strizza malamente l’occhio al musical. A peggiorare il tutto il personaggio dello zio Drosselmeyer, inspiegabilmente divenuto il fisico Albert Einstein. Insomma un pessimo esperimento cinematografico che vi farà rimpiangere di non aver prenotato un posto al balletto!

Santa Clause (voto 4):

Era il lontanissimo 1994 quando Tim Allen indossava per la prima volta i panni del peggior Babbo Natale di sempre nel film Santa Clause. Non contento del danno causato, tornò a impersonarlo altre due volte in Che fine ha fatto Santa Clause? e Santa Clause è nei guai. Quando si dice l’ostinazione!

Natale in Africa (voto 4- ):

Inserire un cine-panettone tra i film di Natale che sconsiglio sarebbe un po’ come sparare sulla Croce Rossa, ma è un bene sapere che un film, nel bene o nel male, può lasciarti un segno e a volte, come in questo caso, può fare alzare la tua autostima. Per vederlo finire bisogna avere una gran forza d’animo ma, come sappiamo, ciò che non ci uccide ci fortifica. Vi risparmio i dettagli sulla trama, basta solo prendere il film dell’anno precedente, ambientarlo in Africa e pensare a Belén. Nel caso in cui tra i lettori di questa classifica ci fosse un aspirante regista, amico mio ricordati che ci sarà sempre e dico sempre un film che ha fatto più schifo del tuo, in bocca al lupo.

Santa Clause

Elf (voto 3):

Se non odiate gli elfi, con questo film imparerete a odiarli. La storia è quella di Buddy, insopportabile abitante del Polo Nord che scopre all’improvviso di non essere un vero elfo, ma un essere umano. Parte così la ricerca delle sue origini. Un atroce Will Ferrell, salva qualcosa Zooey Deschanel.

Una promessa è una promessa (voto 3):

Domanda: si può fare un film con Schwarzenegger senza inserire morti ovunque o esplosioni apocalittiche? La risposta è si, ma ditemene uno senza pensarci per più di dieci secondi. Sarò sincero, io ci ho pensato a lungo, finché non mi è venuto in mente Una promessa è una promessa, un film che, scusate ma è doveroso dirlo, non promette niente di buono neanche dal titolo (italiano si intende). Insomma c’è un tizio muscoloso (tirate a indovinare) che vuole recuperare il suo rapporto col figlio fino a quando non ci riesce, fine. Dimenticavo, il protagonista compra un giocattolo. Il film ci spiega che…che… insomma ci spiega qualcosa e se riuscite a capirlo commentate qui sotto vi prego, io passerò il resto delle vacanze a pensarci. Nel frattempo Happy Christmas!

Conciati per le feste (voto 2):

Due padri suonatissimi decidono di farsi la guerra per dimostrare al vicinato di avere gli addobbi natalizi migliori. Gag banali a raffica e noia assicurata per andare sempre sul sicuro!

Elf

Vigilia di Natale: musica per le strade italiane

Addobbi e lucine per le strade vi stanno facendo capire che il Natale sta arrivando? L’albero c’è, il presepe pure, non ci resta che aspettare la magia (o l’abbuffata) della Vigilia. Personalmente la passerò suonando per le strade del mio piccolo paesino sui colli bergamaschi; è infatti tradizione molto radicata nel territorio lombardo, quella delle bande musicali dei vari paesi, di andare a suonare casa per casa la notte del 24 dicembre. Ovviamente ogni banda ha il suo stile e i suoi brani preferiti: si spazia dalle cosiddette pastorelle tradizionali (brani a carattere popolare pastorale), alle più recenti canzoni natalizie.

Il tradizionale Baghèt Natalizio del Corpo Musicale Città di Treviglio
Il tradizionale Baghèt Natalizio del Corpo Musicale Città di Treviglio

 

Sempre la sera della Vigilia, non è strano sentire i suoni dei baghèt che rimbalzano di paese i paese. Sono le cornamuse bergamasche (abbandonate durante la seconda metà degli anni Cinquanta con la crisi della società contadina) che sono tornate ad avere una posizione centrale nella musica popolare di tradizione negli anni Ottanta, grazie alla spinta delle nuove ricerche del folk-revival. Questo strumento è stato da sempre un po’ il simbolo del periodo delle vacanze natalizie, anche perché i contadini lo sfoderavano solo con l’arrivo dell’inverno, quando il lavoro diventava scarso e nei campi non c’era quasi niente da fare. Vero è che, oltre alle pastorali natalizie, questo strumento è essenziale per molti brani che accompagnano la danza e tantissime altre canzoni del repertorio popolare.

 

 

Diffusa in tutto in nord Italia, la cornamusa, assume nomi diversi in base all’area geografica (musa dell’Oltrepò pavese, piva ticinese, piva appennina) o a delle piccole differenze strutturali; in generale è formata da un serbatoio d’aria in cui ci soffia il suonatore, che nel frattempo fa pressione con il braccio facendo uscire l’aria dalle canne. Solitamente troviamo una canna per la melodia (con i fori per le dita), detta chanter, e le canne di bordone prive di fori. Il suono viene prodotto da un’ancia (doppia nel chanter e singola nelle canne di bordone) inserita all’interno delle canne che viene fatta vibrare dall’aria.

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Tradizione simile la troviamo nelle regioni dell’Italia meridionale, dove però al posto dei suonatori di cornamusa troviamo gli zampognari (solitamente accompagnati da un suonatore di ciaramella); in particolare suonano durante il periodo della Novena, dell’Immacolata concezione e quello del Natale. Questa, di suonare per le strade, è una tradizione che nei centri urbani si riscontra quasi esclusivamente durante il periodo natalizio, mentre nei piccoli centri rurali questo strumento accompagna la maggior parte delle festività durante tutto il corso dell’anno.

 

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La zampogna funziona sostanzialmente come la cornamusa, la differenza è strutturale: oltre che avere una sacca per l’aria notevolmente più grande di quella della cornamusa, invece che avere diverse canne separate, presenta un unico “ceppo” ligneo da cui partono sia le canne della melodia sia quelle di bordone. La ciaramella invece è un oboe popolare ad ancia doppia, che raramente viene suonata da solo, solitamente è in coppia con una zampogna.

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Quest’anno, se sentite una melodia lontana o qualcuno che sta suonando nella vostra via, aprite la finestra e ascoltate, lanciate un saluto a chi sta suonando al freddo per regalarvi un augurio musicale.

 

In copertina: Banda natalizia in provincia di Bologna [ph. Rosapicci CC BY-SA 4.0/Wikimedia Commons]

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