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#EasyRead Migrazione e COVID-19: cronache da Ventimiglia

L’egoismo dell’Occidente copre con un silenzio assordante la questione migratoria. Mentre noi affrontiamo la difficile questione pandemica, le persone migranti continuano ad approdare sulle coste continentali, a muoversi e a fuggire da situazioni dolorose ed esasperate dall’emergenza sanitaria che sta colpendo la nostra Europa.

Progetto 20K, realtà impegnata nel sostegno alle popolazioni migranti dal 2016, ha potuto osservare l’evolversi della situazione a Ventimiglia negli ultimi mesi. Qui continuano i respingimenti dei migranti verso l’Italia, inclusi i minori non accompagnati arrivanti da Malta e Lampedusa.

Da Marzo pochissime persone sono arrivate in città, così come al campo della Croce Rossa, che ad Aprile contava 250 persone, mentre si lavorava sul trasferimento di famiglie e richiedenti asilo presso alcuni centri di accoglienza. Le attività di assistenza spontanee locali hanno subito una battuta d’arresto dall’inizio della pandemia, mentre alcune ONG continuano a operare sul territorio.

L’emergenza sanitaria rende ancora più difficili gli spostamenti delle persone migranti, e a causa dei controlli intensificati diminuiscono le possibilità di muoversi liberamente. A livello nazionale si è mossa una campagna di regolarizzazione per tutti i migranti residenti in Italia chiamata Siamo qui: Sanatoria subito. Ora più che mai è imperativo che tutti possano accedere al servizio sanitario nazionale.

Un altro effetto della pandemia è che tutti i migranti che sbarcano sulle coste europee sono obbligati a passare per l’Italia. Che si possa parlare di una doppia discriminazione? Allo status di migranti e alla sospensione di Schengen, si aggiunge infatti la complicazione dell’aver transitato in Italia, primo paese europeo a essere colpito dal virus in maniera significativa.

Nel frattempo le autorità francesi hanno rinnovato i controlli ai propri confini per altri sei mesi, dal 1 maggio al 31 ottobre 2020.

Immagine di copertina: foto del mare a Ventimiglia, di Hans Braxmeier (dal sito Pixabay).

 

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Sara Alberti

Nata sulle colline bergamasche nel 1989, percuoto dall’età di otto anni, quando ho iniziato a studiare batteria e percussioni da orchestra nel Corpo Musicale Pietro Pelliccioli di Ranica (W la banda!). Dopo essermi barcamenata tra le varie arti, la Musica ha avuto la meglio e mi è valsa una laurea in Musicologia. Profondamente affascinata dal vecchio e dall’antico, continuo a danzare e suonare nella Compagnia per la ricerca e le tradizioni popolari “Gli Zanni” e per il mio grande amore balcanico Caravan Orkestar. Su questa nave di pirati sono la responsabile della sezione Nuove Premesse, della cambusa e della rubrica musicale.