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Isabelle il Capriolo: Isabelle è un Capriolo

“L’ostacolo siamo noi stessi. Tutto è difficile prima di diventare facile”

Isabelle il Capriolo è un’associazione teatrale, di promozione e bene sociale nata a Ranica (BG) nel 2007 da un’idea di Sophie Hames e Luciano Togni. La decisione di iniziare a lavorare “da soli” è nata dalla necessità di arrivare ad avere in mano qualcosa di ufficiale, uno strumento giuridico riconosciuto a manifesto delle proprie idee.

La scelta del paese nel quale insediarsi è stata un susseguirsi di coincidenze fortuite, come la collaborazione con la Banda del paese, l’aver trovato una sede disponibile per l’attività dell’associazione e un’amministrazione comunale aperta al progetto, in grado di ascoltare gli obiettivi proposti.

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Dopo tante fatiche e battute infelici come: “Isabelle il Capriolo sopra un letto di polenta” (ironia di un amico per i due attori vegetariani), il progetto inizia a prendere piede nel territorio. Innanzitutto con la collaborazioni con altri enti e associazioni presenti nel territorio della provincia di Bergamo: dalle bande, iniziative nelle scuole per le “classi difficili” e bambini con difficoltà di espressione, alle case di riposo diurne con la rieducazione all’emotività degli anziani. L’ultimo progetto avviato da poche settimane riguarda un laboratorio di teatro con i ragazzi immigrati rifugiati. Oltre a questo, l’associazione vanta di numerosi spettacoli teatrali di vario genere, nonché le cosiddette “attività non remunerate, ma valutate”: come l’ospitare nella propria sede altri progetti (tra cui il giovane e nascente gruppo di giocoleria Pirouettes Ensamble e il sostegno del nuovo spazio giovanile Linkiostro). Attività che portano innanzitutto a interessanti collaborazioni, ma anche a degli sconti sulle spese degli spazi affittati dal comune.

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Dall’intervista ai due attori: «La produzione del lavoro in sé consiste nella crescita artistica, che passa attraverso gli spettacoli teatrali. Qualcosa funziona e qualcosa no. Può essere che passi tre mesi a cercare di mettere insieme qualcosa e poi ti rendi conto che non va. Puoi anche provare uno spettacolo per sei mesi per poi metterlo in scena una volta sola. C’è bisogno di una continua crescita per affinare l’obiettivo creativo, arrivare a fare spettacoli che ti rappresentino e allo stesso tempo abbiano successo. In generale è un lavoro difficile da quantificare e occorre stare sempre in allerta e pronti a qualsiasi ostacolo; alla fine riduci il tuo stile di vita per il teatro..è una sorta di vocazione! La difficoltà sta ne resistere e continuare a crederci, soprattutto per la mentalità circostante per cui chi fa teatro lo fa per divertirsi. Manca il riconoscimento professionale».

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Per l’imminente futuro Isabelle ha innanzitutto l’obbiettivo di montare uno spettacolo da proporre ad un concorso teatrale di Brescia, per compagnie lombarde tra cui sono stati selezionati, «arrivare a leggere almeno quattro libri al mese e viaggiare! Abbiamo bisogno di viaggiare e lasciarci contaminare».

Auguriamo a Isabelle il Capriolo tanta merda, e che vengano tutti a cavallo!

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Bergamo, featured, isabelle il capriolo, ranica, sociale, teatro


Sara Alberti

Nata sulle colline bergamasche nel 1989, percuoto dall’età di otto anni, quando ho iniziato a studiare batteria e percussioni da orchestra nel Corpo Musicale Pietro Pelliccioli di Ranica (W la banda!). Dopo essermi barcamenata tra le varie arti, la Musica ha avuto la meglio e mi è valsa una laurea in Musicologia. Profondamente affascinata dal vecchio e dall’antico, continuo a danzare e suonare nella Compagnia per la ricerca e le tradizioni popolari “Gli Zanni” e per il mio grande amore balcanico Caravan Orkestar. Su questa nave di pirati sono la responsabile della sezione Nuove Premesse, della cambusa e della rubrica musicale.

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