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“Fochi” a Firenze

Se fosse un indovinello non sarebbe semplice da risolvere: ci sono i fuochi d’artificio, ma non è capodanno; ci sono centinaia di turisti ad ammirarli in una delle più belle città d’arte del Mondo, eppure non siamo nelle festività natalizie. Tutto quello di cui vi parleremo oggi avviene a Firenze, ed avviene la Domenica di Pasqua.

Certamente se dovessimo chiedere quali sono le prime parole che vengono in mente a pronunciare il nome del capoluogo Toscano, potremmo stilare un elenco che parte da piazzale Michelangelo, passa per Duomo, Battistero, Dante per finire, immancabilmente, sulla bistecca alla fiorentina, o sul Lampredotto per i più esperti (comunque sia a tavola).

Forse non molti sanno che questa città, oltre ad essere patria di un’incommensurabile patrimonio artistico, culturale, gastronomico è anche la dimora di antichi festeggiamenti che da secoli si sono susseguiti fino a giungere ai giorni nostri. Oggi vi parleremo dello “Scoppio del Carro”.

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 La consueta cerimonia si svolge fin dal 1101 quando il fiorentino Pazzino de’ Pazzi, tornato da Gerusalemme, fu premiato da Goffredo di Buglione per essere stato il primo a salire sulle mura della città santa ed apporvi l’insegna dei crociati, con tre pietre della città, conservate da allora in varie chiese fiorentine. Da allora fu usanza ogni Sabato Santo accendere il fuoco con le pietre e portarlo in processione per la città recitando laudi che inneggiano alla forza purificatrice del fuoco pasquale. Col tempo la cerimonia divenne sempre più articolata fino a quando si decise di avvalersi di un carro trionfale a tre piani, a Firenze detto “brindellone”, dal quale si genera lo spettacolo pirotecnico.

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Ad oggi la manifestazione ha inevitabilmente assunto connotati diversi benché non meno suggestivi ed affascinanti. Prima dello scoppio per le strade della città sfilano 150 fra armati, musici e sbandieratori del calcio storico fiorentino. Giunto in piazza del Duomo, il corteo si ferma e fa da perimetro ad un ampio spazio nel quale due possenti, bianche chianine trasportano il carro. Allontanate le bestie e collegato il Brindellone con un cavo d’acciaio all’interno del Duomo non resta che aspettare il momento in cui un razzo, con la forma di colomba, che i fiorentini chiamano “colombina”, parta dall’interno della cattedrale, colpisca il brindellone e dia il via allo spettacolo di fuochi artificiali che per 20 minuti illuminano la piazza e rubano la scena ai grandi monumenti che la fanno da protagonista i restanti giorni dell’anno.

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Tutti a naso all’insù fiorentini e non, tutti con le bocche aperte, i cellulari e le macchine fotografiche alla mano a portare avanti una storia, quella fiorentina, fatta di lotte intestine, campanilismi, brigate opposte, ma che trova nei suoi riti collettivi le effigi di un’identità unica, unitaria che tutti accomuna, nel nome della bellezza, nel nome della civiltà, sotto il rosso e bianco della città gigliata.

VIVA FIORENZA!!!

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In copertina: Fuochi d’artificio sopra Ponte Vecchio, Firenze [ph. Martin Falbisoner CC BY-SA 3.0/Wikimedia Commons]

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Andrea Turchi

Mi chiamo Andrea Turchi ed ho 25 anni. Provengo da Firenze, dove mi sono laureato in Lettere Moderne ed attualmente studio Editoria presso l’Università Statale di Milano. Pequod per me è non solo un’occasione di crescita ma qualcosa di più: Pequod è una lente per osservare il mondo, un mezzo per suggerirvi una prospettiva diversa, una famiglia della quale faccio parte da più di 1 anno. Mi occupo soprattutto di attualità e cultura e spero che apprezzerete i miei articoli.

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