Abacà, il bal folk all’italiana
Abacà (link) nasce nel 2012 quando Simona Cusmano e Chiara Dissegna, musiciste, amiche e (all’epoca) coinquiline, decisero di frequentare un corso di danze popolari per giostrarsi sulla pista da ballo delle varie serate di bal folk – un tipo di danze popolari provenienti per la maggior parte dalla tradizione francese che, a partire dagli anni ’70 hanno iniziato a prender piede in tutta Europa e creando dei circuiti molto importanti per ballerini e musicisti. Il piacere per quest’atmosfera le fa guardare oltre il dancefloor, iniziano ad ascoltare i vari gruppi della scena per poi dire: «Ma questo possiamo farlo anche noi! Dai proviamoci!».
Questo gruppo ha qualcosa di più: dal brevissimo periodo di incubazione che li ha portati a partecipare e vincere importanti concorsi, alle trasferte Oltralpe, alle sonorità calde e avvolgenti che coinvolgono inevitabilmente il pubblico danzante. Tutti elementi che non sono sfuggiti all’occhio vigile di Pequod, sempre in cerca di nuovi, giovani e succulenti progetti.
L’originale organico di Abacà dona una sonorità e un timbro del tutto particolare già solo partendo dal clarinetto di Simona e dal fagotto di Chiara (una scelta praticamente obbligata). Spesso negli ensemble di musica popolare è previsto l’organetto diatonico ma «non ci faceva impazzire e abbiamo pensato alla fisarmonica di Diego Zanoli. Quindi serviva anche un altro strumento che accompagnasse», da qui le sei corde di Giovanni Trivella.
Il primo anno è stato una sorta di rodaggio: «Un anno abbastanza tranquillo, nel senso che dovevamo preparare un repertorio per coprire almeno due ore di concerto. Sono ambienti in cui non puoi fare un concerto da un’oretta scarsa, anzi! A volte si arriva alle tre ore. La gente non si stanca mai di ballare».
La difficoltà iniziale stava proprio nel cercare e arrangiare brani originali della tradizione, poi il fisarmonicista Diego ha iniziato a scrivere e ora gran parte del repertorio musicale di Abacà è composto da brani del tutto originali. Da qui l’idea della creazione del disco – uscito nell’estate del 2013.
Il gruppo ha suonato anche in Francia, in Spagna, in Germania e in Austria. Soprattutto in Francia è molto radicata e diffusa questa tradizione dell’uscire e andare a ballare questo genere di danze; in Italia si è mosso sicuramente qualcosa negli ultimi anni ma spesso «si preferisce chiamare un gruppo francese e quindi, paradossalmente ci apprezzano quasi di più all’estero».
Questo fenomeno delle danze popolari, tra bal folk e mazurke clandestine, è diventato qualcosa di molto radicato tra gli appassionati, soprattutto in nord Italia; attira moltissime persone anche per il fatto che si tratta di danze particolarmente semplici da imparare e, fattore non trascurabile, non è importante né essenziale avere un partner fisso. Spesso questi eventi sono organizzati in contesti suggestivi, cascine dal sapore antico, con una predilezione per tutto ciò che è bio, eco, genuino e semplice; avviene una sorta di riscoperta dei rapporti interpersonali grazie alla danza e alle nuove conoscenze che essa ti porta a fare in questi eventi.
Il futuro di Abacà è fitto di concerti, con la speranza di uscire al più presto con un secondo disco. Ricordate che ballare allunga la vita e mantiene giovani!
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