Umanità balcanica. I volti dell’Est
Non è semplice capire l’Est Europa attraverso i media, i fatti degli ultimi rifugiati, o tramite le varie pagine social impegnate ad aggiornare il mondo su quanto siano folli i Balcani. Difficile è anche distaccarsi dai pregiudizi che, per quanto bene o male siano radicati in noi, riescono sempre a insinuarsi nelle logiche più tenaci. Ma effettivamente qualcosa di bizzarro e sfuggevole di senso si trova in ogni via attraversata, in ogni quartiere, negozio, bar e compagnia che quest’estate ho incontrato assieme alla mia combriccola di viaggiatori occidentali.
Viaggiando tra i giganti della Serbia, l’inconsueta Bulgaria, la Grecia blu e trasparente, deviazione non prevista ma obbligata da un percorso che non prevedeva inversioni, arrivando finalmente nella stravagante Macedonia (link), percorrendo le impervie strade albanesi, oltrepassando il ferreo e ricco Montenegro (impensabile Svizzera dei Balcani) e la più che conosciuta Croazia, abbiamo incontrato mille e più volti, che racchiudevano nei loro sguardi la personalità e le diversità nascoste dell’Est Europa. Per questo non ho voluto suddividere per aree geografiche gli scatti qui esposti, ma ho voluto che ognuno dei personaggi incontrati vi raccontasse la sua storia con i suoi gesti e i suoi sguardi.
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