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Arlecchino part-time

≪Arlecchino era un mezzo diavolo, ha a che fare coi sogni, quelli che ritrovi in certe persone≫

   Intervista a Paolo Rossi – Andrea Pocosgnich

 

Nella settimana del carnevale non si può non pensare alla figura di Arlecchino, prima espressione del mascheramento, con la sua tunica di pezze colorate e la maschera demoniaca.

Egli nella Commedia dell’Arte è uno Zanni (antica maschera bergamasca) un servo, buffo ma soprattutto furbo, in grado di mandare avanti l’azione improvvisando e rinnovandosi di volta in volta, nella Commedia dell’Arte come nella vita.

Oggi l’Arlecchino, furbo e benevolo, è tornato all’attualità, non solo per l’impresa dei grandi registi contemporanei di rimettere in scena il teatro delle maschere, quanto più come riflesso di un atteggiamento sociale.

Gli Arlecchini nel 2016, sono quelli che tentano di capire come difendersi da una situazione economica, sociale e civile; tanto difficile da non permette di intravedere soluzioni o vie d’uscita. Con prontezza e scaltrezza, giovani e meno giovani, si reinventano per adattarsi e sopravvivere in un mondo in cui il problema principale oltre alla crisi economica è il cibo e la mancanza di materie prime, una società tanto malata che nonostante ciò non sa vedere oltre i concetti di guadagno, successo e visibilità; ma fortunatamente ci sono gli Arlecchini che tentano il confronto e cercano di fare discorsi intelligenti, per smuovere una coscienza critica reincarnandola nella satira.

È questa la situazione dei tanti migranti sociali, intesi non solo come quelli che lasciano la terra natia alla ricerca di nuove vie, ma anche di quelli che per andare avanti cambiano lavoro ogni mese, si mettono nelle mani delle agenzie interinali, sfruttano ogni occasione e non si lasciano abbattere; è la società dei freelance, collaboratori esterni, di quelli con la partita iva, compenti e capaci; che saranno la svolta per una civiltà che guarda al cambiamento.

 

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Serena Zeppilli

Nata e cresciuta fino all’età di 23 anni tra le colline marchigiane e il mare, decido, da un giorno all’altro di lasciare tutto e armata di computer e valigia mi trasferisco a Milano. Innamorata della pittura e di ogni opera d’ingegno, dopo il Liceo Artistico mi laureo in Comunicazione Visiva Multimediale all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Seguito a lavorare per due anni come collaboratrice per E-commerce, advertising e spot-pubblicitari,per poi iscrivermi al Master in Photography and Visual Design della NABA in collaborazione con lo spazio Forma. Ad oggi lavoro come assistente di produzione fotografica presso lo studio di Francesco Jodice e, attratta dalla rielaborazione e manipolazione fotografica proverò a contribuire in modo immaginifico per Pequod!

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