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I russi e l’Italia: un amore controverso

Il 27 maggio 1703 viene fondata San Pietroburgo, la città più europea di tutta la Russia. Lo zar Pietro il Grande era rimasto così inebriato dal fascino dell’Europa, durante i suoi viaggi nelle capitali occidentali, da volerne ricreare l’atmosfera nella nuova capitale russa sul Mar Baltico.

Pietro non fu il solo a provare una forte attrazione per l’Europa occidentale; come lui molti letterati, poeti ed artisti russi trovarono ispirazione proprio nel vecchio continente. E fra tutti i Paesi d’Europa, è forse l’Italia, con la sua storia, il suo mare e la sua gente, quello che ha fatto maggiormente breccia nel cuore del popolo russo.

Conseguenza di questa passione ancestrale per il Bel Paese è sicuramente l’elevato numero di turisti russi che lo scelgono come meta delle loro vacanze. Tuttavia, negli ultimi cinque anni i cittadini della Federazione Russa recatisi in Italia sono diminuiti di più del 50%. Che la penisola abbia perso parte del suo charme? Ne abbiamo parlato con Tatiana Salvoni, psicologa e scrittrice russa residente in Italia, e Anastasia Lavrikova, guida turistica russa a Milano.

Tatiana Salvoni in una conferenza sui suoi libri

«I russi amano ancora l’atmosfera dell’Italia» ci rassicura Tatiana, autrice di due libri dedicati ai rapporti fra russi e italiani, tra cui il bestseller Italia. Amore, shopping e dolcevita. «Da noi in Russia si crede che in Italia tutti sorridano! E poi l’Italia è uno dei più antichi Paesi del mondo, con una storia invidiabile e opere d’arte che non si può non apprezzare. Anche Puškin, il nostro più grande poeta, ha scritto dell’Italia come del Paese dei suo sogni» Dell’Italia i russi non amano soltanto l’arte; ad attirarli ci sono anche il vino, il buon cibo, lo shopping: «Tutti i russi si fanno un selfie davanti al Duomo di Milano, capitale della moda!» racconta Tatiana ridendo.

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E allora perché il turismo russo in Italia continua a diminuire? Anastasia ha le idee molto chiare a riguardo. Lavorando nel settore del turismo milanese da circa sette anni, ha vissuto questa inversione di tendenza: «In generale la crisi economica ha inciso tantissimo, inoltre le pesanti sanzioni che hanno colpito la Russia hanno gravato anche sul portafoglio dei turisti». Ma per il popolo russo non si tratta solo di una mera questione economica, continua Anastasia: «I russi sono estremamente patriottici; per loro le sanzioni stabilite e l’allineamento dell’Italia alle direttive europee hanno rappresentato una sorta di tradimento da parte di un Paese che da sempre considerano amico».

Anastasia Lavrikova sulla Transiberiana

«Questo forte senso della patria è davvero determinante in diversi settori, dall’imprenditoria al turismo; – spiega Anastasia – anche coloro che potrebbero permettersi le vacanze in Italia in molti casi scelgono di spendere i loro soldi altrove, dove non si sentono messi in difficoltà dalle sanzioni». E per ovviare alla mancanza di una delle cose maggiormente apprezzate della penisola, il cibo, in Russia da qualche tempo ha preso vita una pratica interessante: la “sostituzione dell’import”. «È cominciata una produzione autoctona di prodotti tipicamente italiani, dagli ortaggi ai formaggi, in terra russa» ci dice Anastasia. «Per i russi infatti le sanzioni sono state un importante motivo di riflessione: anche noi abbiamo delle potenzialità, non c’è bisogno di andare a cercare le bellezze all’estero».

Russians wait at Saint Peter Square prior the arrival of Russian President Vladimir Putin for a private audience with Pope Francis, Vatican City, 10 June 2015. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
ANSA/Alessandro Di Meo

Potrà dunque questa spinta all’autoproduzione, insieme con l’incentivazione del turismo interno russo, sopperire alla nostalgia per il Bel Paese? Tatiana ritiene che il legame fra i russi e l’Italia sia troppo forte; nei suoi libri l’autrice parla proprio dell’attrazione imprescindibile fra i due popoli, spiegata in chiave psicologica: «I russi sono gli italiani al contrario: mostrano all’esterno quello che gli italiani sono all’interno. E viceversa. Gli italiani fuori sono solari ed allegri? Anche noi russi lo siamo, all’interno!» ride Tatiana, spiegando che la sua tesi è basata sulla “teoria delle uova” di Carl Gustav Jung, secondo la quale gli uomini tenderebbero a stringere legami più forti con quegli individui che nel loro “albume” dimostrano le caratteristiche che essi conservano all’interno, nel “tuorlo” della loro personalità.


“Italia. Amore, shopping e dolcevita” e “Italia. Mare, amore” di Tatiana Salvoni

Possiamo quindi stare tranquilli, l’Italia continuerà ad essere per i turisti russi “terra magica, gioconda terra d’ispirazione”, come cantava Puškin nei suoi versi. Anastasia conclude l’intervista con ottimismo: «L’Italia con il suo patrimonio ineguagliabile e il suo atteggiamento amichevole è favorita rispetto agli altri Paesi. E noi nell’ambito del turismo lavoriamo con i russi ma lavoriamo insieme per l’Italia».

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Margherita Ravelli

Nata nel 1989 ad ovest della cortina di ferro, dalla mia cameretta della provincia di Bergamo ho sempre guardato con curiosità verso est, terra dei gloriosi popoli slavi. Dopo aver vagabondato fra Russia, Ucraina e Polonia ho conseguito la laurea magistrale in lingua e letteratura russa, con una tesi sul multilinguismo e sulla multiculturalità nella repubblica russa del Tatarstan. Sono responsabile della sezione Internazionale di Pequod, oltre che redattrice occasionale per attualità, cultura e viaggi.

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