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NIYA – Che suono fa la felicità?

Da sempre la musica è considerata collante sensoriale per eccellenza, coinvolgente, indiscreta, per tutti.

Negli anni il cambiamento trasversale ha dato luce a sempre più generi musicali, a mezzi di fruizione e strumenti sempre diversi e più tecnologici; ad oggi possiamo passare dall’heavy metal più pesante alla canzone partenopea tradizionale, dalla leggerezza delle note di Einaudi all’ultima hit di Lady Gaga semplicemente premendo un pulsante.

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Ma c’è un progetto, nato tra le colline della bergamasca, che mette in primo piano la riscoperta delle più antiche sonorità legate alla natura, ispirandosi alla cultura indiana d’America degli Sioux lakota: è il laboratorio di strumenti musicali artigianali di Maurizio Barba e Ileana Ferrara, marito e moglie entrambi musicisti che nel 2013 hanno deciso di rischiare fondando NIYA (letteralmente “spirito”), trasformando una passione in qualcosa di più concreto.

Tutto è nato dall’idea di aprire un negozio che ha aperto loro un mondo nuovo alla scoperta di questa cultura, apprendendone tecniche e tradizioni; dapprima cimentandosi nella realizzazione di strumenti musicali partendo da immagini e fotografie, in seguito perfezionando la tecnica scegliendo i legni e le forme più adatte da personalizzare con decorazioni tipiche della cultura aborigena, come il dot paint.

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Un momento di transizione che ha spinto i due artisti all’idea di portare a Bergamo un negozio di strumenti etnici musicali ancora in uso, che non sono la solita chitarra fender, come ci racconta Maurizio nel corso dell’intervista: «C’è la voglia di portare la liuteria in primo piano, è proprio questa che dovrebbe avere importanza, l’importanza di apprendere e conoscere l’essenza di una chitarra, di uno strumento, dai materiali scelti alla tecnica di creazione, piuttosto di uno strumento prefabbricato che arriva dall’industria».

Tra fiere e mercati dell’artigianato il negozio ancora non esiste, il laboratorio si trova a casa e, se già sfogliando la pagina facebook si resta affascinati dai colori e dalle forme, è fondamentale instaurare un vero e proprio rapporto materiale per capirne le sfumature. Spaziano dalla Musica di spettacolo alla Musicoterapia dal bambino curioso di otto anni, all’anziano che torna entusiasta per un nuovo acquisto, al musicista che prende uno strumento più dettagliato e professionale.

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Fiore all’occhiello del marchio leader nel settore del self-made in Italy sono la Kalimba in vero cocco – anche in versione elettrica – e la Kalimba Catania in legno massello, ma Niya è anche Cigar Box Guitar, la leggendaria chitarra Blues e Wood Drum a due, tre o quattro note.

Lo studio della propedeutica musicale verte ad avvicinare l’istinto naturale e primitivo dell’uomo come quello di tamburellare ai bambini, nelle scuole di infanzia, riportando la musica in primo piano nella comunicazione.

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Non mancano poi progetti futuri: «Al momento stiamo arricchendo il nostro catalogo di strumenti per arrivare a un progetto che partirà l’anno prossimo, grazie al quale uniremo alla musica il design di interni, faremo suonate letteralmente l’arredamento».

Le carte in regola ci sono tutte, un progetto innovativo, un’utenza felice ed entusiasta e progetti futuri che fremono, ma come nelle migliori storie non può mancare qualche ostacolo: il commercio eco-solidale locale al momento si è rivelato scettico rispetto a grandi metropoli come Milano o Parigi, ma siamo certi che il feedback positivo non tarderà ad arrivare, l’utenza bergamasca riuscirà a coinvolgere le varie realtà locali, arricchendone l’inventario.

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Jennifer Engelmann

Una mente intuitiva e razionale per un corpo istintivo e cosmopolita. 
Italo-tedesca trapiantata a Milano since 1991, imparo a scrivere prima ancora di camminare: inizio ad usare di nascosto la macchina da scrivere di mia nonna e battuta dopo battuta capisco che quel tic-tic-tic sarebbe diventato il mio suono preferito. Intraprendo la carriera universitaria in ambito comunicativo-giornalistico per perseguire il mio sogno e, dopo aver navigato in mari bui e tempestosi, approdo a Pequod nel Marzo 2015 dove, dilettandomi tra arte viaggi e fotografia, divento responsabile eventi.
 Una biondina cinica e determinata un po’ Carrie Bradshaw, un po’ Miss Fletcher.

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